L’ARCO DI PALMIRA TRIONFA AD ARONA

 

DAL 29 APRILE AL 30 LUGLIO L’ARCO DI PALMIRA TRIONFA AD ARONA

L’evento internazionale dal titolo «Passing through, moving forward» verrà inaugurato con un’emozionante cerimonia a cui parteciperanno il tenore Giorgio Casciarri, il soprano Sara Cervasio, il Maestro Paolo Beretta e la cantautrice Matilde Mirotti.

Dopo essere stata esposta a Londra, New York, Dubai e Firenze in occasione del G7 culturale la riproduzione 3D dell’Arco di Palmira (5,50×3,80mt) trionferà nella piazza San Graziano di Arona dal 29 aprile al 30 luglio 2017.

Per l’occasione saranno per la prima volta in Italia i due figli di Al-Asaad, Waled e Omar, che assisteranno agli eventi organizzati dal Comune di Arona.

“Siamo onorati che Waled e Omar Asaad, solitamente molto riservati, abbiano accolto il nostro invito” affermano il Sindaco di Arona Alberto Gusmeroli e l’Assessore alla Cultura Chiara Autunno “l’evento internazionale «Passing through, moving forward» vuole portare testimonianza positiva di continuità e pace e la loro presenza ad Arona contribuisce a rafforzare questi messaggi”.

Nel pomeriggio presso il Civico Museo Archeologico, l’IDA – Institute for Digital Archaeology di Oxford, promotore della ricostruzione in 3d dell’Arco di Palmira e del suo tour mondiale consegnerà al museo un ritratto dell’archeologo scomparso.

La cerimonia di inaugurazione (h. 20.30) sarà molto suggestiva e prevede un’introduzione da parte della nuova filarmonica aronese seguita da una performance della cantautrice Matilde Mirotti; al termine il tenore Giorgio Casciarri e il soprano Sara Cervasio diretti dal Maestro Paolo Beretta condurranno con le loro voci all’unveiling dell’Arco. Alle ore 21.00 un emozionante spettacolo di luci e musica ideato dallo scenografo Sebastiano Romano, che sarà poi ripetuto fino al 30 luglio.

Ad Arona sono attesi migliaia di visitatori nei tre mesi in cui l’Arco, diventato un simbolo globale del trionfo della cooperazione in materia di conflitti, di ottimismo, e dell’ingegno dell’uomo sulla distruzione insensata, farà bella mostra di sé.

La struttura originale situata nel sito archeologico di Palmira e dedicata all’imperatore romano Settimio Severo quasi 2 mila anni fa, è stata distrutta nell’ottobre 2015 da un gruppo jihadista ed è stata ricostruita in scala utilizzando la stampa in 3D dall’IDA, Institute for Digital Archaeology di Oxford e realizzata con il supporto di Torart, un’azienda di Carrara.

“La struttura ha un forte valore simbolico – commenta Alberto Gusmeroli, Sindaco del Comune di Arona – «Passing through, moving forward» vuole portare un messaggio positivo di continuità e pace ed è un importante esempio di come la tecnologia moderna possa mettersi a servizio della cultura per ricostruire pezzi di storia che non ci sono più. Il suo arrivo ad Arona sarà celebrato da un evento inaugurale di grande impatto emotivo e la permanenza animata da numerose iniziative tra cui la possibilità di accedere gratuitamente a una mostra di approfondimento allestita nell’adiacente Civico Museo Archeologico intitolato a Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano custode del sito di Palmira motivo per cui IDA ha scelto proprio Arona per la tappa italiana” conclude Gusmeroli.

“Il Sindaco di Londra, con riferimento all’installazione della ricostruzione dell’Arco di Palmira a Trafalgar Square ha recentemente affermato che gli archeologi hanno il dovere di aiutare a ricostruire i monumenti del Medio Oriente andati distrutti” afferma Roger Michel, Executive Director dell’Institute for Digital Archaeology “Concordo pienamente con il Sindaco, ma vorrei spingermi oltre. Chiunque apprezzi l’arte e l’architettura che impreziosiscono le grandi città d’Europa e del Nord America, la scienza e la tecnologia che migliorano le nostre vite o chi gode della libertà della democrazia, ha il dovere di aiutare a ricostruire questi siti perché in loro è custodita la storia di una regione in cui nacquero le nostre tradizioni artistiche, scientifiche e politiche. Questi monumenti rappresentano la storia che l’umanità ha in comune e un passato ricco e complesso che unisce tutti. Ricostruendo queste strutture, non ricostruiamo solamente le nostre storie di nazioni, ma il legame che ci unisce gli uni agli altri” termina Michel.

 

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