Sala delle Accademie dell’Ambrosiana La città virtuosa 15 ottobre 2012 18.30 Milano

Tradizionalmente a Milano l’Ambrosiana ha svolto – e tuttora svolge – un ruolo significativo nella cultura cittadina e nazionale, come ponte ideale che unisce diverse civiltà e correnti di pensiero. L’insorgere di fanatismi, che suscitano tensioni talora sfocianti nella violenza, mostra l’urgenza di confrontarsi pubblicamente su temi comuni di religione e politica, cercando di costruire una pluriformità nell’unità di valori fondanti per la convivenza umana. Con spirito di servizio e di concretezza e consapevolezza etica, caratteristiche della tradizione lombarda, ritenendo d’interpretare un’esigenza profonda di molti, anche l’istituzione ambrosiana intende offrire una sede adatta ad approfondire alcuni di questi aspetti, in un quadro di solida riflessione condotta con rigore storico, filosofico e scientifico, alieno da relativismo e sincretismo. 

Un gruppo di studiosi di vario orientamento, riuniti in Ambrosiana attorno al Prefetto Franco Buzzi, desidera proporre a un pubblico più ampio una serie di letture di testi di antichi Autori delle tradizioni ebraica, cristiana e arabo-islamica, commentati e discussi in prospettiva etica e sapienziale, politica e profetica. Dall’analisi ragionata di queste fonti s’intende suscitare una riflessione aperta al confronto sui temi della Fede, del Logos e dell’Ethos, con un approccio non fideistico ma razionale, nel quale la ricerca della perfezione spirituale e intellettuale dell’uomo si coniughi con la prospettiva civile e politica, senza per questo escludere la ricerca di una dimensione teologica e mistica nell’unione con Dio.      

 

Gli Autori sin qui individuati, tra il IX e il XIII secolo – da al-Farabi a Maimonide, da Tomaso d’Aquino a Pier Damiani, da ibn Paquda a Muhyiddin ibn al-Arabi – idealmente interpreti dell’età aurea che in Spagna fiorì nell’Andalusia Felix, potranno costituire modelli per un corpus selezionato di ‘Nuovi Classici’ per il III Millennio, incoraggiando e suscitando un dibattito il più vasto possibile, che ne mostri insieme la radicalità metafisica e l’attualità, nella prospettiva della pluriformità delle culture, in un contesto segnato dalla globalizzazione contemporanea, con un orientamento attento anche alle dimensioni e alle urgenze della corresponsabilità, della solidarietà e dell’armonia sociale.

 

Le riflessioni, che potranno scaturire da queste pubbliche letture, toccheranno anche aspetti più ampi del rapporto tra fede e ragione, e della comune responsabilità di fronte a concrete e urgenti situazioni culturali e sociali, della città di Milano e in generale della nostra convivenza civile in un mondo “globale”, con particolare attenzione verso minoranze, integrazioni e diritti-doveri comuni. Ci sembra che le grandi Tradizioni sia del pensiero filosofico e laico, sia delle religioni –

in particolare ebraismo, cristianesimo e islam – possano proficuamente confrontarsi su valori condivisi quali solidarietà, fraternità, verità, per convergere in impegni concordi a servizio dell’uomo, motivando conclusioni feconde anche d’implicazioni pratiche e operative.

 

Carattere originale e specifico di questi Incontri, onde evitare genericismi, sarà il confronto – sia diretto sia mediato – con gli Autori e con i loro testi fondamentali. Ciascun incontro prevede la lettura e il commento di un Nuovo Classico da parte di un esperto, con l’intervento di un moderatore che incoraggerà e faciliterà la discussione tra il pubblico, in modo da favorire su comuni valori una convergenza, nella quale la cultura alta e le urgenze sociali e civili possano incontrarsi integrandosi vicendevolmente. La prima serie di tre incontri inizierà nell’autunno del 2012, come da programma accluso, altri incontri seguiranno secondo una programmazione pluriennale. 

