Si inaugura oggi e durerà fino al 1° ottobre l’iniziativa “Milano nei cantieri dell’arte” quest’anno dedicata al '600 e '700: si svelano ai cittadini monumenti e architetture nelle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza con workshop e visite guidate ai cantieri del restauro.
L’avvio oggi con un convegno in Assimpredil. Si ripercorrerà il graduale sviluppo urbano racchiuso nella cinta muraria di Carlo V con le fabbriche e le opere idrauliche già avviate in epoche precedenti. La manifestazione, ideata da Assimpredil Ance, Camera di Commercio di Milano e Soprintendenze ai Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Varese e Arcidiocesi di Milano – Vicariato per la Cultura, per aprile 2012 ripropone le iniziative aperte ai milanesi.
Per informazioni e prenotazioni 02 8812951 / www.milanoneicantieridellarte.it. La manifestazione proseguirà fino al 2015, prevedendo ogni anno l’organizzazione di convegni, workshop, visite guidate ad aprile, nell’ambito della Settimana della Cultura e a settembre, in occasione delle Giornate Europee per il Patrimonio.
“Un’iniziativa – ha dichiarato Lionella Maggi, consigliere della Camera di commercio di Milano – che rende Milano capofila e potrebbe essere allargata ad altre città. Un modello di conoscenza e valorizzazione delle opere sul nostro territorio per un possibile rilancio anche a livello internazionale”.
“Continua il nostro percorso – ha dichiarato Massimiliano de Adamich, esecutivo Assimpredil Ance – Tecnologia e Innovazione – che ha tra gli obiettivi quello di far conoscere il valore delle architetture storiche del nostro territorio e le capacità di chi provvede al loro recupero ed alla loro conservazione e di conseguenza di far crescere la filiera del settore. Dal 2009 ad oggi abbiamo organizzato una quarantina di seminari, convegni e workshop, una sessantina di visite guidate. Hanno partecipato quasi 500 tra relatori e autorità e nell’iniziativa abbiamo avuto più di 11.000 presenze. C’è una quantità di edifici che oggi necessitano di interventi in un contesto di ricchezza storico architettonica incomparabile a livello internazionale. Troviamo un meccanismo economico finanziario, fiscale, sociale che promuova il recupero e la valorizzazione di questi edifici, ricordando che il 44% del suolo nazionale è a rischio sismico (36% dei comuni, 22 milioni di persone)”.