LEGGERE LIBERA-MENTE 2 – Carcere di Opera – eventi dentro e fuori

Leggere e scrivere: l'avventura come racconto, mito e poesia

 

“Non dobbiamo leggere per dimenticare noi stessi e la nostra vita quotidiana, ma al contrario, per impossessarci nuovamente, con mano ferma, con maggiore consapevolezza e maturità, della nostra vita”

Hermann Hesse, Scritti letterari I, 1972 (postumo)

 

“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere“

Daniel Pennac, Come un romanzo, 1992

 

“Il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini”

Borges

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Si è concluso il 2 anno di attività del progetto leggere liberamente”, con risultati superiori alle aspettative.

La formula lettura e spettacolo, che unisce il potere del libro alla potenza della recitazione, si è dimostrata ormai vincente, sia nel promuovere il piacere di leggere all'interno del carcere, obiettivo primario del progetto, sia nel promuovere la partecipazione corale di detenuti, operatori, giornalisti, esterni, TV, coinvolgendo quindi animi e coscienze.

Il numero dei prestiti dalla biblioteca del carcere è più che raddoppiato in soli 6 mesi di conteggio, i libretti distribuiti con gli scritti delle persone detenute afferenti al laboratorio sono stati molto apprezzati, i questionari di valutazione distribuiti testimoniano un indice di gradimento in crescita, la platea nell'ultimo incontro conteneva circa 500 persone (contro i 400 posti disponibili). Le riflessioni delle persone con cui lavoriamo, l'accoglienza che i laboratori riservano ai giornalisti e agli ospiti che semplicemente vogliono donarci un po' del loro tempo per condividere pensieri, lascia commossi i più.

Anche gli agenti di polizia penitenziaria rilevano come le persone detenute diventino meno aggressive, più capaci di mettersi in relazione con gli altri quando partecipano a laboratori e ad attività trattamentali come queste.

Possiamo dire quindi, che davvero i risultati ottenuti sono superiori alle aspettative.

È stato necessario un grande lavoro da parte di molte persone, per arrivare a questi risultati.

Dietro le quinte, in prima linea tutto lo staff, che vogliamo ricordare e ringraziare: Silvana Ceruti, pedagogista e insegnante del corso di scrittura creativa da 15 anni, Paola Maffeis, psicologa e responsabile amministrativa, Antonella Conte, educatrice, Elisa Mercadante, fotografa, Maya Ziglio webmaster, Guido Minneci di Villareale, informatico e di supporto per i contenuti multimediali, Sergio Angeletti e Silvia Pogliaghi per i rapporti con la stampa, con il coordinamento di Barbara Rossi, psicologa, psicoterapeuta, esperta in interventi di gruppo, ed esperta ex art. 80.

Un ringraziamento particolare va al Direttore della Casa di Reclusione, dott. Giacinto Siciliano, che ha fortemente sostenuto il progetto, il dott. Paolo Pizzuto, educatore del carcere di Milano-Opera che si è profuso a favore del progetto, il comandante Amerigo Fusco e l'Ispettore Crobu per il supporto, l'attenzione e l'interesse mostrato al progetto. Inoltre, non certo per importanza, un

ringraziamento all'Associazione San Vincenzo de Paoli, co-finanziatrice dell’impresa, che ci ha supportato anche con le sue preghiere, e all'Opera Francescana per i poveri, co-finanziatrice dell’impresa, di grande supporto, anche tramite la preghiera.

I nostri testimonial d’eccezione, intervenuti gratuitamente: Umberto Pelizzari, Giovanni Soldini, Maria Pace Ottieri, Lorenzo de I mercanti di liquore, Lella Costa, Aldo Giovanni e Giacomo, Cristian Giammarini e Giorgio Lupano attori de La maratona di New York.

Inoltre sono stati distribuiti, in dono, alle persone detenute che hanno partecipato agli eventi circa 600 libri, dando al pubblico una rosa di due-tre titoli tra cui scegliere.

Doni graditi, in un luogo dove i “doni” non sono facili da accogliere.

Eppure, Le storie, sono doni d'amore, scriveva Lewis Carroll, autore del famoso “Alice nel paese delle meraviglie”. “In effetti le persone che ci raccontano o leggono storie per sognare, desiderare, pensare, sono proprio le persone che ci vogliono bene.”

A questo punto un ringraziamento per le case editrici che hanno collaborato con noi, proponendoci sconti anche del 50% o più. Le citiamo, pensando possa essere notizia utile a quanti altri credono nella lettura e propongono libri per le persone detenute:

 Minimum fax, Clanto ed., Magenes ed., Editoriale Sport Italia S.r.l., Adriano Salani Editore Spa, Mondadori, edizioni favolose, La Meridiana ed., MC Mattioli, x-run, edizioni La vita Felice, ed. Nottetempo, Fazi editore, Adelphi ed.

