FELICE CARENA

Venezia > Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
27 marzo > 11 luglio 2010

Mostra a cura di Virginia Baradel

Promossa da Regione del Veneto / Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti / Arthemisia Group

Venezia dedica una grande mostra a Felice Carena (Cumiana, Torino 1979 – Venezia,1966), protagonista indiscusso del Novecento italiano; un omaggio all’artista di origini piemontesi che scelse la Serenissima per trascorrere gli ultimi ma fecondi anni della sua carriera.
 
Promossa dalla Regione del Veneto, dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e da Arthemisia Group, la mostra “Felice Carena” si terrà dal 27 marzo all’11 luglio 2010, nella prestigiosa sede di Palazzo Franchetti.

Dopo la mostra dedicata nella stessa sede a Zoran Music, conclusa il 7 marzo, prosegue dunque la valorizzazione degli artisti legati alla città e, in particolare, alla riscoperta di un grande pittore come Felice Carena, da lungo tempo assente nel panorama delle esposizioni.
 
Dopo oltre vent’anni dalla rassegna svoltasi a Torino nel 1996,  la mostra veneziana è la prima importante occasione per riscoprire e rivalutare il Maestro attraverso una rilettura critica aggiornata, con attenzione gli anni veneziani e ripercorrendo altresì la sua lunga attività pittorica, ricca di richiami e di soluzioni stilistiche in continua evoluzione.
 
A cura di Virginia Baradel e con un comitato scientifico di prestigio composto, insieme alla curatrice da Luigi Cavallo, Elena Pontiggia, Nico Stringa l’evento, coordinato da Stefano Cecchetto, riunisce oltre 90 opere provenienti dai maggiori musei italiani e da collezioni private, tracciando la parabola di una biografia artistica che si snoda dai primi anni torinesi sino alle struggenti Pietà e alle sontuose Nature morte degli ultimi anni.
 
In mostra capolavori esemplari, come I Viandanti (1908-1909, GAM, Udine), Ritratto di un sacerdote (1913, Ca’ Pesaro, Venezia), Bambina sulla porta (1919, Fondazione Giorgio Cini, Venezia), La Quiete (1921-1926, Banca d’Italia), Gli Apostoli (1924, GAM Palazzo Pitti, Firenze), La scuola (1927-1928, Monte dei Paschi), Uomo che dorme (1938, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma), Teatro popolare (1933, GAM, Milano); e molte importanti opere inedite o mai esposte tra cui la bellissima Deposizione (1938-1939), eccezionalmente prestata dai Musei Vaticani, la Fuga in Egitto (1940), il Ratto delle Sabine (1942) e il nucleo centrale del discusso dipinto Dogali (1936), recentemente ritrovato ed esposto come novità assoluta in questa occasione.
  
Il percorso della mostra si presenta idealmente come una quadreria, che bene si inserisce nelle scenografiche sale di Palazzo Franchetti. Una scelta di capolavori e di opere esemplari in ordine cronologico in sette sezioni illustra i diversi periodi della vicenda artistica di Felice Carena per cogliere infine l'originalità e la singolare qualità della pittura del periodo veneziano.

Venezia diventa dunque il prisma attraverso cui rileggere l’intera storia della pittura di Felice Carena che accanto ai grandi estimatori ebbe anche critici avversi: gli venivano contestate la pluralità di richiami e la mancanza di coesione compositiva. La mostra e  i saggi del catalogo Marsilio, portano oggi alla luce la sua inconfondibile cifra personale e sfatano l’idea di un Carena, vecchio, sofferente, ripiegato su se stesso perché il tramonto dal punto di vista biografico portò al raggiungimento di nuovi traguardi, attraverso un’altissima e inesausta ricerca.

Catalogo Marsilio
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