Giornata del Contemporaneo 9 Ottobre 2010-Museo Praz

Conversation Pieces n° 2 : dialogo tra due collezioni

 

 

       A partire dal primo video di Francesco Vezzoli ,Ok !The Praz is Right, realizzato nel Museo Praz nel 1997, passando attraverso l’installazione di  Olaf  Nicolai, Conversation Pieces, del 2006,  fino al’esposizione nel 2007 dell’opera di Andrea Aquilanti, Casa Praz, nello stesso luogo  che l’artista aveva scelto di rappresentare, l’arte contemporanea è stata ospitata più volte e con esiti assai felici negli ambienti della Casa Museo. Lo stesso Praz per altro era ai suoi tempi lui stesso collezionista delle opere dei suoi amici artisti, come Clerici o Leonor Fini.

         Ora grazie alla disponibilità di Bianca Attolico, che del contemporaneo è a Roma una  collezionista di gran razza, è possibile  proporre ai visitatori della  Casa Museo un vero e proprio confronto  tra le due collezioni, pur così diverse tra loro, avviando una sorta di conversation pieces appunto, tra i materiali delle due raccolte. L’ambiente scelto è, per la prima volta, non una  o più sale del museo ma l’unica saletta espositiva  dedicata alle mostre temporanee, ricavata dal guardaroba di Praz e dalla stireria che vi era annessa, non avendo arredi o decori che ne consigliassero il mantenimento all’atto della trasformazione nel 1995 della casa di Mario Praz nell’attuale Museo.

          In questo piccolo  ambiente si incontrano dunque uno dei Vasi Fisiognomici di Luca Maria Patella –cui lui stesso ha voluto avvicinare un breve testo sulla sua frequentazione del Collezionista-  abbinato ad uno snello guéridon  con vaso in bronzo, le cui forme tornite curiosamente si ritrovano in quelle ideate da Patella. La grande opera polimaterica di Nicholas Hlobo  con la sua commistione di materiali diversi fittamente cuciti tra loro trova il suo pendant nell’immagine di Luigi XVI  minuziosamente ricreata con una sovrapposizione di tessuti preziosi, altrettanto fittamente lavorati, da un nobile palermitano che nell’anno della decapitazione del re di Francia volle ricrearne l’aspetto  trionfale dei tempi migliori. Infine la”conversazione” più impegnativa e pregnante: quella instaurata dai tre grandi pannelli  di Vik Muniz, appesi  sull’unica lunga parete in grado di accoglierli,  con il fitto pubblico disposto su tre file, come nella convenzionale immagine di una scolaresca in posa, che  pare assistere agli straordinari fuochi d’artificio  proposti  sulla parete di fronte da  tre scatole ottiche settecentesche che celebrano  nozze ed eventi delle dinastie europee.  Com’è evidente è stato scelto il basilare e più semplice registro – quello della materia  e della forma – per avviare questo primo confronto , per suscitare questo muto colloquio, questa conversazione tra le cose, perché di cose predilette si tratta.  Opere ed oggetti cercati, scelti ed in qualche modo eletti, origini di straordinarie sintonie nell’animo dei collezionisti, e proprio in virtù di queste, testimoni del loro tempo.

 

Mostra a cura di Bianca Attolico  e Patrizia Rosazza-Ferraris

 

(Visited 22 times, 1 visits today)