La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohème milanese alla Roma bizantina

 26 giugno – 22 novembre 2009
Biblioteca di via Senato 14
Milano


La mostra La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohème milanese alla Roma bizantina approfondisce la parte letteraria del movimento scapigliato ed è organizzata col contributo di Comune di Milano-Cultura, in concomitanza con l’esposizione di Palazzo Reale: Scapigliatura. Un “pandemonio” per cambiare l’arte.

Per la prima volta viene esposto il fondo Angelo Sommaruga, di proprietà della Biblioteca di via Senato.
Angelo Sommaruga fu editore di famose riviste come la scapigliata “Farfalla”, l’elegantissima “Cronaca Bizantina”, le polemiche “Forche Caudine”, gli stravaganti “Brougham” e “Nabab”, per citare solo alcune delle riviste cui diede vita in un periodo di tempo molto breve, e fu editore di libri dalla veste tipografica molto curata dei migliori autori del periodo: da Capuana a Scarfoglio, da d’Annunzio a Carducci, dalla Contessa Lara a Edmondo de Amicis.
Il fondo oltre a raccogliere quasi tutta la produzione libraria della casa editrice di Angelo Sommaruga e la raccolta completa delle riviste “Cronaca Bizantina” e “Forche Caudine”, comprende quanto è rimasto del suo archivio personale, purtroppo in parte disperso: lettere e cartoline dei suoi autori (tra cui molte inedite di d’Annunzio, Carducci e De Amicis), contratti e ricevute di pagamenti, lettere ai familiari, ritagli dei giornali in cui si parla delle sue vicende.

Il percorso della mostra è arricchito da alcune opere di artisti scapigliati fra cui Ernesto Bazzaro, Luigi Conconi, Tranquillo Cremona, Eugenio Pellini, Daniele Ranzoni, Paolo Troubetzkoy. È presente, inoltre, una sezione dedicata alla caricatura con opere di Camillo Cima, Sebastiano de Albertis e Casimiro Teja, fra gli altri.
La mostra curata dalla Prof.ssa Annie-Paule Quinsac – storica dell’arte e curatrice della mostra di Palazzo Reale, dal Prof. Giuseppe Farinelli – docente ordinario di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano, dal Dott. Matteo Noja – conservatore della Biblioteca di via Senato- , è realizzata in collaborazione e col contributo del Comune di Milano ed alcune prestigiose biblioteche milanesi: la Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, la Biblioteca Comunale Centrale – Palazzo Sormani, la Biblioteca Nazionale Braidense.

IL CONTESTO STORICO

“Scapigliato = che ha i capelli in disordine; e applicato a dolore esprime eccesso di costernazione; a persona o a maniera di vita vale disordinata, che è quanto dire dissoluta, scapestrata”
[dal Vocabolario etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani, Roma 1907].

Cento anni prima dell’utopia dei beat e del sessantotto, a metà dell’800 si afferma, principalmente a Milano e in Lombardia, un movimento letterario e artistico che si ispira a una considerazione della vita e del lavoro intellettuale fino ad allora impensata e considerata ancora, alla stregua di altri movimenti in particolar modo francesi, “maledetta”.
Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti, che ne sarà uno degli esponenti di spicco) la chiama “scapigliatura” già nell’Almanacco del Pungolo del 1858 – ancora prima in una lettera a Ippolito Nievo e poi nel titolo di un suo romanzo, La Scapigliatura e il 6 febbraio – volendo così tradurre il termine francese “bohème” (vita da zingari), termine con cui si etichettava la vita dissolutamente anticonformista degli artisti parigini, descritta magistralmente nel romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème (1847-1849).

Nel periodo postrisorgimentale, avviandosi l’Italia ad un’unione mal digerita, con una borghesia non ancora pienamente formata se non nelle grandi città – che in quel tempo cercavano di diventare ancora più grandi inseguendo il mito di un progresso ai più sconosciuto –, la vita scapigliata è un tentativo di esprimere l’esigenza di rinnovamento, di cambiamento epocale che i giovani, e soprattutto quelli che s’intendevano di arti e lettere, sentivano nel cuore e nella testa.
La Scapigliatura, contro tutto e contro tutti, per una vita disperatamente gaudente ma sempre attenta, quasi in maniera neoromantica, alla precarietà e alla caducità del vivere. Movimento apparentemente unitario ma in realtà pieno di sfaccettature e contraddizioni, che accomuna autori poco assimilabili tra loro e che parte da Milano ma che si manifesta anche nel resto della neonata Italia, irradiandosi dal Piemonte fino alla Sardegna e alla Sicilia.
Ma gli anni e i decenni in quel tempo ricco di novità e sviluppi, passano in fretta.
Già alla fine degli anni settanta si parla di epigoni e di seconda Scapigliatura.

