Teatro della Cooperativa LICIA Stagione 2025/26

Una stagione di resistenza, memoria e comicità

28 spettacoli tra produzioni e ospitalità, tra prime nazionali e riprese di spettacoli: il Teatro della Cooperativa conferma la sua vocazione a rendere il teatro un luogo di incontro, di dibattito, di scambio, di condivisione e di resistenza a nuove forme di “barbarie” culturali. Il programma si snoda come una mappa narrativa, che connette le urgenze del presente alla lezione indispensabile della storia, tracciando un solido filo rosso tra impegno e memoria collettiva, facendo ricorso alla comicità per sbeffeggiare i potenti e opporsi al conformismo dilagante.

Il Teatro della Cooperativa conferma, inoltre, grande attenzione alla drammaturgia contemporanea, come sempre, programmando spettacoli di autori che oggi affrontano la realtà per interpretarla, farne oggetto di riflessione e per emozionare. La convinzione di fondo è che se si vuole riproporre un buon teatro, popolare e d’arte, si deve ripartire dalla parola, dalla scrittura e dalle storie. Storie che cercano di coinvolgere il pubblico sui temi che lo toccano più da vicino tutti i giorni. Per concretizzare questa idea, e per rinnovare ancora una volta l’impegno rivolto alle nuove generazioni di artisti, presenta il progetto DRAMMATURGHI IN CIRCOLO. A una dozzina di giovani autori emergenti, che fanno dell’impegno la loro cifra stilistica, verrà offerta l’opportunità di partecipare: i loro testi verranno letti davanti a un pubblico che poi avrà la possibilità di interloquire con l’autore.

Alla drammaturgia contemporanea si intrecciano spettacoli di improvvisazione teatrale, di stand up comedy, in cui non può mancare la vocazione alla comicità femminile, iniziative sul territorio, attività con le scuole e altri eventi.

Il Teatro della Cooperativa, da sempre presidio culturale e civile di Milano, dedica la Stagione 2025/26 a Licia Pinelli a quasi un anno dalla scomparsa. “Ho avuto l’onore di conoscere Licia Rognini, mentre lavoravo alla stesura di Mai morti, – dichiara Renato Sarti, direttore artistico – prima del 2000. Ebbe fiducia in me al punto da affidarmi alcuni raccoglitori, preziosissimi, in cui aveva conservato gli articoli di giornale che parlavano della morte “non accidentale” del marito,l’anarchico Giuseppe Pinelli. Tra i molti preziosi ricordi legati ai nostri incontri, che sono proseguiti negli anni, c’è un episodio che tengo a ricordare; risale al periodo in cui, per il cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, stavo scrivendo Il rumore del silenzio. Quando le chiesi come vivesse i giorni vicini alla ricorrenza della morte del suo Pino, rispose come sempre in maniera “essenziale”: «Male. Leggo. Leggere aiuta molto». Ma poi… ma poi, come se fosse stato un fatto irrilevante, aggiunse: «Adesso ho ripreso in mano il primo romanzo che ho letto nella mia
vita, a tredici anni, I quattro giusti di Edgar Wallace. Scritto nel 1905». Una copia del libro era appoggiata (casualmente?) su un mobile della cucina, Licia la prese e me la mise sotto il naso.

Qualche giorno dopo comprai il libro e quando lo lessi quasi svenni. Pagina 22: «Sotto il tavolo troverete un ordigno sufficiente a distruggere gran parte del palazzo». Pagina 38: «Siete anarchici?». Pagina 26: «Un ordigno infernale collocato intorno alle 16:30».
16 e 30, 16 e 30, la stessa ora e la stessa storia della strage del 12 dicembre 1969. Una fotocopia fatta sessantaquattro anni prima. Una profezia degna del miglior Tiresia.

La domanda è: che cosa aveva voluto dirmi Licia parlandomi de I quattro giusti? Che spesso vediamo solo banali coincidenze in ciò che Eschilo, Sofocle ed Euripide chiamavano fato?

Licia, suo malgrado, è diventata un simbolo. La sua sofferenza, intima, profonda, direi “antica”, ci riporta alle grandi figure femminili delle tragedie greche, coraggiose, combattive contro le ingiustizie dei potenti, resistenti alle avversità della vita e al contempo anche attente a scrutarne i misteri più insondabili.

Per questo le dedichiamo la stagione.”

Dà il via alla stagione SCHIAVO D’AMORE – Un omaggio a Sacher Masoch al tramonto dell’Antropocene (29-30 settembre-prima nazionale/evento speciale), un body horror che affronta il tema delle disuguaglianze sociali della società occidentale, scritto da Magdalena Barile, diretto da Aldo Cassano e interpretato da Natascia Curci e Milutin Dapcevic. Al centro del racconto il rapporto sadomasochista fra due personaggi in divenire: una badante dal background migratorio e il suo ricco datore di lavoro. Il loro legame nasce fra le maglie di un accordo economico per poi trasformarsi in una relazione selvaggia e non rassicurante.

