Puglia, mille e una emozione nel week end del Carnevale tra Sacro e Profano

Puglia, mille e una emozione.

Dalle grotte di Castellana, al centro storico di Nardò, da Oria  alle Tavole di San Giuseppe di Giurdignano al Carnevale di Aradeo, sacro e profano si intrecciano per raccontare una terra ricca di incontri e culture.

Questo il programma "XXI Educational per giornalisti nel Salento",presentato alla Bit di Milano, nella sala eventi dello Stand Regione Puglia.

Un nuovo pacchetto turistico ideato dalla rivista di turismo e cultura del Mediterraneo, Spiagge (www.mediterraneantourism.it) in partenariato con Regione Puglia, assessorato al turismo, Pugliapromozione, Comuni di Nardò, Aradeo, Oria, Giurdignano e Grotte di Castellana srl.

A parlarne sono stati l’assessore al turismo, Silvia Godelli, il responsabile per le Azioni di marketing di Pugliapromozione, Alfredo De Liguori, il presidente dell’Associazione regionale pugliesi di Milano, Dino Abbascià, il sindaco di Castellana Grotte, Franco Tricase, il presidente di Castellana Grotte srl, Domi Ciliberti, l’assessore al turismo della Provincia di Lecce, Francesco Pacella, l’assessore al turismo di Nardò, Maurizio Leuzzi e il maestro ceramista, Agostino Branca, moderatore il direttore responsabile della rivista Spiagge, Carmen Mancarella.

E' stato illustrato ampiamente  il fine di tale  iniziativa: far affluire turisti nel mese di marzo nella zona interessata e far parlare delle eccellenze  enogastronomiche e naturali con una serie di proposte, tra le quali il Carnevale di Aradeo dove tra il 2 e il 4 marzo si potranno ammirare i carri allegorici realizzati in cartapesta leccese e coordinati dai giovani del Gruppo carnevalesco aradeino “Oscar Tramacere”. A fare da cornice alle sfilate vi è un suggestivo centro storico arricchito da  palazzi gentilizi. La sera, scorre la movida, anche in pieno inverno, tra tantissimi locali che offrono cocktail e musica. Aradeo è peraltro la città di Emma Marrone e dove ha vissuto per alcuni anni, Domenico Modugno, cui è dedicato il Teatro, cuore della vita culturale della città.

CASTELLANA GROTTE.  Il  tour parte da Castellana, in provincia di Bari, famosa per le sue grotte (www.grottedicastellana.it). Scoperte 76 anni fa e visitabili tutto l’anno, regalano un crescendo di emozioni. Stalattiti, stalagmiti, cortine, colonne, preziosi cristalli sfoggiano i loro mille e uno colori disegnando le forme più strane che si prestano alla fantasia dei visitatori. Dopo essere entrati nella Grotta Grave, l’unica collegata con l’esterno, gli ambienti si succedono uno dopo l’altro, prendendo i nomi che furono dati loro dai primi esploratori: la Lupa, i Monumenti, la Civetta, la Madonnina, l’Altare, il Precipizio, il Corridoio del deserto, la Colonna rovesciata, il Corridoio Rosso, la Cupola.

Si arriva poi all’ultima e più bella caverna del sistema sotterraneo, la Grotta Bianca, definita per la ricchezza e il biancore dell’alabastro, la più splendente del mondo.

Le grotte si trovano ad una profondità media di circa 70 metri e si possono seguire due itinerari: il primo di un chilometro dura 50 minuti, il secondo di 3 km dura circa due ore.  Vi è un percorso attrezzato anche per i disabili.

Castellana Grotte srl che gestisce le grotte, visitate nel tempo da  15 milioni di persone, ha ideato anche una serie di eventi culturali che danno ai visitatori l’occasione per ritornarvi.

Dopo le Grotte il percorso continua nel centro storico di Castellana, borgo medioevale dominato da una cattedrale romanica e che in pieno inverno, l’11 gennaio, si illumina con i fuochi delle Fanove: più di 80 falò vengono accesi contemporaneamente per ricordare il miracolo della Madonna della Vetrana, che salvò i cittadini di Castellana dalla peste.

