Al Bagatti Valsecchi: il Rinascimento in Ticino

Martedì 13 luglio 2010
ore 18.00
presso il Museo Bagatti Valsecchi
via Santo Spirito 10 / via Gesù 5
Milano

Giovanni Agosti
professore di Storia dell'arte moderna all'Università degli Studi di Milano
Mariangela Agliati Ruggia
direttrice della Pinacoteca Züst, e Attilio Fontana, sindaco di Varese

presentano la mostra

Il Rinascimento nelle terre ticinesi
Da Bramantino a Bernardino Luini

che si terrà presso la Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst,
Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
dal 9 ottobre 2010 al 10 gennaio 2011
La mostra, curata da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, si propone di indagare lo svolgimento delle vicende figurative in Canton Ticino tra Quattro e Cinquecento: ed è la prima volta che viene organizzata una manifestazione su questo tema.

La pittura locale del tardo Quattrocento è caratterizzata da botteghe che ripetono motivi tardogotici e formule arcaiche (i Seregnesi, Antonio da Tradate): risultano perciò fondamentali – per la svolta in senso rinascimentale – gli interventi di artisti di primissimo piano che portano con sé le novità elaborate a Milano e consentono così, a partire dal secondo decennio del Cinquecento, ai pittori ticinesi di aggiornarsi.

Bramantino, che lascia la tavola con la Fuga in Egitto nel santuario della Madonna del Sasso all'Orselina, e Bernardino Luini, con il polittico di San Sisinio a Mendrisio e con il tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano, rappresentano i due casi più notevoli, ma si ricordano anche, per esempio, il pittore delle Scene della Genesi a Campione d'Italia, quello dell'Ultima cena di Ponte Capriasca, il Giampietrino, oltre ad artisti locali di talento, come Bartolomeo da Ponte Tresa, Domenico Pezzi e Giovanni Antonio de Lagaia.

La mostra sarà un'occasione unica per rivedere, a breve distanza dalla chiesa per la quale Luini lo dipinse, un elemento del disperso polittico della chiesa di San Sisinio a Mendrisio. La macchina d'altare, che si componeva di almeno otto tavole, oltre a una ricca carpenteria, fu infatti venduta e smembrata nel 1796; lo scomparto principale si trova in una collezione privata italiana, i dipinti minori e la predella sono divisi tra diversi musei e collezioni della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.

Sarà anche possibile studiare le reazioni che le rivoluzionarie innovazioni proposte da Leonardo da Vinci suscitarono, stimolando le diverse personalità degli artisti: la via personalissima e indipendente di Bramantino, l'originale classicismo di Luini, l'interpretazione accademica del leonardismo da parte del Giampietrino e i tentativi di aggiornamento dei pittori locali. L'esposizione si concluderà con il pezzo centrale del polittico del lodigiano Calisto Piazza eseguito per Santa Maria degli Angeli a Lugano, disperso da secoli e da poco identificato in una collezione privata.

Saranno inoltre presentati i risultati delle indagini più recenti sulle personalità finora misteriose di Domenico Pezzi, che ha lasciato la bella pala di San Biagio a Ravecchia, Giovanni Antonio de Lagaia, autore del polittico di Ascona, e il Maestro della cappella Camuzio, recentemente identificato con Bartolomeo da Ponte Tresa, il pittore che firma gli affreschi di Viconago (in provincia di Varese) e riprende diligentemente le invenzioni di Bramantino e di Luini.

Accanto ai dipinti saranno presentate alcune sculture, in legno e in pietra, testimoni anch'esse degli scambi vivaci che intercorsero tra le terre ticinesi e Milano. Non mancheranno esempi di oreficeria e altre testimonianze delle «arti congeneri».
A questo proposito risulteranno essenziali alcuni prestiti che verranno richiesti dall'Italia e che consentiranno di istituire stimolanti confronti tra diversi ambienti artistici.

La mostra rappresenterà anche l'occasione per svolgere una ricerca sul territorio. Partendo dalla constatazione che molte delle opere rinascimentali del Ticino sono inamovibili perché dipinte su muro o perché le loro condizioni di conservazione non lo permettono, sarà infatti proposta una serie di itinerari che si snoderanno attraverso la regione, toccando alcuni tra i suoi siti storico-artistici più notevoli.
Questa doppia anima della mostra, che le permetterà di continuare la sua vita anche dopo la conclusione dell'esposizione in Pinacoteca, sarà sottolineata da una pubblicazione in due volumi edita da Officina Libraria: il vero e proprio catalogo e una sorta di guida attraverso i luoghi del Rinascimento ticinese.

La tradizionale gravitazione di Varese e del suo territorio verso la Svizzera e la collaborazione in atto tra il Comune di Varese e la Pinacoteca Züst hanno dato vita a una sorta di vetrina della mostra nella Sala Veratti. Nel refettorio settecentesco dell'ex convento di Sant'Antonino saranno esposte, a partire dal 16 ottobre 2010, due tavole del più importante pittore varesino del Rinascimento: Francesco De Tatti.

Studio ESSECI,info@studioesseci.net

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