Sala Fassbinder | Invidiatemi come io ho invidiato voi – Elfo Puccini

Sala Fassbinder | 18 – 23 febbraio

 

Invidiatemi come io ho invidiato voi 

scritto e diretto da Tindaro Granata

con Tindaro Granata, Mariangela Granelli,  Paolo Li Volsi, Bianca Pesce

Francesca Porrini, Giorgia Senesi

voce fuori campo Elena Arcuri

scene e costumi  Eliana Borgonovo

disegno luci  Matteo Crespi

elaborazioni musicali  Marcello Gori

produzione BIBOteatro e Proxima Res

per la tematica trattata lo spettacolo è consigliato ad un pubblico maggiore di anni 14

 

 

 

Tindaro Granata, dopo il felice esito del suo Antropolaroid, proposto in Nuove Storie/Sala Baush 2011/2012, torna all’Elfo Puccini con il suo nuovo spettacolo Invidiatemi come io ho invidiato voi che debutterà al Festival delle Colline Torinesi 2013. Ispirato a un celebre caso di pedofilia accaduto qualche anno fa in provincia di Perugia, Granata non si limita alla restituzione della vicenda giudiziaria o alla denuncia, ma cerca di far emergere, con la sensibilità che lo contraddistingue come regista e interprete, i moti interiori e i sentimenti che muovono i protagonisti: vittime e carnefici.

 

Quando sono sul tram o in metropolitana, ascolto la gente. Per la strada, guardo la gente. A volte, guardando e ascoltando mi rivedo in ciò che guardo e sento almeno 32  parole che utilizzerò, o che ho utilizzato, quel giorno. Mi blocco. Sono come loro! Quest’idea, mi blocca. In questo fermo, sto appeso ad un filo tristanzuolo.

Sgocciolo che siamo gente sola, che lottiamo troppo troppo per noi stessi e troppo poco per gli altri, uccidendo quell’organo che sta tra la valvola tricuspide e la valvola aortica. Stiamo morendo per far vivere i nostri desideri, dimenticando come sia bello vivere per far vivere i desideri degli altri. Egoismo genera Solitudine… Solitudine genera Invidia… Invidia genera Infelicità. Infelicità cerca Felicità per infilzarla; Felicità si nasconde, ha paura. Infelicità spinge gli uomini a cercare Felicità in “Ogniccosa”. “Ogniccosa” è composta da “Ogni” e da “Cosa”, una è bianca e l’altra è nera; insieme diventano: Invidiatemi come io ho invidiato voi.

Una donna diventa amante del datore di lavoro di suo marito. Si frequentano di nascosto. La donna, che ha una figlia di 3 anni, progetta di lasciare il marito per andare a vivere con l’amante. Per abituare la bimba alla presenza di una figura maschile diversa da quella del padre, la donna, affida spesso la bimba all’amante. L’amante è un pedofilo e dopo un abuso, la bimba muore. Al pedofilo viene dato l’ergastolo, la madre viene condannata a 15 anni di reclusione perché dichiarata colpevole, connivente. Sapeva. Tutti i componenti della storia, dichiarano la loro versione dei fatti, cercano una verità che non tiene conto della bimba che è morta. Se volessi essere banale e superficiale direi che la bambina rappresenta la nostra Italia. La perdita di un'innocenza stuprata dalla nostra disonestà. A volte sono banale. Il testo è basato su una storia vera, ma il riferimento che c’è sotto è puramente metaforico.                                          

 Tindaro Granata (note di regia)

 

 

 

 

 

Non si può non restare scossi dal nuovo spettacolo di Tindaro Granata, visto in forma di “studio”, colpisce già da ora la sorprendente crescita di Granata. Un testo a più voci, ispirato a un celebre caso di pedofilia drammaticamente emerso qualche anno fa in provincia di Perugia.

Il titolo apparentemente fuorviante, è di fatto tutto da interpretare: ponendo l'accento sul sentimento dell'invidia, Granata ci avverte che il tema di questo inquietante viaggio nelle zone buie della psiche non è la pedofilia in sé, non è l'episodio di cronaca nera da lui più o meno liberamente preso a pretesto, ma sono le relazioni umane, sono i valori – o i non-valori – che le guidano, è il contesto sociale in cui gli avvenimenti si svolgono.

L'altro aspetto che mi è piaciuto molto, oltre a questa scrittura fluida, fintamente minimalista – e perfettamente in linea con essa – è il tipo di recitazione adottato da Granata, che firma anche l'asciuttissima regia: la chiave da lui scelta è quella di un parlato quotidiano, minuziosamente informale, che gli attori utilizzano a pochi passi dagli spettatori, rivolgendosi spesso direttamente a loro. In contrasto con questo registro basso, efficace soprattutto nelle figure della vicina di casa e della cognata, rispettivamente incarnate da Giorgia Senesi e Francesca Porrini, spicca la veemenza cupa, rabbiosa di Mariangela Granelli, l'imputata un po' colpevole e un po' vittima della cattiva coscienza collettiva.

Renato Palazzi, Myword.it

 

 

ELFO PUCCINI, SALA FASSBINDER, corso Buenos Aires 33 – Milano – Feriali ore 21:00, domenica ore 16:30 – Durata: 90' senza intervallo – Prezzi: intero € 30.50 – ridotti € 27 e € 16 Martedì € 20 – Info e prenotazioni: 02/0066.06.06 – www.elfo.org

 

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