La notte degli Oscar 2105, tutte le emozioni, tutti i premi

notte-oscar-2015 87th Academy Awards - Press Room

Ancora una volta è stata premiata la professionalità del cinema italiano, come conferma e gratificazione per un bene culturale del nostro paese. Quest’anno questa conferma è arrivata  attraverso l’Oscar vinto da Milena Canonero,  come lo scorso anno arrivò con quello di Paolo Sorrentino. Ciò dimostra che la scuola italiana ha un notevole valore internazionale.

Per tale motivo il presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi, ha salutato il trionfo della costumista italiana agli Oscar, dicendo: “Dobbiamo sviluppare e trasmettere il respiro internazionale alle nuove generazioni di registi e di professionisti del cinema, se vogliamo davvero misurarci con il mercato, soprattutto europeo. Mi congratulo con Milena Canonero – ha aggiunto Tozzi – e la ringrazio per l’esempio che continua a darci”.

Dando uno sguardo d’insieme sugli eventi più significativi di questa notte di stelle, vogliamo ricordare appunto come premesso la vittoria dell’italiana Milena Canonero per i migliori costumi del film Grand Budapest Hotel di Wes Canonero. Poi durante la lunga notte degli Oscar hanno trionfato:

Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) di Alejandro Gonzales con la proclamazione di miglior film ad aggiungersi alle altre tre statuette conquistate per la miglior regia, la miglior sceneggiatura e la miglior fotografia; nove le nomination ottenute.

Rilievo anche per il film «Chi ha dato a questi figli di … la green card?», annunciato da Sean Penn che proclama vincitori di questa categoria, il regista messicano, i produttori e l’intero cast. Gonzales ringrazia con un discorso che punta l’attenzione sull’immigrazione e dice: “Vogliono che sia io a parlare che sono quello che parla l’inglese peggiore di tutti. Magari l’anno prossimo il Governo cambierà le regole dell’immigrazione per i messicani come me che non potranno più entrare all’Academy», ma che hanno creato questa fantastica nazione di immigrati”.

Ma anche tanti gli altri nomi vale la pena ricordare, che hanno comunque dato impulso alla cerimonia e comunque son dimostrazione di impegno culturale  in questo percorso. Una sentita standing ovation  è stata  fatta per Martin Luther King, al termine della canzone Glory dal film Selma, premiata come canzone originale, come al discorso di ringraziamento di Patricia Arquette per la statuetta vinta come miglior attrice non protagonista in Boyhood di Richard Linklater che ha entusiasmato la platea del Dolby Theatre di Los Angeles, tra cui la voce di  Meryl Streep,  che dalla prima fila ha gridato “Yes! Yes!”

C’è stata commozione per JK Simmons, premiato come migliore attore non protagonista per Whiplash, che ha  ringraziato la  compagna e la famiglia e, rivolgendosi al pubblico in sala, invitava i vincitori a chiamare i genitori, dicendo e raccomandando: “non mandate loro messaggi né email, ma chiamateli al telefono. Dite loro che li amate, e ringraziateli, e ascoltateli per tutto il tempo che avranno qualcosa da dirvi”.

La notte degli Oscar è stata, anche questa, una grande occasione per veicolare un messaggio d’amore e riconoscenza verso coloro che senza i quali non avremmo mai avuto la vita e che ci hanno permesso di essere quello che siano, nel bene e nel male. A loro, così come uno dei grandi comandamenti dell’amore è dovuto il manifestare del nostro affetto anche e soprattutto per le grandi vittorie della vita, così come per le sconfitte, perchè in loro troveremo sempre dei fedeli alleati e sostenitori.

Un altro momento di commozione è stato la confessione di Graham Moore che quasi in lacrime, accettando  l’Oscar per il miglior adattamento in The imitation Game,  ha voluto condividere il suo segreto, per un tentativo di suicidio a sedici anni perché si sentiva diverso.

Ma per non far torto e non dimenticare nessuno questi i premi Oscar 2015:

– Miglior film: «Birdman» di Alejandro González Iñárritu
– Miglior attrice protagonista: Julianne Moore per «Still Alice»
– Miglior attore protagonista: Eddie Redmayne per «The Theory of Everything»
– Miglior regia: Alejandro Gonzalez Inarritu per «Birdman»
– Miglior sceneggiatura non originale: Graham Moore per «The Imitation Game»
– Miglior sceneggiatura originale: Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. e Armando Bo per « Birdman»
– Miglior colonna sonora: Alexandre Desplat per il film «Grand Budapest Hotel»
– Miglior canzone: «Glory» di John Stephens e Lonnie Lynn nel film Selma
– Miglior documentario: «CitizenFour» di Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy e Dirk Wilutzky
– Miglior montaggio: Tom Cross per il film « Whiplash»
– Miglior fotografia: Emmanuel Lubezki per il film Birdman
– Miglior scenografia: Adam Stockhausen e Anna Pinnock per il film «Grand Budapest Hotel»
– Miglior film d’animazione: Don Hall e Chris Williams per il film «Big Hero 6»
– Miglior cortometraggio d’animazione: «Feast» di Patrick Osborne
– Migliori effetti speciali: Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher per il film «Interstellar»
– Miglior attrice non protagonista: Patricia Arquette per «Boyhood»
– Miglior sonoro: Alan Robert Murray e Bub Asman per «American Sniper»
– Miglior montaggio: Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per «Whiplash»
-Miglior corto documentario: «Crisis Hotline: Veterans Press 1» di Ellen Goosenberg Kent e Dana Perry
– Miglior corto: «The Phone Call» di Mat Kirkby e James Lucas
– Miglior film straniero: è il film polacco «Ida» diretta da Pawel Pawlikowski
– Miglior trucco: Frances Hannon e Mark Coulier per il «Gran Budapest Hotel»
– Migliori costumi: l’italiana Milena Canonero per il film «Grand Budapest Hotel»
– Miglior attore non protagonista: J.K. Simmons per «Whiplash».

Sebastiano Di Mauro


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