IMMAGINI DI UN ITINERARIO SIMBOLICO

 

 Nella biblioteca “Landolfo Caracciolo”, sita nel chiostro del complesso monumentale di S. Lorenzo Maggiore in Piazza S. Gaetano, lungo quello che fu il decumano maggiore dell’antica polis greco-romana, oggi via Tribunali, la fotografa Maria Raffaela Scalfati espone le sue opere in una mostra personale, che dal periodo natalizio e prosegue fino al 6 febbraio.La mostra s’intitola “Itinerario simbolico” ed è curata da quella prestigiosa istituzione culturale che è l’Istituto Politeia, presieduto da Antimo Cesàro professore universitario di filosofia e simbolica politica.L’itinerario simbolico della mostra fotografica della Scalfati riguarda un tema su cui il pensiero dell’umanità si è incentrato da tempo immemorabile: la vita terrena, con le passioni e le ingannevoli bramosie; la morte, quale momento in cui tutto si azzera e si mescola; la vita ultraterrena: illusione, speranza o certezza?

Questi tre momenti dell’itinerario simbolico della mostra fotografica di Maria Raffaela Scalfati, si snodano attraverso le fotografie dei simboli impressi nei monumenti artistici partenopei (scultura ed architettura barocca, in particolare), poi in alcuni aspetti caratteristici di un’antropologia culturale unica ed originale come quella napoletana (le testine dei pastori del Presepio, staccate dai corpi e ammucchiate alla rinfusa, che guardano con occhi sbarrati come per uno stupore sgomento dinanzi all’evento definitivo, oppure i teschi delle Fontanelle), ed infine attraverso le rappresentazioni, che l’arte ha tentato di dare, della rinascita in una nuova vita (gli angeli che indicano la via). Ma prima della via verso la nuova vita, v’è il “guardiano della soglia”, che presidia l’ingresso. Il “guardiano della soglia”, che nella mostra è simboleggiato dall’angelo con la spada, e che ritroviamo nell’Eneide di Virgilio, nel romanzo Zanoni di Bulwer e soprattutto negli scritti di quei grandi maestri di spiritualità che furono Rudolf Steiner e Renè Guènon.

Questa mostra, così particolare per il tema trattato, assume una connotazione peculiare, proprio a Napoli, ove dall’antichità nel pensiero dei partenopei, vita e morte convivono e s’intrecciano.Infatti, l’itinerario simboli e filosofico di cui trattasi, si esprime attraverso i modi espressivi tipici della napoletanità, che, a ben vedere, hanno anche un valore universale, quasi di archetipi, in un luogo che è senza dubbio una “città-mondo”, come diceva lo storico Braudel.Le fotografie sono accompagnate da brani letterari di D’Annunzio, Jacopone, Bulwer, e da brani tratti dalle opere “L’iniziazione” di Steiner e “Considerazioni sulla via iniziatica” di Guènon.

La fotografa Maria Raffaela Scalfati (1984), nonostante la giovane età, possiede già un curriculum di tutto rispetto. Conseguita la maturità artistica, ha intrapreso un coerente percorso di studi dapprima nel settore della Diagnostica e Restauro – settore dipinti murali, poi con il corso di laurea in “Progettazione ed Arti applicate – Scenografia” presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Ha conseguito anche il diploma professionale di “operatore fotografico” ed ha frequentato numerosi corsi, anche universitari, di fotografia, fotodigitale e photoshop.

Ha partecipato a numerose mostre ed eventi fotografici, ottenendo anche premi per le sue opere.

Ha curato reportage fotografici di viaggi in Bulgaria (volti, aspetti etnoantropologici, vita quotidiana, monasteri ortodossi), in Normandia ed in altri paesi europei e località italiane. Si dedica anche alla fotografia dell’architettura barocca e del liberty europeo.

I suoi generi fotografici sono: still life, arte ed architettura, ritratti, reportage, antropologia culturale.

Nel settore dell’editoria ha curato la parte iconografica di libri, nonché ha pubblicato articoli su temi artistici. Svolge anche attività di fotoreporter per giornali e riviste e nell’ambito di eventi culturali.

La mostra di Maria Raffaela Scalfati è visitabile ogni lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10 alle 13, fino al 6 febbraio, data in cui si concluderà con una conversazione sul tema “L’ermeneutica simbolica dell’opera d’arte”, che sarà moderata da Maurizio Vitiello, critico d’arte e docente della Fondazione Humaniter, ed a cui interverranno Antimo Cesàro, docente universitario di filosofia e simbolica politica e presidente dell’Istituto Politeia, e Massimo Scalfati, giornalista e presidente dell’Istituto Italiano di Scienze Sociali, noto per essere stato discepolo del pensatore Julius Evola.

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