TUTTO PRONTO A MILANO PER “LA PRIMA DELL’ALTA LANGA”

Tutto pronto a Milano per  “La Prima dell’Alta Langa”, la grande degustazione di tutte le cuvée dei soci del Consorzio Alta Langa che si svolge a Palazzo Serbelloni

Dopo il successo delle prime due edizioni piemontesi, che hanno attirato al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo) oltre 1500 addetti ai lavori provenienti in gran parte dal Nord Ovest, il Consorzio Alta Langa ha deciso di organizzare l’evento nella capitale meneghina per favorire l’incontro in particolare con gli operatori del Centro-Nord.

Dichiara Giulio Bava, presidente del Consorzio: “Milano è un luogo d’elezione per il confronto con gli estimatori delle migliori bollicine, italiane e straniere con La Prima dell’Alta Langa a Milano vogliamo consolidare e allargare la conoscenza della denominazione nella ristorazione nazionale“.

Nel programma della manifestazione sono previste due masterclass della durata di 45 minuti ciascuna.

L’Alta Langa in cinque calici  guidata da Sandro Minella.

Un Pinot nero 100%, uno Chardonnay 100%, una cuvée di Pinot nero e Chardonnay, un rosato e una riserva: cinque calici di Alta Langa Docg per raccontare storia, caratteristiche e disciplinare di produzione della denominazione.

Analisi sensoriale del Tartufo Bianco d’Alba e Alta Langa Docg  realizzata in collaborazione con Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Centro Nazionale Studi Tartufo e guidata da Isabella Gianicolo.

Nelle colline piemontesi a ottobre si respira il profumo del Tartufo Bianco d’Alba. Le brume autunnali portano con sé il conforto di una tavola imbandita con piatti straordinari, vini pregiati e il più nobile tra i funghi. Il connubio con l’Alta Langa Docg risponde perfettamente alle più alte aspettative, in un rapporto che da anni rappresenta un percorso di tutela e valorizzazione delle risorse che un territorio come quello del sud Piemonte può offrire. La masterclass dedicata al Tuber magnatum Pico o Tartufo Bianco d’Alba, rappresenta un piccolo viaggio nell’analisi sensoriale, ovvero lo studio del percepito, l’unica tecnica possibile per la valutazione di esemplari unici. Un esperto vi condurrà nel mondo del tartufo, narrandone le caratteristiche, descrivendone i particolari e magari sollevando alcuni dei numerosi veli che avvolgono questo prodotto. L’analisi sensoriale infine sarà strumento per fornire ai partecipanti un potere di valutazione del prodotto fresco in occasione di eventuali acquisti.

Al termine della masterclass la promessa mantenuta dell’abbinamento perfetto tra Alta Langa Docg e Tartufo Bianco d’Alba.
I partner del Consorzio Alta Langa sono Eurostampa e Verallia.

I partner tecnici dell’evento sono LurisiaNocciole d’EliteMario FongoCaseificio dell’Alta LangaAgrimontana.

L’ALTA LANGA DOCG È LO SPUMANTE BRUT STORICO DEL PIEMONTE – Una denominazione dalla produzione contenuta, con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee”, dal giugno 2014 riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.

È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi. L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.

LE TERRE DELL’ALTA LANGA DOCG – Un territorio che guarda le cime innevate delle Alpi e respira il mare. Una terra che raccoglie l’eredità conservata dagli avi, mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali come è avvenuto invece nelle basse colline. L’Alta Langa è una zona preziosa, fragile, da sostenere, in cui salvaguardare la biodiversità. Terra letteraria, terra straordinaria di resistenze – di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti e li ha assecondati, senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte identità.

IL CONSORZIO ALTA LANGA – Quello dell’Alta Langa è oggi un Consorzio molto attivo: viticoltori e produttori sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio. Tutti legati da una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto e che per questo deve necessariamente essere un vino importante.

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