LʼArchivio Emilio Scanavino presenta, dal 10 aprile allʼ8 giugno 2014, presso la Fondazione
Stelline, la mostra personale dellʼartista Emilio Scanavino, Nascenza, a cura di Elisabetta Longari.
Organizzata dalla Fondazione Stelline, allʼinterno del progetto Disegnare e scolpire il tempo:
Milano 1950 – 2000, in collaborazione con lʼArchivio dellʼartista, la mostra rientra nel palinsesto de
La Primavera di Milano programmazione culturale e artistica promossa dal Comune di Milano ed è
inserita nellʼagenda del Fuorisalone 2014, in particolare nel progetto “5 vie art+design”.
Lʼesposizione vuole offrire una rilettura e un approfondimento dell'opera di Emilio Scanavino,
(Genova, 1922 – Milano, 1986) – artista annoverato tra i protagonisti indiscussi della stagione
informale italiana e unanimemente riconosciuto tra i maggiori rappresentanti dell'avventura segnica
messa a punto durante gli anni Cinquanta – dando rilievo a quegli aspetti innovativi del suo fare
artistico che mostrano un distacco dalle drammatiche urgenze dell'informale e i cui esiti appaiono
spesso di sorprendente attualità.
Il percorso espositivo si sviluppa intorno a un nucleo di disegni inediti, eseguiti tra il 1961 e il
1978, e 17 sculture realizzate dal 1959 al 1969 anchʼesse quasi tutte mai esposte, che
instaurano tra loro un fitto sistema di relazioni, fatto di affinità e di sottili ma sostanziali
cambiamenti. Con questa mostra, che riprende nel titolo Nascenza un termine ricorrente di molti
dipinti di Scanavino, si vuole indagare e sottolineare la carica sperimentale del linguaggio
dell'artista svelandone il particolare modo di procedere che, a partire da un nucleo primordiale di
materia, da un embrione d'immagine, sviluppa numerose variazioni in una serie di passaggi e
mutazioni.
Alcune forme archetipiche che tornano con insistenza – l'uovo, il nido, il pane, le mani e i nodi in
continua evoluzione – testimoniano lʼessenza del processo creativo di Scanavino, strettamente
connesso al ciclo della natura. La sua attenzione ai margini, ai resti, agli accadimenti quotidiani,
la sua inclinazione verso il lato segreto è l'humus che dà luogo alla genesi delle sue immagini.
Alcune sculture esposte, quali ad esempio Geometria malata (1967), vero e proprio objet trouvé, e
la scultura del 1968 composta da tre uova in terracotta smaltata deposte su un letto irregolare di
sabbia, avanzano proposte di carattere innovativo sul fronte dell'installazione, mentre
sorprendono perché svelano che è soprattutto la fragilità ad attrarre lo sguardo di Scanavino. Uno
sguardo che coglie il mistero, al tempo stesso meraviglioso e terribile, della legge dell'incessante
trasformazione, cui partecipano tanto la natura silente degli oggetti quanto gli esseri animati di cui
l'artista riesce a far percepire la natura organica. La continua messa a morte del reale che è la
vita, frutto di un momentaneo equilibrio tra forze opposte, ben rappresentate dalla presenza di
forme geometriche in relazione con forme organiche, sembra essere il vero soggetto dell'opera di
Scanavino. La mostra sarà accompagnata da tre video (1961,1974,1980) che documentano lʼattività del
Maestro, presentati nella dark room, e da un catalogo in italiano e inglese che raccoglie un ricco
apparato iconografico delle opere in mostra e un testo critico della curatrice Elisabetta Longari.
Cenni biografici
Emilio Scanavino, (Genova, 1922 – Milano, 1986)
Conseguito il diploma artistico, nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura dellʼUniversità di
Milano, ma interrompe gli studi perché chiamato alle armi. Nel 1947 Scanavino si reca per la prima
volta a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti,
Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. Lʼesperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo
percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimila e interpreta in chiave
personale fin dal 1948, quando espone alla Galleria lʼIsola di Genova. Nel 1950 alla XXV Biennale
di Venezia espone Soliloquio musicale e suscita lʼattenzione della critica. Sarà invitato alla
Biennale di Venezia anche nel 1954, nel 1958 e nel 1960 con una sala personale. Nel 1951, in
occasione di una mostra personale alla londinese Galérie Apollinaire, trascorre un periodo a
Londra, dove viene profondamente colpito dallʼopera di Bacon, di Sutherland e di Matta.
Dal 1968 lavora sempre di più a Calice Ligure, avendovi stabilito una comunità artistica,
specialmente dedita alle attività artigianali (ceramica). Alla sua opera sono state dedicate mostre
personali presso la Kunsthalle di Darmstadt, 1973; a Palazzo Grassi di Venezia, 1973; e al
Palazzo Reale di Milano, 1974. Muore a Milano il 28 novembre del 1986.
Contatti:
info@archivioscanavino.it
press.archivioscanavino@gmail.com
tel. 339 4445029
Emilio Scanavino, Nascenza, a cura di Elisabetta Longari
Fondazione Stelline, Corso Magenta, 61, 20123 Milano
10 aprile – 8 giugno – mart – dom 10.00 – 20.00
Inaugurazione 9 aprile ore 18.30
Biglietto (unico per le due mostre Emilio Scanavino, Nascenza e Matita&Metropoli: Giuseppe
Coco e Walter Molino): intero € 6; ridotto € 4,50; scuole € 2
Organizzata da in collaborazione con Archivio Scanavino – www.archivioscanavino.it
La mostra Emilio Scanavino, Nascenza, insieme con la mostra Matita&Metropoli: Giuseppe
Coco e Walter Molino, è inserita nel progetto di Fondazione Stelline, DISEGNARE E SCOLPIRE
IL TEMPO: MILANO 1950 – 2000, dedicato ad artisti milanesi di nascita o adozione
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