Fondazione Contessa Lene Thun ONLUS e la ceramico-terapia

1. Fondazione Contessa Lene Thun ONLUS
La Fondazione Contessa Lene Thun Onlus offre laboratori di terapia ricreativa attraverso la modellazione dell’argilla in contesti di malattia e di disagio, principalmente sul territorio italiano.
La Fondazione è nata nel 2006, svolge la sua attività senza fini di lucro ed è certificata ONLUS dal 2008.
L’organizzazione è stata fondata da Peter Thun per ricordare la gioia e la passione con cui sua madre, la Contessa Lene Thun, modellava l’argilla per dare vita alle figure Thun, oggi conosciute in tutto il mondo. Dopo la morte di Lene, avvenuta nel 2004, il figlio Peter ha approfondito il tema della terapia ricreativa e delle varie modalità attraverso cui può realizzarsi e ha così deciso di costituire una Fondazione che portasse la modellazione della ceramica dove le persone soffrono, come sostegno psicologico ai percorsi di cura e riabilitazione.
Il Cda della Fondazione è composto dal Presidente, l’avvocato Gerhart Gostner, e dai consiglieri Paolo Denti, Ilona Thun e Rosa Salvaterra.
La Direttrice della Fondazione è Lucia Adamo.
2. La ceramico-terapia
La Fondazione Contessa Lene Thun Onlus è impegnata nella realizzazione di progetti di terapia ricreativa attraverso la modellazione della ceramica (ceramico-terapia).
L’efficacia della terapia ricreativa come sostegno alle cure medico-farmacologiche è riconosciuta scientificamente ed è l’anima dei laboratori ceramici. La manipolazione dell’argilla agisce in due modi: da un lato regala un’immediata sensazione di benessere, di piacevolezza e divertimento, dall’altro lato permette, attraverso la creazione di forme bi e tridimensionali, di dare voce alla propria sfera emotiva, attenuando le paure e la sofferenza interiore, creando i presupposti per ricevere aiuto e sostegno psicologico e per sviluppare l’autostima e la socializzazione.
La manipolazione dell’argilla diventa una vera e propria mediazione non verbale, soprattutto con quei bambini che hanno più difficoltà ad esprimere la propria emotività e per i quali il gioco e il divertimento sono una dimensione negata dalla condizione di malattia.
Donare gioia è sempre gratificante, ma diventa ancora più importante e bello quando a beneficiarne sono i più piccoli.
3. La necessità a cui rispondiamo e i destinatari
Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita) “salute” non significa solamente assenza di malattia, ma significa possedere uno stato assoluto di benessere fisico sociale e mentale. La condizione di malattia e l’ospedalizzazione costituiscono per ognuno di noi un’esperienza stressante, che diventa traumatica quando la patologia è potenzialmente fatale. Se ad essere coinvolto in tutto ciò è un bambino, questo assume una dimensione ancora più gravosa. Il piccolo che si trova in ospedale, in particolare per una malattia seria come quella oncologica, affronta una condizione psicologica molto complessa, determinata dallo sconvolgimento del suo mondo, dei suoi ritmi di vita consueti e dei suoi punti di riferimento che cambiano radicalmente.
La cura “globale” del malato, soprattutto del bambino oncologico, deve quindi integrare interventi medici e prestazioni sanitarie, psicosociali ed educative, per fare in modo che l’evento malattia, con tutto ciò che ne deriva, possa essere vissuto come una parentesi. Una parentesi difficile, ma temporanea, che non deve far perdere al piccolo la voglia di giocare, ridere, conoscere.
Il nuovo progetto avviato nel 2014 dalla Fondazione Lene Thun, con la realizzazione di Laboratori ceramici permanenti all’interno dei reparti pediatrici, prevalentemente oncologici, risponde a questa esigenza di cura “globale”, perché offre in maniera gratuita e stabile le attività di ceramico terapia come sostegno psicologico alla cura medico-farmacologica.
La terapia ricreativa attraverso la modellazione dell’argilla può rispondere anche ad altre tipologie di bisogno, legate a diverse condizioni di malattia e disagio, soprattutto di natura psicologica. Per far fronte anche a questo tipo di richiesta rimangono attivi i “Laboratori Sociali” che la Fondazione ha avviato negli anni precedenti, in collaborazione con associazioni di assistenza, case famiglie, istituti penitenziari, case di riposo per anziani e centri diurni per disabili.
4. Come e dove operiamo
La Fondazione Contessa Lene Thun oggi è impegnata in due tipologie di progetti: la “Fondazione Contessa Lene Thun negli Ospedali” ei “Laboratori Sociali”.
“Fondazione Contessa Lene Thun negli Ospedali”. Questo progetto prevede la realizzazione di laboratori permanenti di modellazione della ceramica, che si articolano con un incontro settimanale, all’interno di reparti pediatrici di diversi ospedali italiani. Quando sono presenti, l’attività si concentra in particolare nei reparti di onco-ematologia pediatrica. Le attività vengono coordinate e gestite dallo staff di ceramiste della Fondazione, in collaborazione con volontari attivi sul posto. Durante questi laboratori, i bambini scoprono la modellazione, creando opere per se stessi e opere collettive che poi verranno esposte negli spazi comuni degli ospedali. Ogni 6 mesi viene proposto un tema diverso per l’opera collettiva.
Dopo le esperienze maturate nei reparti pediatrici di diversi ospedali italiani, con laboratori itineranti e intensivi, che hanno riscosso sempre grande consenso, il 9 luglio 2014 è stato avviato il primo laboratorio permanente presso l’ospedale di Merano. A novembre sono stati attivati i laboratori permanenti presso il Policlinico di Catania e l’ospedale Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo. Successivamente, sono stati inaugurati altri due laboratori, presso il Policlinico Gemelli di Roma
e l’ Ospedale San Gerardo di Monza. Ad aprile 2015 partirà anche il laboratorio permanente presso la neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Merano.
