Il Collezionismo e la formazione dei Grandi Musei del mondo: ciclo di conferenze 2010-Museo Statale Ermitage- Ferrara

Martedì 28 settembre ore 16.00 – Ferrara, Fondazione Ermitage Italia-Palazzina Giglioli

Le collezioni di pittura italiana del Museo Ermitage di San Pietroburgo

Irina Artemieva

(Curatrice della collezione di pittura italiana del Museo Ermitage di San Pietroburgo)

Dal 1982 Irina Artemieva entra a far parte dello staff del Museo Ermitage di San Pietroburgo e nel 1986 diviene conservatrice della pittura veneta di cui è eminente esperta. Molto nota e apprezzata all’estero, ha pubblicato numerosi lavori su vari aspetti e problemi che abbracciano il periodo che va dal XVI al XVIII sec., inclusa la storia del collezionismo in Russia. È curatrice di moltissime mostre sia in Russia che all’estero, come "Da Leonardo a Tiepolo" (Milano 1990); "Italian Renaissance and Baroque Painting" (Tokyo 1993); "Capolavori nascosti dell’Ermitage" (Udine-Bruxelles 1998-99); "Florence and Venice: Italian Renaissance Painting from the State Hermitage Museum" (Tokyo 1999); "Cinquecento veneto" (Bassano-Barcellona 2001); "Antonio Canova. Disegni e dipinti" (San Pietroburgo 2001-2002); "Our Landscape: 400 years of European Paintings of the State Hermitage Museum" (Tokyo-Nagoja-Kyoto, 2006-2007). Ha scritto molteplici contributi in cataloghi di mostre internazionali, facendo anche parte di numerosi comitati scientifici. Autrice permanente della rivista "Arte Veneta" e socio straniero dell’Ateneo Veneto, dal 2004 Irina Artemieva è cavaliere-ufficiale "Al Merito della Repubblica Italiana" e dal 2007 direttrice russa della Fondazione Ermitage Italia.

Irina Artemieva terrà la prima delle conferenze dedicate alle collezioni dei grandi musei del mondo che non poteva che essere dedicata al Museo Russo. La raccolta dei dipinti italiani dell’Ermitage presenta infatti pezzi di inestimabile valore come la Madonna Benois di Leonardo, la Madonna Connestabile di Raffaello, la Giuditta di Giorgione ed il Suonatore di Liuto di Caravaggio che entrarono nella quadreria di Caterina II attraverso l’acquisizione di prestigiose collezioni private come quella di Pierre Crozat ed Horace Walpole. La recente pubblicazione, promossa dalla Fondazione Ermitage Italia, del

catalogo della pittura italiana del Seicento del Museo Russo sembra un preambolo introduttivo alle parole della curatrice che prenderà in esame altri importanti nuclei della raccolta.

28 ottobre

Il Prado: un Museo costruito sulla Collezione Reale Spagnola

Gabriele Finaldi

(Direttore aggiunto Museo del Prado, Madrid)

Lo storico dell’arte italo inglese, nato a Londra nel 1965, è attualmente direttore aggiunto del Prado di Madrid, dove si occupa di un ciclo di progetti espositivi legato all’ampliamento degli spazi del museo madrileno. Formatosi al Courtauld Institute of Art di Londra, per circa dieci anni a capo del dipartimento di pittura italiana e spagnola della National Gallery di Londra, è esperto di arte veneziana del XVI secolo (Giovanni Bellini, Tiziano) e spagnola del XVII secolo (Ribera, Zurbaran, Velasquez, De Pereda), ha pubblicato numerosi saggi di arte barocca, curato mostre scientifiche e scritto un accurato volume sull’immagine di Cristo nell’arte (2000). Responsabile del riordino e ampliamento della collezione spagnola è attualmente salito agli onori della cronaca, per l’impegno profuso nell’ampliamento del museo madrileno che ha portato al recupero di nuovi spazi, rendendo utilizzabili almeno venticinque nuove sale che potranno ospitare altre centinaia di opere.

Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Ermitage Italia illustrerà nella propria conferenza del 28 Ottobre le dinamiche che hanno portato alla formazione delle collezioni del Museo che dirige. Quando venne inaugurato, all’inizio dell’ottocento, il Prado possedeva poco più di trecento opere tutte provenienti dalle quadrerie dei reali spagnoli, da Isabella di Castiglia a Filippo IV e da allora continuò ad arricchirsi attraverso continue acquisizioni fino a raggiungere la sterminata e preziosa collezione attualmente visibile, ricca delle più importanti pitture di arte spagnola ed eccelse opere di artisti internazionali.

8 novembre

Dal collezionismo al Museo nel XVIII secolo: Dresda, Napoli, Roma

Andrea Emiliani

(Pinacoteca Nazionale di Bologna)

Andrea Emiliani, allievo di Roberto Longhi e Francesco Arcangeli, già Soprintendente per il Patrimonio Storico e Artistico dell’Emilia Romagna e direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna, è stato docente di Museografia e Storia dell’arte all’Università di Bologna; è stato ispettore onorario per la Didattica dei Musei del Patrimonio Artistico e Storico Nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Critico d’arte, ha collaborato alla riorganizzazione di diverse pinacoteche. Accademico dei Lincei, è presidente dell’Accademia Clementina di Bologna e membro di diverse altre, tra cui l’Accademia Raffaello di Urbino e quella romana di San Luca; è inoltre autore di numerosi saggi sulla tutela dei beni culturali e sull’arte, soprattutto emiliana, del Seicento fra i quali si ricordano gli studi sui Carracci, su Guido Reni, su Simone Cantarini e, recentemente, la monografia su Federico Barocci.

Nell’intervento del prossimo 8 novembre, Andrea Emiliani, affronterà un tema di grande interesse che, nell’ambito di un ciclo di conferenze dedicato alle collezioni dei grandi musei del mondo, risulta assolutamente imprescindibile: l’evoluzione delle raccolte d’arte private in musei aperti al pubblico. La relazione prenderà in esame il caso di tre città, Dresda, Napoli e Roma, fra loro molto distanti sul piano territoriale come anche culturale, dove l’esperienza della musealizzazione di raccolte private, con aspetti e peculiarità di grande interesse, ha condotto ad esiti fra loro molto diversi.Per info:

Direzione e sede operativa
Complesso di Palazzo Giglioli
Corso Giovecca 148/A
44100 Ferrara
tel. 0532 1863600
fax. 0532 1863614

Ingresso Libero


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