 

 

Il primo incontro, lunedì 15 ottobre alle ore 18,30, nella Sala delle Accademie dell’Ambrosiana, sarà dedicato a

 

al-Fārābī

La città virtuosa

 

Con Testi scelti e commentati da Massimo Campanini

La discussione sarà moderata da Yahya Pallavicini

introducono e concludono l’incontro Franco Buzzi e Mirna Chayo

 

Molti possono essere i paralleli tra la situazione socio-politica al tempo di al-Farabi e la nostra situazione contemporanea. L’opera politica di al-Farabi (m. in Siria nel 339/950) si comprende nel contesto storico particolare del secolo X dC / IV dell’Egira, caratterizzato dallo sfacelo del califfato e dall’insorgere in Ifriqiyya – attuale Tunisia – dell’ismailismo militante, in risposta a un diffuso malessere sociale, in un’epoca di profondo turbamento sociale ed ideologico. Nell’ismailismo, verso il quale sembra talora inclinare il pensiero alfarabiano, la natura profetica dell’imam è sovraeminente, e per questo trova fertile terreno nelle regioni di tradizione sciita; contemporaneamente ad esso, si diffonde la corrente estremista violenta dei Qarmati, che giungono a saccheggiare la Siria e Damasco, finché non furono respinti nel Bahrein.

 

Verranno letti e commentati passi scelti da: SCRITTI POLITICI di al-Fārābī, a cura di M. Campanini, UTET Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino 2007, tra i quali merita attenzione il riconoscimento della naturale socievolezza (sociabilitas) dell’essere umano, fondamento per la felicità della Città virtuosa:

 

«Ogni uomo ha per natura bisogno, per sussistere e per pervenire alla più eccellente perfezione, di molte cose, che non è possibile acquisisca tutte da solo. Ha quindi necessità di un insieme di persone, ognuna delle quali lo sostenga per ciò di cui ha bisogno. Ciascuno, nei confronti di ogni altro, si trova in questo stato. Per cui non è possibile che l’uomo attinga quella perfezione, per la quale la natura lo ha predisposto, se non associandosi a una moltitudine di altri che collaborino con lui, ognuno sovvenendo il suo simile con un qualcosa di cui quegli ha necessità per sopravvivere. Dunque, per il concorrere di ciò che tutta la comunità è in grado di offrire, ciascuno riceverà quanto gli è indispensabile per sopravvivere e per attingere la felicità».

 

(al-Farabi, La città virtuosa, cap.XXVI incipit

 

      

 

Un gruppo di studiosi di vario orientamento, riuniti in Ambrosiana attorno al Prefetto Franco Buzzi, desidera proporre a un pubblico più ampio una serie di letture di testi di antichi Autori delle tradizioni ebraica, cristiana e arabo-islamica, commentati e discussi in prospettiva etica e sapienziale, politica e profetica. Dall’analisi ragionata di queste fonti s’intende suscitare una riflessione aperta al confronto sui temi della Fede, del Logos e dell’Ethos, con un approccio non fideistico ma razionale, nel quale la ricerca della perfezione spirituale e intellettuale dell’uomo si coniughi con la prospettiva civile e politica, senza per questo escludere la ricerca di una dimensione teologica e mistica nell’unione con Dio.      

 

Gli Autori sin qui individuati, tra il IX e il XIII secolo – da al-Farabi a Maimonide, da Tomaso d’Aquino a Pier Damiani, da ibn Paquda a Muhyiddin ibn al-Arabi – idealmente interpreti dell’età aurea che in Spagna fiorì nell’Andalusia Felix, potranno costituire modelli per un corpus selezionato di ‘Nuovi Classici’ per il III Millennio, incoraggiando e suscitando un dibattito il più vasto possibile, che ne mostri insieme la radicalità metafisica e l’attualità, nella prospettiva della pluriformità delle culture, in un contesto segnato dalla globalizzazione contemporanea, con un orientamento attento anche alle dimensioni e alle urgenze della corresponsabilità, della solidarietà e dell’armonia sociale.

