Kome un kiodo nella testa al Teatro Leonardo da Vinci di Milano

Quelli di Grock 

presenta

KOME UN KIODO NELLA TESTA

uno spettacolo sulle dipendenze

 

di Valeria Cavalli

con Andrea Robbiano, Simone Severgnini, Clara Terranova

scene e luci Claudio Intropido

costumi Anna Bertolotti

musiche originali Gipo Gurrado

 

collaborazione scientifica e materiale didattico ASL Milano 

 

regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido

 

Kome un kiodo nella testa è una storia narrata a tre voci, un viaggio nel mondo adolescenziale con tutte le sue luci e ombre, in cui il gioco attorale, fisico e verbale diventa un veicolo per raccontare le tentazioni e gli inganni. 

La compagnia teatrale Quelli di Grock ha avviato negli ultimi anni un progetto artistico dedicato agli adolescenti e al loro contesto socio-culturale, avvalendosi della collaborazione e consulenza scientifica di aziende sanitarie e strutture specializzate. Sono nati spettacoli come Quasi perfetta, dedicato all’anoressia, in scena dal 2004 e rappresentato in Italia e all’estero, e Io me ne frego!, uno spettacolo sul bullismo (Premio Ribalta 2007 – miglior spettacolo e miglior recitazione; Eolo Awards 2009 – miglior interpretazione). 

Kome un kiodo nella testa affronta un tema ampio e attuale, senza rinunciare allo stile narrativo proprio della Compagnia che procede per immagini, per metafore, attraverso la fusione del linguaggio corporeo e del linguaggio verbale. 

La storia di Letizia, Tommaso e Riccardo mette in luce alcune di quelle che vengono chiamate “nuove dipendenze”: la dipendenza da internet che genera una schiavitù informatica e uno stravolgimento delle relazioni umane, la dipendenza da immagine e dall’emulazione di modelli inarrivabili di bellezza e successo, l’aspirazione alla sovraesposizione mediatica. Nuove ossessioni, spesso caratterizzate da comportamenti apparentemente normali, che rischiano di compromettere la libertà di scelta dell’individuo.

Lo spettacolo utilizza due linguaggi: uno più legato alla vita quotidiana, nel quale il pubblico, in particolare quello più giovane, si riconosce, e uno poetico, in cui l'azione teatrale diventa metafora. E attraverso il teatro, che ha la capacità di colpire nel profondo e suscitare domande e dubbi, anche i soggetti apparentemente meno sensibili sono coinvolti ed emozionati. 

Kome un kiodo nella testa, attraverso le storie dei tre ragazzi, evidenzia il valore della scelta, la capacità di esercitare la propria coscienza critica, di affermare la propria indipendenza, come massima espressione di libertà e crescita. 

  

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