A queste si uniscono le case editrici e gli autori che ci hanno omaggiato copie di libri: L’intimo intreccio, da edizioni Bietti, Il postino di Neruda da Einaudi, Correre è un po’ come volare da Franco Faggiani, Vita da campo da Ivana Trevisani, La ricevitoria n 123 da Maurizio Lioia, Il guinzaglio, da Maurizio Lioia, Ipotenusa d’amore di Alda Merini, da La vita felice, Rivista x-run da Franz Rossi, Il piccolo principe, da Bompiani ed, Pioggia sporca, Sinnos, L'infinito in un boccone,  Sinnos, Il carcere spiegato ai ragazzi,  Sinnos, Il lupo racconta, da Annalisa Pistuddi.

Il carcere non è un luogo che susciti molto humor”, dice Silvano, uno dei membri che compongono il gruppo di lettura, “ma certamente l'umorismo e la leggerezza ci possono aiutare a vivere meglio e a superare momenti difficili”.

Le persone che partecipano ai laboratori, testimoniano quindi un percorso di riflessione, di apprendimento, di revisione critica che merita di essere riconosciuto e apprezzato, affinchè venga sostenuto, ma anche segnalato, condiviso con altri, affinchè possa essere di stimolo per altri percorsi.
Quando il mondo interno al carcere e il mondo esterno si incontrano, ne nasce sempre un momento di confronto, in cui si scoprono nuovi aspetti inattesi e si costruiscono nuovi saperi.
Ed ecco anche alcuni commenti dei detenuti:

        Un grande scrittore portoghese F. Pessoa diceva: “ Non credo nel destino ma credo negli appuntamenti” il che significa, nel nostro caso, che avevi un appuntamento  con la vita che ci incita alla crescita…

         Il mio commento è che oltre a vedere gente civile e non solo detenuti, ti aiuta un po’ psicologicamente: ti lascia svuotare la mente da tutto quello che avevi in testa prima di entrare, permettendoti di concentrarti su quello che vedi.

        Ho trascorso due ore di libertà e di sensazioni diverse, lontane dai discorsi che sento giornalmente sulle malattie e dai discorsi malavitosi. È stato un giorno bellissimo come vissuto su un altro pianeta, distolto ed estasiato da ogni problema.

        Ho visto un grande coinvolgimento da parte di tutti i detenuti.

        Posso dire, riguardo i vari appuntamenti in teatro, compreso il 5°, che secondo me sono eventi dove oltre a spezzare la quotidianità monotona riesci per qualche ora a pensare ad un futuro migliore.

 

Un carcere insomma come non te l'aspetti, dove succede che le persone detenute, oltre a scontare una pena, possono compiere un percorso di cambiamento, testimoniato dalle parole dei protagonisti

di questo incontro, dai lavori dei due laboratori di lettura e scrittura, ma che è tangibile anche nel modo rispettoso e coinvolto con cui il pubblico ha partecipato e poi commentato l'evento.

 

Spesso si parla di carcere nei momenti di “crisi”, o quando eventi particolari “turbano” gli equilibri del sistema (i morti, i suicidi, il sovraffollamento, l'indulto…), mentre rare sono le notizie relative alla quotidianità del carcere, alla sua funzionalità, alla rieducazione che viene realizzata.

Questo progetto, pur senza negare i problemi che vi sono, certamente merita un suo posto e un suo rilievo nell'ambito della prevenzione del disagio e della promozione di benessere. Aiuta le persone a immaginare e a costruirsi percorsi alternativi di vita, contribuendo così a rompere i circuiti della delinquenza.

Non poco!

 

Della biblioterapia, ormai, è nota l'efficacia. Ricordiamo, per completezza, alcuni aspetti.

 

La biblioterapia, termine coniato negli anni '30 dal dr. William Menninger, psichiatra, significa: “cura attraverso la lettura”, ovvero lettura come mezzo di crescita personale.

È stato dimostrato infatti che la lettura offre:

        capacità di ascolto

        capacità di immedesimarsi negli altri,

        capacità di analisi e confronto con sé,

        offre uno sguardo allargato in altri ambienti, in altre vite, in altri luoghi,

        è come vivere altre vite,

        aiuta a trovare le parole per esprimere pensieri e sentimenti: arricchisce il linguaggio e quindi aiuta a creare i concetti, le idee…forma la mente

        favorisce la relazione con gli altri,

        favorisce l'ascolto interiore e l'introspezione,

        permette un ritmo personale nella riflessione.

 

Inoltre, in un carcere, la lettura permette:

        di arricchire gli argomenti di discussione su aree positive, lontane dalla devianza,

        di  mettere in atto “un'evasione lecita”,

        la revisione critica rispetto alle proprie esperienze di vita, nel confronto delle altre storie narrate,

        la possibilità di vivere la quotidianità in modo più costruttivo.

 

Questo progetto, quindi, è divenuto un'azione concreta volta alla “rieducazione e trattamento”, in quanto permette di attivare spazi di pensiero alternativi, liberi dalle regole del mondo delinquenziale.

 

Il prossimo appuntamento sarà sul tema “Diritti umani e oltre” e vedrà eccezionalmente la partecipazione di CARLOS MARTINEZ, premiato più volte da ONU e da Amnesty International. Appuntamento quindi l'11 marzo.

 

Le due città, interna ed esterna al carcere, si incontreranno per favorire quel processo
di reinserimento sociale che è alla base di una società civile che crede nella rieducazione.

 

                                                                                                          Barbara Rossi

                                                                                                          Leggere libera-mente

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