Giovanni Testori e la grande pittura europea

Se è vero che Giovanni Testori, (Novate Milanese, 1923 – Milano, 1993) del quale ricorre quest’anno il ventennale della scomparsa, intercettò la grande pittura europea è vero allo stesso modo che la grande pittura europea intercettò Giovanni Testori.

Il grande drammaturgo, scrittore, poeta, storico e critico d’arte aveva la straordinaria capacità d’intuire e accorgersi di poetiche pittoriche in atto molto prima degli altri.

Testori era uno straordinario consigliere di pittori e artisti in generale e molti attraverso il rapporto con lui, trovarono la propria strada nel cammino dell’arte, approfondirono la propria poetica, si formarono come personalità autonome, intrapresero vere e proprie tematiche che possono considerarsi epocali.

Da sempre più propenso alla pittura figurativa che a quella astratta, Giovanni Testori, innanzitutto come storico dell’arte, capì perfettamente la compenetrazione tra arte del passato e del presente, in quanto credeva alla perenne contemporaneità dell’arte come tale. 

  

In questa straordinaria carrellata d’artisti, da lui scoperti o intercettati, (Testori osservava innanzitutto, come critico d’arte per il Corriere della Sera, dove ereditò la pagina culturale che era stata di Pier Paolo Pasolini) emerge la vera e propria spina dorsale della pittura europea degli anni Ottanta, i “Nuovi Selvaggi”, con il loro caposcuola Karl Horst Höedicke, (“il più grande inventore d’immagini dopo Picasso” lo definì) e con altri pittori eccezionali come Rainer Fetting, Bernd Zimmer.

Accanto a questi c’erano quelli che Testori chiamava i “Nuovi Ordinatori”, con Hermann Albert, Karl Klaus Merkens, Peter Chevalier, propensi a un mai dimenticato classicismo che voleva innanzitutto costruire un mondo con la pittura prima di ogni altra cosa.

Ricordo personalmente Testori che parlava di questi due fenomeni, con un comune ritorno più o meno drammatico della figura umana in pittura, come del principale movimento in atto della pittura europea di quegli anni.

 

Testori aveva in questo sicuramente un fare profetico vero e profondamente umano di acutissimo giudizio storico sui “segni dei tempi” che lo caratterizzò dagli esordi sino all’ultimo respiro, nel paragone col quale si formarono anche importanti artisti italiani come Giovanni Frangi, Velasco Vitali (“massimamente disegnatore” lo definì cogliendone sin dal principio il carattere, che ancora oggi lo caratterizza), Alessandro Verdi.

Una imponente carrellata di artisti che è lo scorcio europeo di quegli anni, caratterizzati da un Muro di Berlino ancora in piedi e una figura umana che andava riaffiorando in pittura più lacerata e urlante che mai.

Vladek Cwalinski

 

Milano Vienna Berlino

Testori e la grande pittura europea

Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano

Fino al 3 novembre 2013

Catalogo Skira