Beethoven, l’invenzione della musica M.A.C. MILANO

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Stagione 2016/Musica da camera

Beethoven, l’invenzione della musica   

Settimo appuntamento con il duo Luciani-Motterle e il ciclo ideato per laVerdi dedicato alle Sonate del Genio di Bonn

Ricomincia, dal settimo dei suoi dieci concerti, il viaggio del duo formato dal violinista Fulvio Luciani e dal pianista Massimiliano Motterle per laVerdi, entro le Sonate per pianoforte e violino di Beethoven. Appuntamento domenica 25 settembre (ore 11.30), al  in Piazza Tito Lucrezio Caro 1. In locandina: Beethoven, 6 Allemande (WoO n.42) (1795-96); Chopin, Preludi dall’op.28, versione di Mario Castelnuovo-Tedesco (1944) prima esecuzione mondiale; Šostakovič, Preludi dall’op.34; Beethoven, Sonata in la maggiore op.12 n.2 (1798).

Al ciclo per laVerdi si lega un progetto di formazione presso l’Università Statale Milano Bicocca, e un ciclo di conferenze in cui, strumento alla mano, Luciani e Motterle leggono le Sonate una a una e affrontano i grandi temi dell’interpretazione beethoveniana oggi. La settima conferenza, in programma mercoledì 21 settembre (ore 18.00, ingresso libero), Università degli Studi di Milano Bicocca (Edificio U6, aula 7, piano terra), Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, si intitola: “Verso la Francia. Varcato il confine cambia a luce. La Sonata in la maggiore op.12 n.2 e le 6 Allemande WoO n.42”.

(Biglietti: euro 15,00/9,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00, chiuso lunedì Tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.).

 

“In anni molto vicini – spiega Fulvio Luciani – a quelli in cui Beethoven inseguiva l’idea di una forma di grandi proporzioni, che in qualche misura si costruisse da sé grazie alla tecnica della variazione, Chopin scrisse i Preludi, che descrivono il mondo in un solo gesto. Tutti sappiamo che poche parole possono essere intense quanto un appassionante romanzo, e rimanere, e lavorare nella nostra memoria e nella nostra coscienza altrettanto a lungo. Nel Novecento Šostakovič volle rifarsi a Chopin, e Mario Castelnuovo-Tedesco volle destinare al violino e pianoforte quel che Chopin aveva destinato al pianoforte solo. Li si ascolta qui a confronto, Castelnuovo-Tedesco per la prima volta. Per anni il nome di Castelnuovo Tedesco è stato associato all’idea di una piacevole retroguardia: un compositore a cui non si poteva non riconoscere un talento, ma senza importanza. Si era abituati a pensare che la strada maestra dell’esperienza musicale del Novecento fosse quella della Nuova Musica, quella della seconda scuola di Vienna e poi di Darmstadt, e che tutto quanto non fosse schierato sul fronte dell’Avanguardia non meritasse interesse. Poi, ci si è resi conto che la Nuova Musica faticava ad essere accolta dal pubblico, e che molte altre esperienze andavano riconsiderate, prima fra tutte quella della musica da film. Oggi, che quel pregiudizio sembra definitivamente superato e che perfino i Wiener Philharmoniker hanno eseguito in concerto le musiche di Star Wars, abbiamo l’occasione di guardare alla storia musicale del Novecento con sguardo più lucido e da un nuovo punto di vista: in questo ci soccorre Castelnuovo Tedesco, la cui vicenda getta un ponte tra la più alta tradizione colta europea, quella della sua formazione a Firenze sotto la guida di Pizzetti, e le esperienze della musica cinematografica hollywoodiana e del jazz della costa occidentale compiute come autore e didatta, e percorre in fondo una vicenda esemplare della musica del Novecento. Basterebbe ricordare che John Williams (l’autore della colonna sonora di Star Wars), Henry Mancini e André Previn sono stati suoi allievi, in un rapporto privato, dunque liberamente scelto, e che interpreti della sua musica sono stati nientemeno che Toscanini, Mitropoulos, Koussevitzky, Heifetz, Gieseking, Segovia e Piatigorsky, non semplicemente personaggi illustri ma l’assoluto non plus ultra internazionale di quell’epoca. Quella di quest’oggi è una prima mondiale. Ne seguirà una seconda, nell’ottavo concerto del ciclo, con il Concerto per violino e pianoforte n.3”.

