
Torre Kiobo, Seul, Corea (1999-2003) © Young Chea Park
Dal 25 settembre al 23 gennaio sarà in mostra al Mart di Rovereto «Mario Botta. Architetture 1960-2010», un progetto espositivo curato dallo stesso architetto, con la direzione scientifica di Gabriella Belli.
A quasi otto anni dall’inaugurazione della grande sede del Mart, la cui nuova e accogliente architettura ha ospitato un’intensa serie di stagioni espositive, il museo rende quindi omaggio al proprio ideatore, appunto l’architetto Mario Botta, autore del progetto, realizzato con la collaborazione dell’ingegnere Giulio Andreolli.
La mostra documenta le opere più significative realizzate dall'elvetico Botta in tanti anni di fortunata attività professionale: dalle prime case unifamiliari, originali espressioni della scuola ticinese, fino ai grandi edifici pubblici realizzati in tutto il mondo.

Casa unifamiliare, Breganzona, CH (1985 – 1988) © Pino Mus
Sono presentati oltre novanta progetti, tutti
realizzati, documentati con schizzi e modelli originali, fotografie e documenti inediti. L’esposizione si articola in dodici sezioni. La prima di esse intitolata «Incontri» è una sorta di spazio introduttivo costituito da suggestioni e memorie di artisti e opere, di personaggi della cultura e della musica che hanno lasciato un segno profondo nella formazione dell’uomo e dell’architetto. Le altre sezioni ripercorrono invece il personale percorso progettuale che ha portato Mario Botta a cimentarsi con tutte le tipologie edilizie. Da segnalare in particolare le emozionanti documentazioni dei progetti per il Museo Tinguely di Basilea, per il MoMA di San Francisco, per il Centro Dürrenmatt di Neuchâtel, per il restauro della Scala di Milano e, naturalmente, per lo stesso Mart di Rovereto. Le ultime sezioni sono dedicate alle creazioni di Mario Botta nell’ambito di Allestimenti, Scenografie e Design: dalle fortunate sedie realizzate all’inizio degli anni Ottanta per Alias, alle lampade tra cui la «Shogun» commercializzata da Artemide a partire dal 1985, al recente «Tavolo per Cleto Munari».
L’itinerario architettonico di Mario Botta, che trova le proprie origini nell’interpretazione della tradizione del Movimento Moderno e prosegue negli anni senza cedimenti su questa linea, si configura oggi come «ragione critica» rispetto alla fragilità dei modelli e delle mode offerte dalla globalizzazione. Nel suo studio di Lugano, l’architetto ticinese progetta edifici che trovano la propria ragione d’essere nella consapevolezza di interpretare la sensibilità della cultura contemporanea e nel contempo evocare quel territorio di storia e di memoria che costituisce il vero patrimonio dell’identità dell’architettura europea. Questi gli elementi che saranno al centro della mostra che caratterizzerà l'autunno del Mart.
Info: www.mart.trento.it |
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| da intrentino.to del 20 settembre |
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