ROSA BARBA – STATING THE REAL SUBLIME

La galleria Giò Marconi è lieta di presentare la prima mostra personale di Rosa Barba intitolata "Stating the Real Sublime"Al piano terra della galleria saranno esposti vari film  e installazioni, insieme alle nuove “sculture filmiche” e frammenti di testo su feltro.La trilogia "Western Round Table", "They Shine" e "Waiting Grounds" condivide un punto di partenza geografico: il deserto Mojave in California. "They Shine", una toccante proiezione in 35 mm che fu già presentata durante la T2 Triennale di Torino nel 2008, è permeata da miti urbani e personali ipotesi. Dall’esterno infinite traiettorie di specchi semi-circolari, una sorta di recinto perimetrale, ruotano lentamente, riflettendo il paesaggio attorno. Si sente una voce maschile, il cui tono è quello di un particolare genere di cinema americano, introspettivo e mitico.  Il titolo di "Western Round Table" si riferisce invece ad una conferenza che si tenne nel 1949 e durante la quale  dei rappresentanti di arte, letteratura, musica e scienza (tra i quali Marcel Duchamp e Frank Lloyd Wright) discussero dell'arte contemporanea e del suo possibile futuro. Si tratta di due proiettori 16 mm i cui obiettivi risultano puntati l'uno verso l'altro, quasi ad ingaggiare una sorta di dialogo.In "Machine Vision Seekers", un proiettore che si muove lentamente riproduce sulle pareti circostanti frammenti di testo, di uno script immaginario. Rosa Barba fa uso del proiettore mobile, che letteralmente getta le parole sulle pareti: questo atto, in parte aggressivo, è anche un’allusione alla cecità dei protagonisti nel testo e ai molteplici livelli insiti nella storia (nel senso che il proiettore  abbandona progressivamente lo schermo bi-dimensionale). “Machine Vision Seekers” si muove tra il proiettore  e lo spettatore, in un proiettare decostruito dove tutte le parti, visibili e non visibili, sono interconnesse, a creare un cinema senza immagini.    Nelle nuove sculture "Enigmatic Whistler" e “Stating the Real Sublime” il materiale prende potere e guida la macchina, in una sorta di gesto anarchico. In “Enigmatic Whistler” il proiettore è abbracciato dalla sua stessa narrazione. In “Stating the Real Sublime” il proiettore è sospeso al soffitto dal  suo stesso materiale di celluloide, e da lì tenta di mantenersi in equilibrio e individuare un possibile schermo.La proiezione decostruita di Rosa Barba dal titolo "Coro Spezzato: The Future lasts one day", costituita da cinque proiettori 16 mm che riproducono sulle pareti circostanti frammenti di frasi che parlano di un nuovo futuro collettivo, è un'altra scultura /performance dell'artista che può essere vista nell'ambito della 53esima Biennale di Venezia ai Giardini – Palazzo delle Esposizioni.

Altri lavori di Rosa Barba sono al momento in mostra presso la Bonners Konsthall, Stoccolma. Il suo ultimo film “The Empirical Effect”, 2009, si può invece vedere alla V Biennale di Gotheborg: il principale protagonista del film è il vulcano Vesuvio, che si erige come una metafora della società e della politica italiane – una segreta invenzione alchemica per nascondere e proteggere se stessi.

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