 

NARDO’. E' la meta successiva che racchiude in sè tesori  che vanno dal romanico al barocco e la incoronano città d’arte della provincia di Lecce. Sono barocche con la tipica pietra leccese scolpita dai maestri scalpellini le chiese che impreziosiscono il centro storico della città: ricami di pietra, putti, santi… popolano facciate e altari. Dall’ariosa piazza Salandra dominata dalla colonna dell’Immacolata, si dipanano le vie del centro storico, cuore culturale ed economico dell’area.

 

 

 

Ma Nardò è  anche panorami mozzafiato come Portoselvaggio, un parco regionale affacciato sul mare, a soli sei chilometri dalla città. Qui tra campi di terra rossa e fenomeni carsici come le spunnulate (laghetti di acqua salmastra generati da fiumi sotterranei il cui tetto è sprofondato) si arriva fino alla spiaggetta di Portoselvaggio dominata dalla Torre dall’Alto di Santa Caterina.

 

 

Nardò, famosa per le ville gentilizie nel quartiere Cenate di Santa Caterina, è anche città dell’accoglienza. E’ stata insignita infatti della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica, Ciampi per l’accoglienza riservata a più di 800mila ebrei, che erano stati liberati dai campi di concentramento dalle Forze Alleate e che vennero momentaneamente ospitati nelle case requisite di Santa Maria al Bagno prima di raggiungere la Terra Promessa. Tra gli ospiti illustri anche Golda Meir. Oggi una casa con i graffiti realizzati da un deportato, Levi Miller, foto e documenti, è diventata il primo museo italiano della Memoria e dell’Accoglienza, visitabile su prenotazione (tel. 0833. 83 08 08, www.comune.nardo.le.it )

ORIA, IL QUARTIERE EBRAICO E IL CASTELLO DI FEDERICO II.  Ma se c’è una città dove fiorì una ricca comunità ebraica, questa è Oria, in provincia di Brindisi. Infatti questo borgo medioevale, che affascina per le sue viuzze arrampicate sulla rocca dove sorge il maestoso castello federiciano, ha dato i natali a un medico farmacista così famoso che a lui è stato dedicato il modernissimo ospedale di Tel Aviv, Donnolo. Gli ebrei arrivarono a Oria con la diaspora nel 70 d.c. e vi rimasero fino al 1300. Federico II scelse la città per attendere la sua sposa, Jolanda di Brienne, in viaggio dall’Oriente. I due si unirono in matrimonio nel 1225 nel Duomo di Brindisi, poco distante da Oria. Ma, naturalmente prima delle nozze, (che peraltro aveva già contratto per procura) l’imperatore si dava a feste di addio al celibato, cacciava nella foresta oritana e soprattutto rese il castello di Oria la sua degna dimora, ampliandolo e rendendolo quanto mai sfarzoso. Il castello dominava e domina ancora oggi i Due Mari essendo costruito su uno dei tre colli di Oria. Per ingannare il tempo l’imperatore indisse anche il Torneamento dei Rioni, che gli abitanti di Oria festeggiano ancora oggi il secondo week end di agosto con uno spettacolare  corteo storico e il Palio in abiti medioevali che ricordano l’arrivo di Federico II.

Il castello, di proprietà privata è visitabile grazie agli alunni dell’Istituto per il turismo della città e dai volontari dell’associazione Legambiente (per prenotazioni iter.oria@libero.it).

Oria è anche una città dalla profonda spiritualità e in essa si assiste al primo rito della Settimana Santa in Puglia. La Statua di Cristo Morto, custodito nella chiesa delle suore benedettine, viene portata in spalla dagli iscritti dell’Arciconfraternita della Morte vestiti di nero, in una breve ma intensa processione che termina con l’ingresso di Gesù nella Cattedrale, poco distante. Il rito si ripete tutti i giovedì di marzo fino al Giovedì Santo.

