“Per il suo impegno a livello internazionale nella promozione e nella tutela della salute delle donne e dei bambini e nella lotta contro la violenza sul genere femminile”. È così che Francesca Merzagora, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da), ha motivato il Premio Vhernier assegnato quest’anno a Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La cerimonia ha avuto luogo oggi a Roma in Campidoglio. Il premio, consegnato dal Dott. Rocca, membro del Comitato Esecutivo di Vhernier, alla presenza dell’On. Daniela Tiburzi, Presidente della Commissione delle Elette dell’Assemblea Capitolina, consiste in un gioiello generosamente donato da Vhernier, maison italiana di alta gioielleria presente con le sue boutique in tutto il mondo.
Questo premio è dedicato alla memoria di Giorgio Viganò, compianto componente del Consiglio Direttivo di O.N.Da.
“Il Premio Vhernier, giunto alla sesta edizione –spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da– viene quest’anno assegnato a Flavia Bustreo, una donna italiana che si è distinta a livello internazionale nella promozione e nella tutela della salute delle donne e dei bambini. L’Osservatorio, da sempre sensibile a valorizzare la ricerca e la conoscenza scientifica rivolta a patologie e problematiche al femminile, continua a testimoniare il proprio impegno premiando ogni anno donne che si sono particolarmente distinte per il proprio impegno sociale. Nelle scorse edizioni hanno ricevuto questo riconoscimento Cristina Mondadori, Fondazione Doppia Difesa, Livia Pomodoro, Francesca Pasinelli e Lella Costa.
Quest’anno la scelta –continua la Dott.ssa Merzagora– di premiare una donna che si è impegnata nei confronti della violenza al femminile riflette un percorso avviato al fianco dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su questo tema che proseguirà anche nel 2014.”
“Le diseguaglianze globali nell’accesso alle cure sanitarie materne e neonatali –afferma la Dott.ssa Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità– continuano a essere tra le più aspre nel campo della salute. Ogni anno approssimativamente 230.000 donne e 3 milioni di neonati muoiono a causa di complicazioni prevenibili della gravidanza e del parto. Il 99% di tali morti si verifica nei paesi più poveri del mondo. Come Direttrice della Partnership per la Salute Materno Infantile ho avuto l’onore di contribuire alla stesura della Strategia Globale delle Nazioni Unite per la Salute della Donna e del Bambino che dopo essere stata lanciata nel 2010 ha già ottenuto risultati fino a pochi anni fa impensabili riducendo la mortalità materna ed infantile di più del 40%. La maggiore attenzione alla salute della donna non solo ha reso possibile diminuire i tassi di mortalità in gravidanza e parto e infanzia ma ha creato le condizioni per svelare le dimensioni di problematiche in passato scarsamente considerate. Prima fra tutte la violenza contro le donne. Come Vice Direttrice della O.M.S. –continua la Dott.ssa Bustreo– continuerò a combattere questa battaglia e a mantenere forte l’impegno dell’organizzazione per vedere nel prossimo futuro una riduzione dei tassi di violenza nel mondo. Questo premio che mi consegnate oggi rappresenta un riconoscimento per quanto fatto fino a oggi ma nell’accettarlo vorrei considerarlo una promessa e un impegno a fare di più per migliorare la salute e la vita delle donne e dei bambini nel mondo.”
"Se la violenza domestica sulle donne –afferma Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria– è sempre inammissibile, lo è ancor di più in periodi delicati come la gravidanza. I dati la indicano come la seconda causa di morte nelle donne tra i 15 e i 44 anni. Il 30% dei maltrattamenti ha inizio proprio durante il periodo della gestazione e 1 donna su 4 è tuttora vittima di abusi in questa fase della vita. Un dato preoccupante, cui si somma quello secondo il quale il 69% delle donne maltrattate in gravidanza continuino a subire violenze anche dopo la maternità. Le conseguenze vanno dal distacco di placenta a disturbi alimentari, da infezioni a problemi psichici, come disturbi d’ansia e del sonno, dall’abuso di alcol e farmaci a tentazioni suicidarie. Recentissimi studi di Mc Crory hanno infatti dimostrato che l'esposizione alla violenza domestica modifica alcune aree cerebrali dei bambini, con il rischio di sviluppare disturbi d'ansia. I fanciulli che crescono in un clima di violenza hanno il 50% di probabilità in più di abusare di alcol e droga, un rischio 6 volte maggiore di suicidio, più alte probabilità di sviluppare effetti di stress sul cervello e comportamenti delinquenziali e di essere a loro volta oggetto o soggetto di violenza.
La violenza domestica, quindi, subita prima e durante la gravidanza, comporta non solo gravi conseguenze sul cervello della donna, ma anche sul bambino che ne risente dalla fase fetale fino all'età adulta. Una violenza che tende a replicarsi, una catena da arrestare.”