Entro la fine del 2015 partiranno altri 7 laboratori permanenti in Italia: da luglio saremo presenti presso l’Ospedale Annunziata di Cosenza, mentre in autunno inaugureremo l’attività presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma, l’Ospedale di Pescara, il Microcitemico di Cagliari, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, L’Ospedale di Padova e l’Ospedale di Bolzano.
Laboratori sociali: attivi fin dal 2006, sono la modalità tradizionale con la quale la Fondazione opera. Si tratta di progetti realizzati in diversi contesti patologici e di disagio, nell’età pediatrica/giovanile e nell’età adulta, all’interno di centri di riabilitazione, case famiglia, case di riposo, carceri in Italia e all’estero. Questi progetti sono strutturati perlopiù come laboratori itineranti, intensivi, di una durata di circa 6 ore al giorno, per 1 o 2 settimane.
5. Formazione di volontari e staff
Il team che opera all’interno dei progetti “Laboratori sociali” e “Fondazione Lene Thun negli ospedali” è composto da ceramiste esperte e da volontari.
Prima dell’avvio del laboratorio, i membri del team seguono corsi di formazione ad hoc sulla tecnica della modellazione dell’argilla, in cui vengono approfondite anche le modalità di approccio con utenti che presentano diverse patologie psico-fisiche.
6. I finanziamenti e la sostenibilità
La Fondazione Lene Thun è una Onlus, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale. Non ha scopo di lucro, non può distribuire utili nemmeno in modo indiretto (avanzi di gestione, riserve, fondi, capitale) durante la sua vita.
La Fondazione si sostiene attraverso contributi volontari, sia in denaro sia in servizi, e attraverso finanziamenti pubblici, come espresso nel grafico sottostante.
Rete di ospedali e associazioni:
Ospedale Franz Tappeiner di Merano, Ospedale di Bolzano, Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania, Policlinico Agostino Gemelli di Roma, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Ospedale San Gerardo di Monza, Ospedale Carlo Poma di Mantova, Ospedale Gaslini di Genova, Ospedale di Bressanone, Ospedale Umberto I di Roma, Ospedale di Brunico, Ospedale Universitario Integrato di Verona, La Strada Bolzano, Casa Slaranusa di Silandro, Casa Masatsch di Silandro, Casa Circondariale di Trento, Casa famiglia Laura Leroux Frosinone, Casa famiglia Elios di Palermo, Casa famiglia Rosetta di Caltanissetta, Il Girotondo” di San Donà di Piave, Casa di risposo di Condino, Casa di riposo a Funes, Casa di riposo “St. Martin” di Passiria, Casa di riposo di Riva del Garda, Centro S. Lucia di Enna, Clinica S. Maria di Bolzano, Centro di Consulenza Tiflodidattica di Assisi, RSD Rossonano di Mantova, Associazione Antea Roma, Villaggio dei bambini di Hinterbrühl di Vienna, Sos Villaggio Altmünster in Austria.
Aziende che ci supportano con i loro servizi:
Thun Spa, Tend, Elogic, Eurotipo, Life Circus, Colorobbia, Yarix.
CONTATTI
Mail: http://www.fondazionelenethun.org/
Fondazione Contessa Lene Thun ONLUS
sede: Bolzano, via Galvani, 29 Tel. 0471/245111 P.I.02490260219 IBAN: IT07B 03493 11600 000300046906
8. Appendice
La testimonianza di una volontaria che ha partecipato a un laboratorio della Fondazione.
“Quando abbiamo inaugurato il laboratorio, tra noi volontari c’era tanta emozione e voglia di fare bene, di non deludere nessuno, nemmeno noi stessi. Eravamo tesi, volevamo dimostrare di essere in grado di reggere, più psicologicamente che operativamente, credo, un’avventura che ci avrebbe toccato in profondità. Tutto l’imbarazzo e la tensione si sono sciolti, anzi vaporizzati davanti al sorriso “sdentato” di Bianca, una bambina vulcanica, dolcissima, delicata, che con un brio contagioso ha subito accettato di partecipare, non prima di essere corsa in bagno a fare pipì e a estendere l’invito alle altre bimbe ricoverate. In un attimo è stata festa, un attimo dopo quasi ressa! Bambini, ciabattine, carrettini porta flebo, fili delle flebo, genitori, infermiere, dottoresse che spiavano… Un gran movimento. Poi la “signora Argilla” ha dato tutta se stessa, con la consueta grazia, la solita tranquillità, l’usuale democratica generosità. Il risultato è stato che tutti i bimbi hanno lavorato con entusiasmo, esplorando le forme, curiosando tra le tante possibilità offerte, per creare piccoli regali per i fratelli a casa, la mamma, il papà… Nel primo incontro, volutamente, non abbiamo imposto limiti alla loro gioia e alla voglia di gridare al mondo che sono vivi, abbiamo lasciati i bambini a briglia sciolta, conservando il tema suggerito per il prossimo appuntamento, o forse quello dopo ancora. Noi ci siamo sforzati ad accompagnarli in questo breve viaggio, lontano dalla malattia e vicino all’immaginazione. E ci siamo riusciti! lo dico forte e senza paura perché il merito non è nostro, ma dell’argilla, che come sempre si dimostra magica e piena di potenzialità. Sono felice di avere avuto una tale opportunità, E ringrazio la Fondazione per avermi mandato tra persone così belle a vivere un’esperienza che, spero, mi possa rendere una persona migliore”.
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