La domenica delle Palme i volontari del Gruppo di promozione umana portano in scena la Passione vivente.

Da Oria si  raggiunge Giurdignano per: LE TAVOLE DI SAN GIUSEPPE. Tra il 18 e il 19 marzo gli abitanti di Giurdignano, paesino a soli cinque chilometri da Otranto allestiscono nelle proprie case le Tavole di San Giuseppe. Si tratta di Grandi Tavole, ricoperte con tovaglie ricamate dove spiccano pani a forma di ruota e ben tredici pietanze: il pesce, simbolo del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci di Gesù, i ciceri e tria, pasta fatta in casa metà bollita e metà fritta con i ceci, che, con i suoi colori indica quelli del narciso e quindi l’arrivo della Primavera, le ncartiddhate, dolci fritti a forma di rosa e conditi con il miele, che ricordano le fasce di Gesù bambino. Il devoto che prepara le Tavole, invita parenti o amici. Essi interpretano i Santi: la Sacra Famiglia (Gesù, San Giuseppe e Maria) se la Tavola è imbandita per tre, la Sacra Famiglia e i suoi parenti e amici se la Tavola è allestita per 13. Quindi con Maria, Giuseppe e Gesù si siedono anche Sant’Anna e San Gioacchino (i genitori di Maria), Santa Elisabetta e San Zaccaria (i cugini), Santa Maria Maddalena… etc. Chi si siede alle Tavole diventa Santo.

“Questa tradizione”, spiegano il sindaco Monica Gravante e il vicesindaco, Gabriella Vilei, “è molto sentita, qui da noi. Infatti le Tavole di San Giuseppe sono nate a Giurdignano e si sono poi diffuse in altri paesi a noi vicini come Minervino e Uggiano la Chiesa, nella fascia dell’entroterra idruntino”.

Alle Tavole  di San Giuseppe segue:

 

IL GIARDINO DEI MEGALITI PIU GRANDE D’EUROPA. Infatti nelle campagne di Giurdignano ci sono ben 23 menhir e 28 dolmen. Risalgono a 16mila anni fa. I dolmen erano tombe o forse altari dove si sacrificavano gli animali. I menhir sono pietre stiliformi confitte nel terreno. Indicano il desiderio dell’Uomo primitivo di arrivare fino al cielo.  Alcuni menhir sono stati cristianizzati con l’apposizione delle croci oppure con la costruzione di una cappella ai loro piedi, come la cripta di San Paolo delle Tarante a Giurdignano, perché nel Salento, Sacro e Profano coesistono in un’affascinante e misteriosa simbiosi.

 

 

 

E' a Carmen Mancarella, direttore della rivista Spiagge, che si deve l'idea e la realizzazione di questo tour nel Salento, una delle zona più belle e accoglienti della Puglia o delle Puglie, che dir si voglia.

 

Tra una visita sacra, un percorso profano, una escursione naturalistica e una immersione in un libro d'arte a cielo aperto non  si può non  gustare le prelibate leccornie enogastronomiche, pertanto è d'obbligo fermarsi in  qualche posto di ristoro come: 

-il Ristorante Lo Zio Tom (loc. Ciardo, Santa Maria di Leuca, con imperdibili le tagliatelle allo Zio Tom al ragù di mare presentate dallo chef Matteo Cordella (www.ziotomleuca.com)

-il Ristorante La Grotta del Conte (via Duca del Mare, Castro marina, imperdibile le sagne ncannulate, la tipica pasta leccese, con gamberi rossi di Gallipoli al profumo di cannella. (www.grottadelconte.it)

oppure essere golosamente attratti da:

Souvenir golosi- Delizie in contea – Piazza Della Vittoria 10 – Castro (www.delizieincontea.it)

o farsi tentare da un pezzo di:

Artigianato presso la Bottega d’arte Agostino Brancavia Tempio 32, Tricase (Lecce)

(branca@brancaagostino191.it)

 

 

 

 

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