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Il Centro Champagne è parte di una rete di 13 uffici di rappresentanza del Comité Champagne attivi nei principali mercati all’export. Dal Giappone agli Stati Uniti, dall’Australia alla Cina, la missione di questa rete di “Ambasciate dello Champagne” è di difendere e promuovere la denominazione Champagne.
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La Champagne ha iniziato a ridurre la sua impronta ambientale. Tra il 2003 e il 2010 le emissioni di CO2 sono diminuite del 5% grazie al piano adottato dai 15.000 viticoltori e dalle 300 maison della filiera.
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Il piano di sostenibilità della Champagne
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“L’obiettivo del Comité Champagne è oggi di arrivare a una riduzione del 25% entro il 2020” ha annunciato Thibaut Le Mailloux, direttore della comunicazione del Comité, oggi in Italia in occasione della Giornata Champagne presso l’Hotel Principe di Savoia a Milano.
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Il piano per lo sviluppo sostenibile della Champagne ha portato in 15 anni alla riduzione del 50% nell’impiego di prodotti fitosanitari. Oggi circa la metà dei prodotti utilizzati nei vigneti della Champagne sono autorizzati in agricoltura biologica. Con il 25% delle superfici vitate (9.000 ettari) protette con la tecnica della confusione sessuale, la Champagne è una delle regioni leader in Europa per l’uso di questa metodologia.
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Sul fronte della protezione delle risorse idriche, con un investimento di 40 milioni di euro in 10 anni, la Champagne oggi tratta e valorizza il 95% delle acque reflue impiegate in viticoltura e punta a raggiungere l’obiettivo del 100% entro il 2012. I consumi di acqua della Champagne sono oggi di 8 volte inferiori alla media dell’agricoltura francese.
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Il 90% dei rifiuti industriali sono già trattati e valorizzati e il piano Anaxagore, che sarà lanciato entro il mese di ottobre, punterà alla valorizzazione delle risorse agricole. L’obiettivo del programma è di sostituire input chimici e combustibili fossili con i sottoprodotti dei vigneti e delle lavorazione delle uve.
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La Champagne viticola, che si estende su 34.000 ettari nell’omonima regione francese, ha spedito in tutto il mondo 319 milioni di bottiglie per un valore di 4 miliardi di euro nel 2010. Gli ultimi dati sulle spedizioni di Champagne in tutto il mondo confermano una tendenza positiva. Nei primi sette mesi di quest’anno sono state spedite globalmente 142,2 milioni di bottiglie, con una crescita del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Particolarmente significativa la crescita nei paesi terzi, che ha fatto registrare un aumento del 17,3% malgrado la congiuntura economica incerta.
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L’Italia, che per lo Champagne rappresenta il quinto mercato a valore con 7,2 milioni di bottiglie nel 2010, alla fine di maggio ha evidenziato una crescita delle importazioni del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
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