IL PRIMO RAPPORTO SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO ITALIANO – 2018

In occasione dell’anno del cibo presentato IL PRIMO RAPPORTO SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO ITALIANO – 2018 presso la sede del Touring Club di Milano , coordinato da Roberta Garibaldi, docente universitaria e esperta di turismo e cultura, e frutto della collaborazione tra Università di Bergamo e World Food Travel Association.

Il boom continua: +10% nell’ultimo anno.
Toscana, Sicilia e Puglia le mete scelte dagli italiani sempre più in cerca di qualità e
sostenibilità. Dopo il cibo locale, i mercati e i food truck al top delle preferenze.
Il rapporto
Il turismo enogastronomico piace. Anzi, piace sempre di più. Un italiano su tre ha svolto
almeno un viaggio motivato dall’enogastronomia negli ultimi tre anni. Già si era toccato il
21%, come rilevato dal Food Travel Monitor 2016. Ma ora i turisti enogastronomici salgono al
30%. Un dato che dichiara il nuovo ruolo dell’enogastronomia, che da elemento ‘accessorio’
si è trasformata in una componente in grado di influenzare le scelte di viaggio.
È una delle principali evidenze che emergono dal PRIMO RAPPORTO SUL TURISMO
ENOGASTRONOMICO ITALIANO, studio che traccia un quadro sul settore e delinea le
tendenze di un segmento in forte crescita in tutto il mondo. Sotto l’egida dell’Università degli
studi di Bergamo e della World Food Travel Association, ha il patrocinio di Touring Club, Ismea
Qualivita, Federculture e la collaborazione di Seminario Veronelli e The Fork- TripAdvisor. E’
Roberta Garibaldi esperta a livello nazionale ed internazionale di tu
qualità e sostenibilità, il tema green non è driver di scelta solo per le produzioni
agroalimentari, ma anche per il 42% delle strutture ricettive e degli eventi.
In vacanza, essi manifestano il desiderio di conoscere e sperimentare l’enogastronomia in
tutte le sue sfaccettature: durante la vacanza partecipano un’ampia varietà di esperienze,
anche molto differenti tra loro. Le esperienze Food più popolari, dopo il mangiare piatti tipici
del luogo in un ristorante locale (indicata dal 73% dei turisti), sono visitare un mercato con
prodotti del territorio (70%) e comprare cibo da un food truck (59%). Forte è pure l’interesse
verso il Beverage, non solo vino, ma anche birra locale.
Nonostante l’interesse sia molto alto, il mercato mostra ancora ulteriori margini di crescita.
Esiste un gap fra le esperienze desiderate ed effettivamente fruite, molto ampio nel caso di
proposte quali andare alla scoperta di cibo con un esperto enogastronomico (40%) e
partecipare ad un viaggio enogastronomico di più giorni organizzato da un’Agenzia di
Viaggio o da un Tour Operator (36%).
Infine, gli italiani all’estero. Anche se desiderano conoscere le tradizioni culinarie del Paese in
cui si recano, ci sono prodotti a cui non vorrebbero rinunciare: sono i grandi classici, pasta,
pizza, vino italiano e caffè.
Toscana destinazione “top” per gli italiani
La regione più desiderata dai turisti italiani è la Toscana, ma si riscontra un forte interesse per il
Sud, in primis Sicilia e Puglia. Molte regioni hanno un potenziale inespresso e non vengono
percepite come mete enogastronomiche rilevanti, nonostante siano ricche di eccellenze.
Lombardia, Piemonte e Veneto, ad esempio, vantano un’offerta che in termini numerici si
colloca immediatamente dietro alla Toscana. Emergono quindi opportunità di
miglioramento nella visibilità di questi luoghi.
Il profilo del turista enogastronomico italiano
Roberta Garibaldi così sintetizza: “è un turista acculturato, con maggiore capacità e
propensione alla spesa, che cerca nell’enogastronomia un’opportunità di conoscenza e