 

Biografie

Fulvio Luciani, violino. È stato allievo di Paolo Borciani, primo violino del Quartetto Italiano, Franco Gulli e Norbert Brainin. Per 21 anni si è dedicato al quartetto d’archi, come fondatore e primo violino del Quartetto Borciani. Nel 1984 Borciani gli permise di dar vita ad un quartetto d’archi che avrebbe portato il suo nome, a indicare un’eredità ideale e una linea di continuità nella lezione dell’indimenticabile Quartetto Italiano. Dal 1984 al 2005 il Quartetto Borciani ha tenuto centinaia di concerti, in Europa e negli Stati Uniti, realizzato dischi e registrazioni radiotelevisive, commissionato ed eseguito opere nuove, tenuto corsi in Italia e all’estero; è stato il primo quartetto di italiani a eseguire in concerto il ciclo integrale dei Quartetti di Beethoven, un ricercato interprete della musica del presente e una figura moderna del panorama concertistico, capace di strutturare la propria attività in cicli e progetti a tema, l’ultimo dei quali, “Il giro del mondo in ottanta quartetti”, è stato in residenza presso la Fondazione Benetton di Treviso. Ancora oggi The Penguin Guide To Recorded Classical Music indica le sue esecuzioni dei Quartetti di Boccherini per Naxos fra i migliori dischi della produzione mondiale.

Luciani è protagonista della riscoperta di Camillo Sivori, celebre virtuoso dell’Ottocento: per primo ne ha eseguito i 12 Capricci, a Venezia, presso la Fondazione Cini, li ha registrati per Naxos e sta per pubblicarne la revisione per Casa Ricordi. Accanto al repertorio più tradizionale, coltiva scelte più segrete: esegue l’integrale per violino e pianoforte di Robert Schumann, che ha registrato per Amadeus e per il canale satellitare Classica; l’intero ciclo delle Sonate e Partite di Bach nella rara versione con pianoforte di Schumann; lo straordinario repertorio del duo Dushkin-Stravinskij e la musica per violino e pianoforte di Liszt, per dire solo di alcune monografie. Nel 2011 ha presentato “Il violino e altri racconti” presso il Festival Ondemusicali di Iseo: un ciclo di tre concerti narrati per violino solo, nel quale ha eseguito un repertorio che abbracciava sette secoli e, come un antico cantastorie, divagato a parole intorno alla musica. Si è esibito per le principali istituzioni musicali con numerosissime orchestre, oltre che come direttore-solista: in questa veste ha tenuto la prima esecuzione di Lydia di Fabio Vacchi con gli Archi dei Pomeriggi al Teatro Dal Verme di Milano.

Insegna al Conservatorio di Milano. Nel 2013 ha creato Officine Luciani, libera scuola di violino e musica da camera. Suona un antico violino costruito a Cremona da Lorenzo Storioni la cui conservazione e messa a punto è curata da Igor Moroder e un arco moderno opera di Benoît Rolland.http://www.fulvioluciani.it/

 

Massimiliano Motterle, pianoforte. Bresciano di nascita e formazione musicale, ha studiato con Sergio Marengoni, si è diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ed è stato premiato in più di venti concorsi nazionali e internazionali tra cui il Concorso Liszt di Budapest, il Concorso di Cincinnati, il Concorso Iturbi di Valencia e il Concorso Pianistico Internazionale Franz Liszt “Premio Zanfi” di Parma, dove ha ottenuto anche il premio speciale della giuria per la migliore esecuzione della Sonata di Liszt. Ha completato la sua formazione sotto la guida dei celebri pianisti Lazar Berman, Paul Badura-Skoda e Alexis Weissenberg. Pianista lisztiano per eccellenza, è stato invitato ad eseguire Malediction nella Great Concert Hall di Budapest con la Liszt Chamber Orchestra, e Totentanz con la Hungarian Matav Symphony Orchestra diretta da Andras Ligeti, nella prestigiosa Sala dell’Accademia Liszt. Esegue in concerto i 12 Studi d’esecuzione trascendentale e nel 2002 ha avuto l’onore di suonarli su uno dei pianoforti Bösendorfer appartenuti a Liszt. A soli 21 anni ha debuttato nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano eseguendo il 3° Concerto di Sergej Rachmaninov con l’Orchestra della RAI di Milano diretta da Daniele Callegari. Ha tenuto concerti in Austria, Belgio, Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Svezia, Ungheria e negli Stati Uniti. Nel 2009, dopo essersi incontrati per l’esecuzione di The Turn of the Screw di Britten, ha costituito un duo con Fulvio Luciani, violinista col quale ha inciso per l’etichetta discografica Naxos. Insegna pianoforte presso il Conservatorio di Foggia ed è direttore dell’Accademia Pasini di Cortefranca; nel 2004 ha tenuto una masterclass all’Università di Cincinnati e oggi tiene corsi di perfezionamento estivi a Roana (VI) e Rovato (BS). È attivo anche nell’organizzazione: nel 2010 ha fondato e da allora dirige il Festival Onde Musicali di Iseo. La sua discografia comprende alcuni capisaldi della letteratura pianistica quali le 4 Ballate di Chopin.