
Leandro Fossi nasce a Montemaggiore al Metauro in provincia di Pesaro-Urbino, in quella terra dalle dolci colline che hanno caratterizzato la sua infanzia e le sue estati nel corso della vita.
Laureato a Ca’ Foscari in Economia lascia le Marche per approdare a Milano per lavoro, sposa Ambretta, con la quale avrà due figli. Lei, piccola e dolce in apparenza,lo affiancherà anche in tutte le sue avventure extra lavorative, quali la scrittura e la musica classica
Questa passione di scrivere , nata in gioventù, viene fortemente ripresa nel 2005, quando gli viene diagnosticato, come si dice, un brutto male, con il quale lotterà, tra alti e bassi sino ad un mese fa.
Per distrarsi, o forse per lasciare qualcosa in più dei saggi di economia usciti su quotidiani tematici, riprende gli appunti di una vita fino ad allora celati in un cassetto e decide di dar loro un ordine e una pubblicizzazione.
Nasce cosi il primo romanzo, Fuga in Oriente, edito da ExCogita, in cui con una prosa piana e lievemente ironica, quasi svagata, l'autore racconta i momenti memorabili, quelli di un'adolescenza ingenua e fantasiosa, quelli vissuti viaggiando e sostando in un paese lontano e quasi sconosciuto,la Cina. Il tutto con uno stupore che non si ferma compiaciuto e passivo agli eventi di cui è testimone, che, anzi, si accompagna ad una curiosità grande che le esperienze le provoca, le sollecita, le riporta a sé. Così che, nel racconto, anche la categoria astratta del favoloso si tramuta in una colorata, commossa avventura personale. (Bonura)
Nel 2006 sempre per ExCogita esce La casa degli zii una serie di quattordici racconti che affrontano vari temi, tra i quali il rapporto di difficile convivenza tra la famiglia di un ragazzo e quella di alcuni parenti benestanti, l'atteggiamento di genitori incolti di fronte alla laurea del figlio, la meraviglia per i materiali usati da un pittore d'avanguardia, gli intrighi amorosi di un uomo in carriera, la doppia vita di un ex funzionario di banca, un caso di follia due: la madre e il figlio, il terribile segreto di uno scienziato che nella sperimentazione si è spinto ogni limite.(Bonura)
La mano che scrive in questa raccolta è più leggera e la lettura è lieve e piacevole al punto da sembrare di essere proprio nel posto descritto.
La malattia non lo abbandona e Leandro è sempre più prolifico sino a spingersi nel noir, ma un noir breve nella lettura, ma avvincente in cui il lettore sembra essere trascinato in una folle corsa.
Viene cosi alla stampa nel 2011 Un passo troppo lungo,edito da Robin Edizioni Ebooks, ove il Fossi si pone come un osservatore che dal suo punto di osservazione vede e conosce solo una parte della vicenda, e solo questa racconta, perché solo questa, in fondo, gli interessa. Il resto sarebbe… un romanzo! Non fa parte dell'ambiente che gli interessa descrivere. (L.Aguzzi). Il romanzo è pieno di colpi di scena. La descrizione dei vari personaggi coinvolti, di cui alcuni insospettabili con ruoli istituzionali importanti, delle loro frequentazioni e delle motivazioni che stanno alla base dei loro comportamenti, rispecchia in modo efficace le ambiguità e la mancanza di valori che caratterizzano la realtà dei nostri giorni, un mondo ambiguo e senza valori che "sporca" anche quel poco di buono che la vita offre, un mondo che non tiene conto dei sentimenti umani, un mondo ove l'onestà è un investimento che non dà ritorno…
Come si sa quando si vede che la vita ti scorre tra le dita come sabbia si vorrebbe fare tutto quel che non si é fatto e dare ciò che non si è dato, cosi Leandro Fossi scrive un romanzo diario della sua ultima parte di esistenza, Anche questa è vita,che uscirà postumo, in cui lascia una testimonianza del suo “calvario”.
Il libro parla di un professionista non più giovane che ha la sfortuna di trascorrere una settantina di giorni di degenza in ospedale.Nel letto accanto al suo si alternano varie persone che nella vita di tutti i giorni probabilmente non avrebbe mai incontrato: persone umili, di poca cultura, con tutto il fardello della propria sofferenza. All’inizio le guarda con diffidenza come nemici che gli contendono il poco spazio a disposizione a scapito della sua intimità. ma ben presto si accorge che fra lui e questa umanità dolente non c’è nessuna differenza. Le loro storie lo incuriosiscono, ascolta e partecipa ai loro problemi, sente infrangersi quella lastra di gelo che le convenzioni e l’attività professionale gli avevano creato e ritrova un’umanità di cui non si sarebbe mai creduto capace.
Leandro se ne è andato in punta di piedi, quasi non volesse disturbare più di tanto, ma ha fatto in tempo a lasciarci un pensiero sul suo stato d’animo e sulle sue speranze che sapeva già non si sarebbero avverate:
” Quanto alla salute non posso che ringraziare il Padreterno per essere riuscito ad arrivare sin qui. Mi piacerebbe vivere ancora un po’ di anni per veder crescere le nipotine e assistere agli avvenimenti più importanti della loro esistenza fino al giorno del loro matrimonio. Mi immagino vecchissimo, seduto al primo banco a sinistra che, se ricordo bene, è la parte in cui si mettono i parenti della sposa, con la faccia curva sul bastone che stringo tra le mani per nascondere la mia commozione. Mi piacerebbe conoscere colui che hanno scelto come compagno della loro vita. Ma forse sto chiedendo troppo e non ho il coraggio di contare quanti anni dovrei ancora vivere. Daniele continua a ripetermi che devo stare in gamba perché vuole che faccia da padrino a Benedetta per il battesimo. Già l’espressione “stare in gamba” mi fa sorridere e mi immalinconisce.
Con la nascita delle due nipotine la vita ha voluto sorprendermi ancora una volta.
E’ stata un’emozione indescrivibile che non mi sento di paragonare a nessun’altra, nemmeno con quella che ho provato alla nascita dei mei figli.
Quando è nata Valentina cadevano grossi fiocchi di neve che sfarfallavano lievi nell’aria coprendo tutto di bianco. Dopo pochi giorni sarebbe stato Natale, mai come allora ho compreso tutto la tenerezza e il valore della Natività.
E la mia vita, ormai al tramonto, prende un po’ di vigore e la presenza di queste due piccoline che crescono rende la mia malattia più sopportabile e addirittura in qualche momento me la fanno dimenticare.”
La conoscenza di Leandro, della sua storia, del suo coraggio e della sua forza nell’affrontare i “perigli” hanno rappresentato per chi scrive un esempio per andare avanti e non lasciarsi sopraffare.
Giuliana de Antonellis