JEWISH AND THE CITY

PESACH
Il lungo cammino verso la libertà
Festival internazionale di cultura ebraica
seconda edizione
13 settembre – 16 settembre 2014
Milano
Dal 13 al 16 settembre 2014 si terrà a Milano Jewish and the City | Festival
internazionale di cultura ebraica, iniziativa annuale promossa dalla Comunità
Ebraica di Milano in collaborazione con il Comune di Milano.
Cuore del festival saranno la Zona Guastalla attorno alla Sinagoga Centrale e alcuni
dei luoghi più importanti della vita culturale milanese: il Teatro Franco Parenti, la
Fondazione Corriere della Sera, la Biblioteca Sormani, la Rotonda di Via Besana,
le Gallerie d’Italia – Piazza Scala, l’Università degli Studi di Milano, la Società
Umanitaria, la Scuola Ebraica e il cortile di Palazzo Reale.
Jewish and the City è promosso dalla Comunità Ebraica di Milano in
collaborazione con il Comune di Milano, con il patrocinio dell’Unione Comunità
Ebraiche Italiane, della RAI, in attesa di conferma dalla Regione Lombardia e
dalla Provincia di Milano, con il contributo di Fondazione Cariplo, di Intesa
Sanpaolo (Main Partner), di Rigoni di Asiago (Food Quality Partner), di Allianz
(Partner) e grazie al contributo speciale dei sostenitori tra cui CheSpesa.it, Skira,
Furcht pianoforti, Slide.
“Il Festival nasce dal desiderio della Comunità Ebraica di Milano di moltiplicare le
occasioni di scambio con la città e i suoi concittadini, i quali hanno dimostrato nel
corso della prima edizione nel 2013 grande entusiasmo per questa manifestazione e i
suoi temi. L’impegno della Comunità, che lavora in collaborazione con le istituzioni

del territorio, prosegue quest’anno. Siamo felici e onorati di presentare la seconda edizione del
Festival in occasione della XV Giornata Europea della Cultura Ebraica il prossimo 14 settembre”
dice Walker Meghnagi, Presidente della Comunità Ebraica di Milano.
“Il Festival Internazionale di Cultura Ebraica, quest’anno assume un ruolo e un significato
particolare. Il tema al centro dei dibattiti, delle iniziative artistiche e culturali scelto per l’edizione
2014 sembra cogliere ciò che l’attualità troppo spesso ci propone. Pesach, la Pasqua, ci deve aiutare
a riflettere perché riparta e si rafforzi il cammino per una nuova stagione di pace” commenta
Giuliano Pisapia, Sindaco del Comune di Milano.
“Il percorso, il pensiero, la tradizione del popolo ebraico si misurano con la letteratura, la filosofia,
la musica, i molti linguaggi dell’arte: grazie a Jewish and the City questo intreccio tra storia e futuro
di una civiltà millenaria viene dipanato e raccontato al pubblico milanese, che ha dimostrato, con la
grande e attenta partecipazione alla prima edizione di questo festival, di saper riconoscere la propria
identità in ciascuno dei contributi che le tante culture che abitano Milano hanno apportato nel corso
della sua storia, e ancora nel suo presente”, dichiara Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del
Comune di Milano.
Dopo lo Shabbat, tema centrale della prima edizione del Festival, quest’anno protagonista di
Jewish and the City sará Pesach con il lungo cammino verso la libertà compiuto dal popolo
ebraico: la festa di Pesach, la Pasqua, corrisponde all’uscita dall’Egitto dopo 400 anni di schiavitù,
ma non coincide con il momento della liberazione. Ci vorranno altri 40 anni di peregrinazioni nel
deserto, un viaggio che viene interpretato dalla tradizione ebraica come necessario per raggiungere
la vera libertà dal passato e dalla schiavitù.
“Secondo un’interpretazione rabbinica la parola Pesach può significare bocca che parla. Uno degli
elementi essenziali della liberazione è la possibilità di usare la parola. A Pesach si parla molto, si
racconta, ci si pone domande e si danno risposte. Ma è anche il momento in cui siamo chiamati a
riflettere sull’uso della parola che, da una parte può essere uno strumento straordinario di libertà e
di espressione dei sentimenti e delle idee più profondi degli esseri umani, ma d’altra parte può
diventare strumento distruttivo e manipolatorio” spiega Rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo della
Comunità Ebraica di Milano
Pesach e i grandi temi legati a questa festa e al cammino del popolo ebraico diventano occasione di
confronto per affrontare storie e vicende del passato, sulle quali siamo invitati a interrogarci ancora
oggi attualizzando i messaggi e l’esperienza. “La festa di Pesach, la Pasqua, – afferma Rav Roberto
Della Rocca, Direttore scientifico del Festival – è un richiamo a compiere una verifica dei nostri
sentimenti, un invito a domandarci se realmente ci sentiamo “come se noi stessi fossimo stati
liberati con i nostri padri in Egitto”. Questo significa che a Pesach non si festeggia l’evento lieto che
accadde ai nostri padri, ma il nostro evento lieto, la nostra personale e attuale liberazione”.
Attraverso incontri, mostre, spettacoli, concerti, lectiones magistrales, maratone di pensiero,
laboratori per bambini, il tema centrale del Festival – Pesach – sarà trattato in tre diverse
declinazioni.
Libertà e Liberazione: qual è il vero percorso per raggiungere la libertà?
L’Esodo è, tra gli episodi biblici, quello che più ha influenzato popoli e culture in tutti i momenti
della storia in cui si è verificata una negazione della libertà, collettiva o individuale. Ha in sé tutte le
caratteristiche delle epopee fondative, ma anche gli elementi per farne uno strumento di
interpretazione nella continua e personale ricerca di una libertà vera e profonda.
Daniela Ovadia, Comitato promotore Jewish and the City

