laVERDI: CONCERTO STRAORDINARIO TEATRO ALLA SCALA

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Concerto straordinario

in collaborazione con il Teatro alla Scala

Milano, Teatro alla Scala

Domenica 13 settembre 2015, ore 20.00

Rimskij – Korsakov

Una sposa per lo Zar Ouverture

Musorsgkij – Ravel

Quadri di un’esposizione

Rimskij – Korsakov

Sheherazade op. 35

Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Violino Luca Santaniello

Direttore Jader Bignamini

Domenica 13 settembre, ore 20.00, laVerdi torna al Teatro alla Scala di Milano con il tradizionale concerto straordinario di inizio autunno.

Sul podio del Piermarini, il maestro Jader Bignamini guiderà l’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un programma scintillante, con tre brani celeberrimi all’insegna della Grande Madre Russia: Rimskij-Korsakov in apertura con l’Ouverture dall’opera Una sposa per lo Zar; quindi Musorsgkij con Quadri di un’esposizione (versione Ravel); infine ancora Rimskij-Korsakov e la popolarissima Sheherazade, suite sinfonica ispirata alle Mille e una notte, affidata all’interpretazione solistica di Luca Santaniello, primo violino de laVerdi.

Biglietti da 14.00 a 85.00 euro; per informazioni e prenotazioni: 02.83389401/2/3 www.laverdi.orgwww.vivaticket.it

Programma

Nona delle quattordici opere di Rimskij-Korsakov, composta durante l’estate del 1898, Una sposa per lo Zar (conosciuta anche come La fidanzata dello Zar) si colloca fra Vera Seloga e La favola dello Zar Saltan; con quest’opera il compositore abbandona i soggetti pastorali e favolistici in favore di un dramma cruento fatto di amore, tradimenti, avvelenamenti, torture e morte che qualcuno ha voluto avvicinare al verismo italiano, spingendosi persino a vedere nella tragica figura di Marfa la risposta russa alle pucciniane Manon e Mimì.

A dispetto della trama fosca e sanguinaria è questa un’opera sostanzialmente lirica e dai toni intimistici. Rimskij-Korsakov sembra voler riaffermare da un lato la primazia del canto sull’orchestra, dall’altro cercare un nuovo linguaggio e nuove sonorità, con una scrittura strumentale spesso aspra e dura, lontanissima dall’orchestrazione caleidoscopica e lussureggiante di partiture come Sadko o Lo Zar Saltan.

Non è Una sposa per lo Zar un’opera che si risolve in grandi scene corali o a suggestivi squarci sinfonici; la scrittura vocale è affatto particolare, arie e ariosi, si alternano a lunghi passi di conversazione, sostenuti spesso da uno strumentale scabro ed essenziale che tende a portare  l’attenzione sul canto più che sull’orchestra. La difficoltà sono tutte formali e risiedono quindi non nella direzione ma nella concertazione. Concertazione che richiederebbe un direttore in grado di serrare in unico arco narrativo un materiale musicale molto eterogeneo e bilanciare accuratamente i pesi relativi di buca e palcoscenico, imprimendo direzionalità e coerenza sia al discorso musicale sia a quello teatrale.

Testo tratto da Operaclick.com

 

Fra i numerosi pezzi orchestrati di Ravel, propri e di altri au­tori, Quadri di un’esposizione di Musorgsky costituisce forse il lavoro più celebre. Il musicista francese lo condusse a termine nel 1922, dietro invito del diretto­re d’orchestra Koussevitzky, con un rispetto pressoché assolu­to del testo originale. Con prodigiosa intuizione interpretativa, Ravel ha compiuto, più che una trascrizione, una vera e propria ricreazione della musica, dando luogo a un magico gioco di tin­te che, nella composizione pianistica di Musorgsky, erano ne­cessariamente sottintese o allo stato di potenzialità, e lasciate quindi all’immaginazione dell’ascoltatore. È un dato di fatto che la versione raveliana non solo è consi­derata la migliore fra le tante intervenute per orchestrare i Quadri, ma si è praticamente imposta nelle sale da concerto an­che sull’originale, assumendo in un certo senso il ruolo di «au­tentica».

Musorgsky compose la suite pianistica nel 1874, ispirato da un’e­sposizione postuma tenutasi a Mosca delle opere del pittore e architetto Viktor Hartmann, suo grande amico scomparso l’an­no prima. La mostra comprendeva disegni e acquerelli di vario genere. Hartmann faceva parte di quel gruppo di intellettuali e artisti che il movimento dei Cinque (Balakirev, Cui, Rimskij­-Korsakov, Borodin e lo stesso Musorgsky) aveva raccolto at­torno a sé e con i quali si batteva per un’arte libera da ogni in­flusso straniero. Il compositore si servì di dieci dei quindici la­vori esposti, per comporre una suite secondo i det­tami della musica a programma, imperante all’epoca.

