La grande pittura italiana. Villa Borromeo D’Adda, Arcore

La grande pittura italiana.
25 capolavori del Novecento recuperati
dallo Stato italiano
24 maggio | 27 luglio 2025
29 agosto | 28 settembre 2025
Villa Borromeo D’Adda, Arcore

A Villa Borromeo d’Adda una mostra di opere confiscate
e consegnate alla Pinacoteca di Brera che ha siglato
un protocollo di intesa con il Comune di Arcore.
Al termine della rassegna i dipinti saranno assegnati
ai musei destinatari.

Dal 24 maggio al 27 luglio e dal 29 agosto al 28 settembre 2025 a Villa
Borromeo D’Adda, ad Arcore, la Pinacoteca di Brera e il Comune di Arcore
presentano la mostra “La grande pittura italiana. 25 capolavori del Novecento
recuperati dallo Stato italiano”, una privata raccolta di dipinti,
realizzati da protagonisti dell’arte italiana fra la seconda metà del Novecento
e gli inizi del 2000, provenienti da una vasta operazione di confisca di 52
opere, condotta dalla Corte d’Appello di Milano e da Carabinieri, Guardia
di Finanza e Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Milano. A cura della
Soprintendenza di Milano (guidata dall’arch. Emanuela Carpani, coadiuvata
dalle dott.sse Roberta Gnagnetti e Giulia Valcamonica) è stata effettuata
la selezione di 25 quadri, qui esposti assieme per la prima volta,
da assegnare a note collezioni pubbliche: Pinacoteca di Brera, Museo del
Novecento (Milano), Complesso Monumentale della Pilotta (Parma), Galleria
d’Arte Moderna (Torino), Galleria Internazionale “Ca’ Pesaro” (Venezia) e
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma); le opere musealizzabili
saranno successivamente consegnate alle rispettive istituzioni,
mentre per le rimanenti si provvederà alla pubblica vendita.

Organizzata dalla Pinacoteca di Brera in accordo con il Comune di Arcore
e curata dalla storica dell’arte Marina Gargiulo, la rassegna vede riunite
opere, tra gli altri di Enrico Castellani, Piero Dorazio, Renato Guttuso, Mario
Schifano, Mimmo Paladino, Filippo de Pisis, Giuseppe Capogrossi

La mostra è la prima delle iniziative culturali, promosse da Brera e dal
Comune di Arcore, nell’ambito del protocollo di intesa firmato dal sindaco
Maurizio Bono e dal Direttore Angelo Crespi nel 2024, finalizzato
alla valorizzazione del patrimonio del museo e della prestigiosa Villa
Borromeo d’Adda. L’accordo ha permesso, anche grazie alla disponibilità
dell’Assessore Nicolò Malacrida, di custodire tutti i dipinti sequestrati in
spazi idonei alla conservazione, sotto la supervisione del personale specializzato
della Pinacoteca.

Testimonianze fondamentali d’arte italiana – e non solo – fra gli anni ’40 del
Novecento e i primi del 2000, eterogenei per stili e decadi, i dipinti scelti
vengono allestiti per affinità estetiche, relazioni iconografiche, coerenze
temporali o per movimenti (Transavanguardia: Sandro Chia, Nicola De Maria,
Mimmo Paladino). Se negli anni ‘40-‘50 domina la figura dal vero (Renato
Guttuso, Filippo de Pisis), emergono nella seconda metà del secolo quei
linguaggi astratti, fatti di geometrie più o meno rigorose (Tancredi Parmeggiani,
Piero Dorazio, Afro), di distribuzione di simboli, strutture aniconiche
e segni grafici (Mark Tobey, Giuseppe Capogrossi, Toti Scialoja, Riccardo Licata),
a volte in dialogo giocoso col mondo animale (Gastone Novelli); negli
anni il quadro si allontana dall’aspetto tradizionale per farsi oggetto, spesso
polimaterico (Conrad Marca-Relli, Mario Merz), o per proiettarsi nella terza
dimensione (Enrico Castellani), e quando prende forma nel colore, lo fa per
masse e superfici senza disegno, fatte di stesure aggrumate, sovrammesse,
apparentemente disordinate (Renato Birolli, Giulio Turcato, Emilio Vedova,
Mario Schifano), in grado di evocare sensazioni, luoghi, ricordi.

In mostra compaiono anche immagini e dati relativi alle 26 opere destinate
alla vendita e l’interessante documentazione fotografica riguardante due
dei 25 dipinti museali, Composizione di Afro e S-6-62 di Conrad Marca-Relli,
al momento in condizioni non idonee all’esposizione e in attesa di esser
sottoposte a restauro; per quanto riguarda invece l’opera di Renato Birolli,
Chiaro di luna, pure interessata da evidenti situazioni di fragilità e instabilità
degli strati pittorici, si è invece riusciti a programmare in tempo e realizzare
un intervento conservativo di messa in sicurezza, presso il Laboratorio
di restauro della Pinacoteca, che ne ha permesso l’allestimento.