ANGELO SOMMARUGA

Uno degli elementi catalizzatori di questi giovani – meno disperati dei loro modelli, ma artisticamente e letterariamente altrettanto attrezzati – è l’altrettanto giovane Angelo Sommaruga che nel 1876 comincia a pubblicare una fortunata rivista, “La Farfalla”, alla quale collaborano tutti i nuovi, ma anche i vecchi, scapigliati. La rivista si pubblica a Cagliari, dove Sommaruga, milanese di via Cerva, lavora come perito minerario e in tre anni si afferma come una delle principali riviste letterarie italiane.
Sommaruga però ha altre idee e altri sogni. Vuole portare la cultura che lui conosce nella nuova capitale, a Roma, e vuole essere lui l’editore della cultura della novella Italia che si sta formando.
Avrà successo grazie alle conoscenze e alle amicizie e soprattutto grazie all’aiuto e alla collaborazione di Carducci prima e, per un breve felice periodo, del giovanissimo d’Annunzio.
Riuscirà nel suo intento di diventare un grande editore di libri e riviste, gareggiando alla pari con i già affermati e consolidati Treves, Sonzogno e Zanichelli. Ma soprattutto riuscirà nell’intento di trasfondere l’idea della Scapigliatura nella cultura della nuova Italia: l’attenzione per la realtà e per la questione sociale, la disposizione per la dissacrazione delle vecchie idee romantiche, un certo simbolismo, passeranno dalla Scapigliatura alla letteratura della sorgente nazione e diventeranno il terreno di coltura dove prolifereranno il verismo di Verga e Capuana, il simbolismo del primo d’Annunzio, la poesia dissacrante e satanica di Carducci.

La mostra intende evidenziare come il percorso letterario dalla Scapigliatura alla Nuova Italia passi attraverso la figura del raffinato editore milanese Angelo Sommaruga – ormai dimenticato, anche a causa delle sue traversie politiche ed economiche – e che il suo contributo non fu certo tra i minori nell’evoluzione intellettuale dell’ultima parte del XIX secolo in Italia.
Partendo dai testi, dalle riviste e dai documenti della Scapigliatura, attraverso le lettere, per lo più inedite, ad Angelo Sommaruga, le sue riviste e le sue edizioni, si cercherà di mostrare come la Scapigliatura non fu solamente un episodio locale di imitazione delle mode artistiche d’Oltralpe, ma uno dei momenti più caratterizzanti della cultura italiana dell’800, forse uno dei primi tentativi di renderla modernamente adeguata a una società che andava drammaticamente, ma inesorabilmente, cambiando.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA

– le riviste e la letteratura scapigliata: tra gli autori – Giuseppe Rovani, Antonio Ghislanzoni, Cletto Arrighi, Emilio Praga, Igino Ugo Tarchetti, Arrigo Boito, Giovanni Faldella, Achille Giovani Cagna, Carlo Dossi, Paolo Valera e altri;

– il fondo di Angelo Sommaruga: libri, riviste e documenti [lettere, autografi e fotografie]; tra gli altri: Carducci, d’Annunzio, De Amicis, Verga, Capuana, Matilde Serao;

– la caricatura: tra gli artisti Camillo Cima, Sebastiano de Albertis, Casimiro Teja;

– dipinti, incisioni, sculture di artisti scapigliati: Ernesto Bazzaro, Luigi Conconi, Tranquillo Cremona, Eugenio Pellini, Daniele Ranzoni, Paolo Troubetzkoy.

Donatella Oggioni, Elena Bellini, Sonia Corain

Ufficio Stampa

Fondazione Biblioteca di via Senato

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Tel 02.76215323-318-314

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