Essere Stranieri: che cosa significa essere straniero oggi?
“Nella Torah il comandamento “ama lo straniero”, così come il comandamento “ama il prossimo
tuo” ricorrono di frequente. Ciò deve fare riflettere circa la modernità di questo pensiero che va
oltre le possibili barriere che talvolta le culture e le religioni sembrano frapporre tra gli individui”.
David Fargion, Comitato Promotore Jewish and the City
Il Racconto: perché è importante saper raccontare?
Quello di Pesach è “il racconto” per antonomasia: il popolo che uscì dalla schiavitù. Ma
nell’ebraismo tutto, o quasi, è narrazione. Chiamiamo la storia “toledot”, generazioni; e si va avanti
così, “midòr ledòr”, di generazione in generazione. Passato che è presente e futuro, per gli
anglosassoni timelessness, assenza di tempo, forse eternità.
Stefano Jesurum, Comitato Promotore Jewish and the City
Jewish and the City sarà l’occasione per affrontare questi temi non solo attraverso le riflessioni di
importanti intellettuali e studiosi internazionali, ma anche attraverso i contributi artistici di scrittori,
attori, musicisti che animeranno il Festival. Come ha sottolineato Daniele Cohen, Assessore alla
Cultura della Comunità Ebraica di Milano: “Jewish and the City è un Festival di cultura ebraica
innovativo, dove linguaggi, tradizioni e discipline diverse si incontrano e si contaminano all’interno
del tema prescelto. Filosofia, scienza, letteratura, ma anche arti, tanta musica e divertimento
accompagnano gli appuntamenti del Festival. Un luogo di incontro aperto a tutti che invita al
dialogo e al confronto, un’occasione per imparare a riconoscere il valore della diversità”.
PER IL TEMA DELLA NARRAZIONE
Reading di e con Gioele Dix, attore, scrittore e regista teatrale.
Siamo davvero certi di conoscere la storia dell’uscita del popolo ebraico dall’Egitto? Che qualcosa
sia sfuggito alla nostra attenzione, nonostante ci sia stata raccontata decine di volte? Uno
straordinario Gioele Dix riadatta e interpreta per l’occasione il racconto della liberazione del popolo
ebraico dalla schiavitù egiziana, riportando alla mente ciò che di questa storia millenaria avevamo
dimenticato.
Lectio magistralis di Catherine Chalier, tra le più autorevoli filosofe europee, grande studiosa
di ebraismo, interprete originale del pensiero del filosofo Emmanuel Lévinas.
Autrice di alcuni dei più importanti testi moderni di interpretazione e riflessione sull’ebraismo,
Catherine Chalier porta a Jewish and the City le riflessioni nate dai suoi ultimi lavori di ricerca in
campo filosofico.
In uno dei suoi ultimi libri, Transmettre de génération en génération, Chalier racconta come “la
modernità sembra aver perduto la confidenza nell’idea che ciascuno è chiamato a diventare parte
integrante di una lunga storia, cominciata prima di lui e destinata a proseguire oltre”. Questa
tematica apre domande e riflessioni che ci riguardano da vicino: in che modo, oggi, i padri
trasmettono la propria cultura ai figli? Qual è il ruolo della narrazione nel processo di costruzione
dell’identità contemporanea?
Gli ebrei del Mediterraneo tra storia e memoria. Il lungo cammino
Lectio magistralis di Georges Bensoussan, autore e storico di fama internazionale, noto
studioso della Shoah, è responsabile editoriale del Memoriale della Shoah di Parigi.
Uno dei più importanti studiosi di storia e pensiero ebraico contemporaneo inaugura il ciclo di
incontri dedicato al tema della narrazione e della memoria, che l’Università degli Studi di Milano
ospita a Palazzo Greppi, in occasione di Jewish and the City. Una lezione per guardare alle vicende
storiche più recenti, alla scoperta della presenza ebraica nei Paesi arabi e nel Mediterraneo.