 

La suite sinfonica Shéhérazade op. 35, ispirata alle Mille e una notte, può essere considerata un poema sinfonico in più parti: un punto d’incontro tra la forma della suite e la “non-forma” per eccellenza della orchestrale moderna, quella symphonische Dichtung già proposta da César Franck e da Franz Listz. Chi mieté i massimi successi con i suoi poemi sinfonici fu Richard Strauss, che tuttavia, pur diffidando dei “programmi” letterari e filosofici, ad essi si tenne fedele, presentandoci di volta in volta una “storia”. RimskijKorsakov, in questo suo lavoro, parve essere ancor più fedele al referente letterario e narrativo, offrendo sottotitoli per le singole parti della suite orchestrale, ma in verità questa è un’apparenza, poiché in Shéhérazade c’è soprattutto molto colore, destinato a evocare un clima, un’aura e uno stato d’animo di avventurosa eccitazione. La suite Shéhérazade fu composta nel 1888, al culmine della piena maturità artistica del compositore russo, quasi contemporaneamente all’ouverture La grande Pasqua russa. È significativo che proprio nel 1888 Strauss abbia scritto il suo Don Juan.

Dopo un’appassionata rilettura delle Mille e una notte, e dopo avere concentrato l’attenzione su due figure chiave, Sheherazade e Sindbad il marinaio, Rimskij-Korsakov lavorò a Shéhérazade durante la prima metà del 1888 e nei primi mesi d’estate, concludendo la partitura il 16 luglio di quell’anno mentre soggiornava a Neigovicij nel distretto di Luga, presso il Cernenec (a nord di Novgorod, quasi al confine con l’attuale Katonia). La prima esecuzione, che ebbe buon successo, fu diretta dallo stesso autore a Pietroburgo venerdì 9 novembre 1888. Due anni dopo la partitura fu edita.

Ciò che colpisce nella partitura non è tanto l’uso (più volte negato dall’autore e tuttavia indubbio) del Leitmotiv, quanto la bellezza e l’evidenza suggestiva delle idee fondamentali e della maniera di svilupparle e di intrecciarle.

Testo di Quirino Principe

 

 

Biografie

Jader Bignamini, direttore. Apprezzato per il forte carisma e la personalità dirompente, nonché dotato di preparazione e raffinatezza musicale fuori dal comune, affina e sviluppa le sue doti tecniche e artistiche nell’ambito dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, dove già nel 1997, a soli 21 anni, viene scelto dal Maestro Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’ensemble sinfonico. L’attività più recente lo vede collaborare nel 2009 ha con il Teatro San Carlo di Napoli, con l’Orchestra dell’Arena di Verona e naturalmente con  l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, con la quale nel 2010 è impegnato tra l’altro nella registrazione per Sky TV in prima esecuzione mondiale del brano Spirito Eroico del compositore Di Iorio, colonna sonora ufficiale delle Olimpiadi invernali di Vancouver.       Nel 2010 è nominato Direttore Assistente dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi e in questo ruolo prepara laVerdi nell’esecuzione integrale delle sinfonie di Mahler per i direttori ospiti della Stagione Sinfonica 2010/2011 dell’Auditorium di Milano. È del 13 Marzo 2011 il debutto alla direzione dell’Orchestra nella Quinta Sinfonia di Mahler, e solo otto giorni più tardi, il 20 marzo, dirige il concerto per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia in diretta televisiva, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita  ufficiale a Milano. Sempre nel 2011 dirige all’Auditorium San Domenico di Foligno la verdiana Messa di Requiem con l’Orchestra Sinfonica e il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, mentre nella chiesa di San Marco a Milano per MiTo 2011 esegue la Missa Solemnis di Liszt e per MiTo 2012 la Messe solennelle di Berlioz. Nell’aprile 2012 è nominato Direttore Associato dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Bignamini ha chiuso “Una Estate con la Musica 2012”, la prima stagione estiva de laVerdi, dirigendo, a fine agosto, Carmen di Bizet in forma di concerto, e ha inaugurato la XX Stagione sinfonica dell’Orchestra all’Auditorium di Milano, il 13 settembre 2012, accompagnando la violinista Francesca Dego nell’esecuzione del Concerto per violino e orchestra n. 2 di Prokof’ev. Nel novembre 2012 ha guidato l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in una trionfale torunée in Russia, con due concerti a Mosca (Sala Grande del Conservatorio Čajkovskij) e San Pietroburgo (Cappella Accademica di Stato). Il  31 dicembre 2012 ha diretto il Concerto di Capodanno alla guida della Osaka Symphony Orchestra, con un programma tutto italiano, ospite alla Biwako Hall di Otsu per il suo debutto in Giappone. Seguono i debutti sinfonici in Brasile al Teatro Municipal di Sao Paulo, a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e a Firenze col Maggio Musicale.