Sempre nel solco della drammaturgia contemporanea un altro testo di Renato Sarti, TRILOGIA DEL BENESSERE (3/15 marzo), diretto e interpretato dallo stesso Sarti e Michelangelo Canzi (il cast è in via di definizione), è uno spettacolo in tre episodi, una sorta di sacra rappresentazione, che cerca di andare a fondo della violenza e del dolore, alla ricerca di un riscatto.

Il tema della giustizia e della memoria risuona con forza in vari appuntamenti, a partire da IL RUMORE DEL SILENZIO (11/15 novembre al Teatro Elfo Puccini-Sala Fassbinder per Fuori Niguarda), creazione di Renato Sarti, in scena con Laura Curino, che torna a interrogare le coscienze sulla strage di Piazza Fontana e sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.

Alla ricerca della verità mai sopita si aggiunge NELL’OCCHIO DEL LABIRINTO – Apologia di Enzo Tortora (29 novembre al Teatro Gerolamo per Fuori Niguarda), monologo di Chicco Dossi, interpretato da Simone Tudda, che ripercorre la battaglia per la dignità del noto conduttore televisivo.

A VOLO D’ANGELO (13/18 gennaio), scritto e diretto da Federica Cottini, neo diplomata alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, con Massimiliano Canzi, è il viaggio di una guida tra le strade di Mostar nel sud della Bosnia Erzegovina per ricordarci che la guerra nei Balcani è sempre viva e nitida nella memoria.

PRIMI PASSI SULLA LUNA – Divulgazioni provvisorie per uno spettacolo postumo (26/29 marzo), di e con Andrea Cosentino, con indicazioni registiche di Andrea Virgilio Franceschi, ricordando la notte del 20 luglio 1969, è un viaggio surreale, esilarante e struggente, portato avanti al tempo imperfetto, che è il tempo dei giochi e dei sogni, che si dissolve al presente.

Ritroviamo il tema della memoria storica in È BELLO VIVERE LIBERI! – Un progetto di teatro civile per un’attrice, 5 burattini e un pupazzo (20 aprile-evento speciale) di Marta Cuscunà, ispirato alla partigiana Ondina Peteani, un monito gioioso e necessario sulla libertà conquistata, e in FABBRICO

– Storia di un paese antifascista (7/17 maggio-prima nazionale), dove Massimiliano Loizzi torna protagonista sul palco di via Hermada per dare voce a un intero paese e alla sua eredità antifascista.

La stagione si fa anche specchio delle complessità dell’animo umano e delle sue relazioni: DAVID -Come quando eravamo felici (14/19 ottobre-prima nazionale), testo e regia di Marco Di Stefano, con Andrea Trovato, affronta con coraggio il dramma delle stragi scolastiche, ponendo una domanda lancinante ai genitori e alla società; MOUSSA IN PARADISO – Una giullarata funebre (25/30 novembre) di Giulio Cavalli dà un volto e una storia al dramma spesso anonimo dell’immigrazione, mentre ‘A NOCE (19/24 maggio) di Barbara Apuzzo invita a un radicale cambio di prospettiva sulla diversità e sulla cosiddetta normalità.

POTEVO ESSERE IO (2/5 dicembre) di Renata Ciaravino, con Arianna Scommegna e la supervisione registica di Serena Sinigaglia, è uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai più di essere.

LO SCIOPERO DELLE BAMBINE – L’eroicomica impresa del 1902 (9/14 dicembre-prima nazionale), di Domenico Ferrari, Enrico Messina, Rita Pelusio, Rossana Mola, con Rossana Mola e Rita Pelusio, narra la storia delle bambine di appena sei anni, che nel 1902 marciarono per i propri diritti: fu il primo sciopero minorile d’Europa.

Il tema della genitorialità e della maternità viene esplorato con sensibilità nell’unica nuova produzione diretta da Renato Sarti, M(Other) (12/22 febbraio-prima nazionale), scritta e interpretata dalla drammaturga emergente Rossella Fava, che mette in scena il confronto tra una madre biologica e una madre intenzionale.

Federica Molteni è autrice e protagonista di PEDALA! – Gino e Adriana Bartali nell’Italia del Dopoguerra (26 febbraio/1° marzo-prima nazionale), diretto da Carmen Pellegrinelli, in cui si delinea l’Italia del dopoguerra attraverso l’amore di Gino e Adriana.