L’incontro ospita un intervento di Mino Chamla, docente di filosofia presso la Scuola Ebraica di
Milano, che ha condotto ricerche sul pensiero ebraico contemporaneo.
PER IL TEMA LIBERTÀ
Condotte e condottiere, libere di essere donne
Che cosa significa essere donna oggi, nel rispetto di ciò che famiglia, religione e cultura ci hanno
insegnato? In quali occasioni quotidiane ci lasciamo condurre? Quando, invece, siamo protagoniste,
punto di riferimento, forza e sicurezza per chi ci sta accanto nel lavoro, in casa o all’interno della
comunità?
Con Lizzie Doron, scrittrice israeliana, vincitrice del premio Jeanette Schocken (2007), Costanza
Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Aliza Lavie, scrittrice, politica,
membro del Parlamento alla Knesset, docente di comunicazione alla Bar-Ilan University, Livia
Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano, Wassyla Tamzali, avvocato, scrittrice e giornalista
algerina, già Direttrice dei programmi per i diritti delle donne all’Unesco, è una delle voci di spicco
del femminismo magrebino.

I comandamenti della libertà
Dieci relatori, come i comandamenti consegnati a Moshe sul monte Sinai. 15 minuti a testa,
come nei noti TED Talks statunitensi. Tante sorprese sui contenuti, come nella migliore
tradizione ebraica.
Manager, filosofi, rabbini, scrittori, monsignori, professori universitari sono protagonisti di una
maratona per narrare e approfondire i dettami che nella Torah tracciano il percorso di conquista
della libertà

PER IL TEMA DELLO STRANIERO
Non molesterai lo straniero né lo opprimerai, perché siete stati stranieri nel paese d’Egitto
Lecture di Francesco Remotti, antropologo e professore di Etnologia dell’Africa presso
l’Università di Torino, e di Rav Adin Steinzsaltz, tra i più autorevoli commentatori del
Talmud al mondo, nominato dal Time “studioso del millennio”.
La serata finale di Jewish and the City 2014 si apre con le riflessioni di due grandi Maestri, due
pensatori straordinari che con la loro ricerca hanno attraversato il ‘900 e, a partire da punti di vista
radicalmente diversi, hanno affrontato tematiche comuni quanto mai attuali. Due lectures che
prendono le mosse da una stessa storia: il popolo ebraico, per centinaia di anni, ha vissuto in
schiavitù in Egitto. Che cosa significa essere stranieri in una terra abitata per 400 anni? Che cos’è la
schiavitù? E cosa l’identità? Chi è lo straniero e cosa significa rispettarlo?

Ritrovarsi nel deserto
L’esilio e il deserto sono uno spazio vuoto. Gran parte della costruzione del futuro, del sogno del
domani, si è originata muovendo da un vuoto, da una “terra di nessuno” dove occorre un surplus di
fantasia e di volontà per dare forma al dopo. L’esilio e il deserto sono due figure, o forse più
precisamente due condizioni, che si presentano come spazio e tempo della rigenerazione e del
ritrovamento di sé. “L’esilio allo specchio” di Dario Calimani, già Presidente della Comunità
Ebraica di Venezia, autore di diversi saggi sul tema dell’esilio; “Alle porte del vuoto”, di
Giampiero Comolli, scrittore e saggista; “Tabula rasa”, di Franco Farinelli, geografo, Direttore
del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna.

L’ingresso a Jewish and the City è libero fino ad esaurimento posti e salvo diverse indicazioni
sul programma
www.jewishandthecity.it
Facebook: Jewish and the City
Twitter: @jewishandcity #jcity14
Per informazioni:
Jewish and the City
Coordinamento e segreteria organizzativa
Trivioquadrivio
via Ariberto 21, Milano
tel. 02 58112940
info@jewishandthecity.it