contatto con la cultura di un territorio. Organizza il suo viaggio affidandosi al web, sia per
raccogliere informazioni sia per prenotare le singole componenti del viaggio. Ma ha una
propensione maggiore rispetto al turista generico alla prenotazione attraverso intermediari. Si
sente più coinvolto, vuole sperimentare l’enogastronomia a 360°, affiancando spesso altre
proposte attive. Preferisce percorsi misti, non monotematici: il turista del vino cerca anche
ottime esperienze gastronomiche”.
L’offerta
I numeri del Bel Paese sono di tutto rispetto: 821 Indicazioni Geografiche Food & Wine, 586
ristoranti di eccellenza, 11.329 agriristori, 18.632 agriturismo con alloggio, 169 Strade del Vino
e dei Sapori, 12.446 agriturismo che offrono proposte turistiche quali maneggio, escursioni
guidate a piedi o in mountain bike, fattorie didattiche. A ciò si aggiungono una molteplicit
di altre esperienze Food & Beverage, quali Musei del gusto, esperienze in cantina, eventi
tematici e scuole di cucina. Il nostro Paese possiede un’offerta ricca e variegata, in grado di
soddisfare la pluralità di esigenze del turista alla ricerca dei sapori locali. Ma come evidenzia
Roberta Garibaldi “l’offerta italiana appare oggi a macchia di leopardo: ad esempio, la
ristorazione è un settore evoluto ed organizzato, con una vasta gamma di esperienze per
ogni target, così come molte cantine, che offrono visite ben strutturate; invece, si potrebbero
incentivare altre realtà ad aprirsi di più al turismo, come i caseifici, le cioccolaterie, i pastifici.
Qui sarebbe necessario limitare i lacciuoli anche legislativi, che ancora frenano alcune
potenzialità. Importante è pure incentivare la comunicazione sulla rete e creare una
intermediazione turistica italiana faciliti la fruizione delle esperienze. I mercati di prodotti del
territorio? Cosi apprezzati e ricercati dai turisti, abbiamo delle ottime realtà, ma si potrebbe
lavorare per diffondere maggiormente nuovi modelli, più attrattivi.
Siamo il Paese più desiderato come meta di viaggi enogastronomici, il nostro patrimonio
enogastronomico, l’occasione dell’anno del cibo sono una potenzialità da valorizzare con
un’offerta tematica, che deve essere di qualità e sostenibile, oltre che fortemente legata
alle tradizioni del territorio. Oggi il consumatore è più consapevole rispetto al passato, per le
istituzioni e gli operatori si apre una nuova sfida: sviluppare modelli sostenibili e di garanzia
della qualità.
Innovazione tecnologica: le nuove tecnologie stanno modificando profondamente la nostra
esistenza: intelligenza artificiale, realtà virtuale ed aumentata, blockchain, e così via. Le
possibili applicazioni per il comparto dell’industria del turismo enogastronomico sono
innumerevoli. Tutto ciò contribuirà a rendere l’esperienza di vacanza più coinvolgente e
immersiva, oltre che semplificare la vita del turista sia in fase di scelta della meta che nel
corso del viaggio. La risorsa umana rimarrà comunque l’elemento centrale e richieder
nuove competenze trasversali e adeguata formazione, ad esempio gli hospitality manager
per le aziende food and wine. Poi re-inventare l’enogastronomia locale: stimolare
l’innovazione in ambito enogastronomico, ma al contempo salvaguardare l’autenticità di
questo patrimonio sarà una delle sfide del futuro per le destinazioni turistiche che vogliono
puntare su questo elemento per differenziarsi e trovare un vantaggio competitivo sul
mercato. Turisti senior e Millennials, Paesi emergenti saranno i principali target di mercato a
cui rivolgersi nei prossimi anni. Ciascuno di essi appare interessato alle proposte
enogastronomiche nel corso del viaggio. Fondamentale sarò creare offerte targettizzate. “

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