Il comico sul palco di via Hermada non è mai semplice intrattenimento, ma capacità e forza della risata di far riflettere, pur affrontando temi scottanti e facendo luce sul nostro passato. È la comicità intesa non solo come evasione, ma anche come forma di conoscenza. Il divertissement colto e ironico di Moni Ovadia e Dario Vergassola con UN EBREO, UN LIGURE E L’EBRAISMO (11-12 ottobre-evento speciale) è un incontro tra due filosofie e tra due modi di fare teatro e comicità. Il saggio Moni Ovadia terrà una specie di lezione sull’ebraismo a Vergassola, che, da buon ligure, cercherà di carpirne l’essenza. Il fil rouge comico prosegue con FINCHÈ LA BARCA VA… (20 ottobre, 1° dicembre, 23 febbraio, 23 marzo-evento speciale), 4 serate speciali che vedono protagonista Debora Villa e i suoi ospiti. Torna protagonista sul palco del Teatro della Cooperativa Flavio Oreglio con la nuova produzione VARIE ED EVENTUALI – Pensieri sparsi e note a pié sospinto (4/9 novembre-prima nazionale), un gioco narrativo fatto di musica, parole, satira e poesia. L’eredità di grandi e mai dimenticati maestri della satira come Dario Fo e Franca Rame rivive, a cent’anni dalla nascita del Premio Nobel, nella farsa dissacrante di COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA (18-19 marzo), diretto da Renato Sarti e interpretato da Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno. Tra dialoghi serrati, situazioni paradossali e colpi di scena tragicomici, si riderà delle dinamiche sentimentali di coppia, rivelando un testo che ha mantenuto intatta la sua attualità.

L’improvvisazione più pura e geniale esplode nel nuovo lavoro di Alessandro Ciacci, FRICASSEA -One man show di varia & amena comicità (21/23 novembre-prima nazionale) e nella serata speciale de IL PARASSITA dell’Associazione Culturale Teatribù (15 marzo-evento speciale). Torna Antonello Taurino con il suo show POETI FOLGORATI… ovvero… come provai a distruggere la poesia italiana del Novecento (10/19 aprile), in scena insieme a Massimo Colazzo. Nel 1935 con l’irriverente Poeti Controluce, Luciano Folgore ridicolizza mostri sacri come Pascoli, D’Annunzio e Montale, imitandone lo stile e sbertucciandone la poetica.

Uno sguardo al passato per comprendere il presente: PEZZI DI CORPUS PASOLINI – Cinquant’anni senza un poeta civile (23/26 ottobre-prima milanese) di e con Giorgio Felicetti rievoca la figura del grande intellettuale, di cui oggi più che mai sentiamo la mancanza. IL CLUB DEL 27 – (la maledizione del rock) (20/25 gennaio-prima nazionale), di e con Claudio Batta, accompagnato in scena alla chitarra da TAO, è invece un appassionato omaggio a grandi icone musicali, come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, bruciate dalla vita troppo presto a soli 27 anni. E in un’epoca di crisi climatica, IN PRINCIPIO ERA LA NEVE (30 gennaio/8 febbraio-prima nazionale) di Gianfelice Facchetti interroga il nostro rapporto conflittuale con la natura.

FUORI NIGUARDA. IL RUMORE DEL SILENZIO, a quasi un anno dalla scomparsa di Licia Pinelli, inaugura al Teatro Elfo Puccini (11/15 novembre) Fuori Niguarda, la rassegna delle produzioni del Teatro della Cooperativa ospitate su altri palcoscenici della città. Scritto e diretto da Renato Sarti, lo spettacolo è interpretato dallo stesso Sarti insieme a Laura Curino.

Il 12 dicembre 1969 alle 16.37 nella Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana esplose una bomba. A seguito di questi fatti l’anarchico Giuseppe Pinelli morì innocente, in circostanze mai chiarite del tutto, nella Questura di Milano.

Il Teatro Gerolamo ospiterà NELL’OCCHIO DEL LABIRINTO – Apologia di Enzo Tortora (29 novembre), monologo di Chicco Dossi con Simone Tudda. La storia di Enzo Tortora è quella di un uomo che ha deciso di farsi portavoce di una battaglia senza colore politico, quello della giustizia giusta.

DRAMMATURGHI IN CIRCOLO. È un progetto del Teatro della Cooperativa in collaborazione con la Biblioteca Niguarda dedicato alla drammaturgia contemporanea e al coinvolgimento attivo del pubblico nel processo creativo teatrale. 6 incontri (17 novembre, 15 dicembre, 12 gennaio, 16 febbraio, 30 marzo, 27 aprile) in cui attori professionisti saranno coinvolti sul palco di via Hermada per leggere e interpretare i copioni inediti di autori emergenti messi a disposizione dalla Biblioteca Niguarda. Il pubblico in sala, in occasione degli incontri, potrà esprimere opinioni, porre domande, offrire suggestioni e condividere liberamente il proprio punto di vista sul testo esposto.

Un vero e proprio laboratorio aperto e collettivo, in cui la scrittura teatrale si arricchisce attraverso il dialogo. Inoltre il lavoro più convincente potrà essere inserito come ospitalità nella prossima stagione del teatro.