Inaugura poi il XXXIX Festival della Valle d’Itria con Crispino e la Comare, la XX Stagione Sinfonica de laVerdi con un programma verdiano e il Festival Verdi 2013 a Parma con Simon Boccanegra, a seguito del quale gli viene offerto dal Teatro Regio un invito triennale per il Festival.

Impegni per il 2015: direzione di Aida al Teatro dell’Opera di Roma (aprile); Madama Butterfly al Teatro la  Fenice di Venezia (maggio); Rigoletto negli USA, Santa Fè Opera Festival, New Mexico – USA (luglio e agosto).

Ad agosto 2016 è atteso a Pesaro alla direzione de Ciro in Babilonia, in cartellone per la XXXVII edizione del Rossini Opera Festival.

 

Luca Santaniello, violino. Ha intrapreso lo studio del violino all’età di sei anni sotto la guida della professoressa Lucina Invernizzi che lo ha seguito sino al diploma. Ancora studente, ha ottenuto riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali. Diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano nel 1992, si è perfezionato nei due anni successivi a Sion in Svizzera, sotto la guida del Maestro Tibor Varga. Ha frequentato in seguito i corsi del Maestro Pavel Vernikov e per due anni il corso di violino di spalla con il Maestro Giulio Franzetti a Fiesole. Quale violinista del Trio Felix ha conseguito con il massimo dei voti e la lode il diploma all’Accademia di alto perfezionamento a Pescara; con la stessa formazione ha vinto tre concorsi nazionali e due internazionali e ha ottenuto un contratto discografico per la realizzazione di un cd con il Trio in La minore di Maurice Ravel e il Trio in Re minore op. 49 di Felix Mendelssohn. Giovane diplomato, ha collaborato con le più prestigiose orchestre italiane e si è esibito in numerosi teatri in Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Austria e Germania. Dal 2000 è Spalla dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi e ha lavorato con direttori e solisti di fama mondiale tra cui Carlo Maria Giulini, Riccardo Chailly, George Prêtre, Riccardo Muti, Valeriy Gergiev, Zhang Xian, Luciano Pavarotti, Placido Domingo, Sergej Rostropovich, Marta Argerich, Salvatore Accardo, J. Bell, K. Blacher, Enrico Dindo, Mario Brunello. Con la stessa formazione diretta dal Maestro Chailly ha inciso per la Decca il solo de I Lombardi alla Prima Crociata di Verdi; nella stagione 2002-2003 si è esibito come solista con un violino Stradivari del 1703 appartenuto a J. S. Bach e ha suonato nelle più prestigiose sale d’Europa, Sud America, Cina, India e Giappone. Come primo violino del Quartetto I Solisti de laVerdi ha inciso un cd con trascrizioni di brani di Jimi Hendrix, Janis Joplin e dei Beatles. Con questa formazione ha un’intensa attività concertistica, affiancando al repertorio classico interessanti e innovative trascrizioni. Oltre al suo ruolo di Primo violino de laVerdi, negli ultimi anni si è esibito come solista nelle rassegne dedicate all’esecuzione dell’integrale dei concerti di Mozart e Haydn. Ha inoltre eseguito il Triplo Concerto di Ludwig van Beethoven con Simone Pedroni al pianoforte e Enrico Dindo al violoncello nel marzo 2008 e nel maggio 2011, sempre con Simone Pedroni al pianoforte, violoncello Mario Shirai Grigolato. Fra gli impegni recenti come violino solo il Doppio concerto in La minore per violoncello e orchestra di Johannes Brahms. Con il Quartetto de laVerdi ha eseguito, per l’anniversario della morte del compositore, il Quartetto per archi di Verdi al Teatro di Busseto e al Grand Hotel et de Milan di Milano. Dal 2007 si occupa anche di un’orchestra amatoriale, “laVerdi per tutti” e una di ragazzi, l’Orchestra Sinfonica Junior (OSJ). Suona un Vuillaume copia Maggini del 1617.

laVerdi ringrazia Fratelli Branca Distillerie per la proposta di Brancamenta e champagne “collezione Tsarine” della storica maison Chanoine Frères, ispirato alla Russia degli Zar, a corredo della cena di gala dopo concerto presso Gallerie d’Italia.

 

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