 

Le riflessioni, che potranno scaturire da queste pubbliche letture, toccheranno anche aspetti più ampi del rapporto tra fede e ragione, e della comune responsabilità di fronte a concrete e urgenti situazioni culturali e sociali, della città di Milano e in generale della nostra convivenza civile in un mondo “globale”, con particolare attenzione verso minoranze, integrazioni e diritti-doveri comuni. Ci sembra che le grandi Tradizioni sia del pensiero filosofico e laico, sia delle religioni –

in particolare ebraismo, cristianesimo e islam – possano proficuamente confrontarsi su valori condivisi quali solidarietà, fraternità, verità, per convergere in impegni concordi a servizio dell’uomo, motivando conclusioni feconde anche d’implicazioni pratiche e operative.

 

Carattere originale e specifico di questi Incontri, onde evitare genericismi, sarà il confronto – sia diretto sia mediato – con gli Autori e con i loro testi fondamentali. Ciascun incontro prevede la lettura e il commento di un Nuovo Classico da parte di un esperto, con l’intervento di un moderatore che incoraggerà e faciliterà la discussione tra il pubblico, in modo da favorire su comuni valori una convergenza, nella quale la cultura alta e le urgenze sociali e civili possano incontrarsi integrandosi vicendevolmente. La prima serie di tre incontri inizierà nell’autunno del 2012, come da programma accluso, altri incontri seguiranno secondo una programmazione pluriennale. 

 

 

Il primo incontro, lunedì 15 ottobre alle ore 18,30, nella Sala delle Accademie dell’Ambrosiana, sarà dedicato a

 

al-Fārābī

La città virtuosa

 

Con Testi scelti e commentati da Massimo Campanini

La discussione sarà moderata da Yahya Pallavicini

introducono e concludono l’incontro Franco Buzzi e Mirna Chayo

 

Molti possono essere i paralleli tra la situazione socio-politica al tempo di al-Farabi e la nostra situazione contemporanea. L’opera politica di al-Farabi (m. in Siria nel 339/950) si comprende nel contesto storico particolare del secolo X dC / IV dell’Egira, caratterizzato dallo sfacelo del califfato e dall’insorgere in Ifriqiyya – attuale Tunisia – dell’ismailismo militante, in risposta a un diffuso malessere sociale, in un’epoca di profondo turbamento sociale ed ideologico. Nell’ismailismo, verso il quale sembra talora inclinare il pensiero alfarabiano, la natura profetica dell’imam è sovraeminente, e per questo trova fertile terreno nelle regioni di tradizione sciita; contemporaneamente ad esso, si diffonde la corrente estremista violenta dei Qarmati, che giungono a saccheggiare la Siria e Damasco, finché non furono respinti nel Bahrein.

 

Verranno letti e commentati passi scelti da: SCRITTI POLITICI di al-Fārābī, a cura di M. Campanini, UTET Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino 2007, tra i quali merita attenzione il riconoscimento della naturale socievolezza (sociabilitas) dell’essere umano, fondamento per la felicità della Città virtuosa:

 

«Ogni uomo ha per natura bisogno, per sussistere e per pervenire alla più eccellente perfezione, di molte cose, che non è possibile acquisisca tutte da solo. Ha quindi necessità di un insieme di persone, ognuna delle quali lo sostenga per ciò di cui ha bisogno. Ciascuno, nei confronti di ogni altro, si trova in questo stato. Per cui non è possibile che l’uomo attinga quella perfezione, per la quale la natura lo ha predisposto, se non associandosi a una moltitudine di altri che collaborino con lui, ognuno sovvenendo il suo simile con un qualcosa di cui quegli ha necessità per sopravvivere. Dunque, per il concorrere di ciò che tutta la comunità è in grado di offrire, ciascuno riceverà quanto gli è indispensabile per sopravvivere e per attingere la felicità».

 

(al-Farabi, La città virtuosa, cap.XXVI incipit)

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