L.I. LINGUA IMPERI ALL’ELFO PUCCINI- MILANO

Sala Fassbinder | 14 – 19 gennaio

L.I. LINGUA IMPERII

violenta la forza del morso che la ammutoliva

drammaturgia Simone Derai, Patrizia Vercesi

regia Simone Derai

 

con Anna Bragagnolo, Mattia Beraldo, Moreno Callegari, Marco Crosato, Paola Dallan, Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Eliza Oanca, Monica Tonietto

e con Hannes Perkmann, Hauptsturmbannführer Aue, Benno Steinegger, Leutnant Voss

traduzione e consulenza linguistica Filippo Tassetto

costumi Serena Bussolaro, Silvia Bragagnolo, Simone Derai

musiche originali Paola Dallan, Simone Derai, Mauro Martinuz, Marco Menegoni,

Gayanée Movsisyan, Monica Tonietto

video Moreno Callegari, Simone Derai, Marco Menegoni

produzione Anagoor 2012

in cooproduzione con Trento Film Festival, Provincia Autonoma di Trento, Centrale Fies, Operaestate Festival con il sostegno di APAP Network Culture Programme of European Union

 

Filologia, storia dell’arte, architettura, arti visive, danza, musica, più un lungo, instancabile apprendistato teatrale.  Questa è la formazione dei componenti di Anagoor, fondata nel 2000 a Castelfranco Veneto, attorno alle figure di Simone Derai e Paola Dallan.

L'ultimo spettacolo testimonia con chiarezza i linguaggi e i temi di cui si nutre la ricerca della compagnia. Utilizzando video, parola, gesto e musica, il gruppo ha sviluppato una ricerca a partire dalle prime pagine dei Sommersi e i salvati di Primo Levi e dalle sue riflessioni sulla sfuggente memoria umana e sulla memoria specifica dell’olocausto, per costruire "un percorso teatrale in grado di stimolare una riattivazione della memoria su un piano diverso da quello dell’informazione o della narrazione attraverso i documenti; in grado di suscitare l’immemorabile, quel sepolto che lascia sgomenti e che proprio per questo – o per la natura stessa che accomuna tutti i fatti umani – è sottoposto ad un processo di oblio". Quasi una storia del potere della lingua nel mondo occidentale, ripercorsa attraverso frammenti di autori apparentemente distanti (tra i quali W.G. Sebald, Jonathan Littell, Eschilo, René Girard, Tzvetan Todorov, Bruno Bettlheim, August Sander, Victor Klemperer): si parte dalla follia nazionalsocialista per incontrare il mutismo di Ifigenia e ritrovare quel silenzio in altre prede, altre cacce, altri genocidi.

Lingua Imperii è la lingua dell’impero inteso come dominio coercitivo. È la lingua povera, bruta e ingannevole delle propagande fasciste. Sono gli alfabeti e le lingue insegnate a forza. Ma è anche il bavaglio o l’assenza di voce imposti come un dono violento dai dominatori. Infine è il linguaggio stesso della violenza.

 

A chi dubita che il teatro italiano stia vivendo una fase di straordinaria vitalità creativa, a chi ancora non crede che sia in atto un decisivo ricambio generazionale – che è anche uno spostamento di prospettive, di canoni estetici – suggerirei di vedere il bellissimo Lingua imperii degli Anagoor (…).

Lo spettacolo si articola intorno a tre temi principali, collegati sotterraneamente, ma in modo fin troppo trasparente: il rapporto tra lingua e potere – la lingua che assegna o nega ai popoli un’identità, la lingua come strumento discriminante – la caccia, che è da sempre strage di animali pronta a trasformarsi in caccia all’uomo, e la tragedia della Shoah e di tutti gli altri efferati stermini e genocidi che hanno funestato lo scorso secolo. La struttura portante è data da tre geniali dialoghi ricavati da Le Benevole di Jonathan Littell in cui due ufficiali nazisti, un semplice militare e uno studioso di linguistica, nel ’42, nel Caucaso, discutono da due diversi schermi se sia possibile riconoscere una etnia ebraica attraverso il suo idioma. Fra l’uno e l’altro si passa dal sacrificio di Ifigenia, sgozzata come un agnello, al racconto di W.G. Sebald del truce massacro di creature viventi d’ogni specie perpetrato nella furia venatoria dal patrono dei cacciatori, San Giuliano. La discesa del regista Simone Derai e dei suoi compagni negli abissi dell’anima si sviluppa in un crescendo impressionante.

                                                                                                  Renato Palazzi, myword.it

 

 

 

 

 

ELFO PUCCINI, SALA FASSBINDER, corso Buenos Aires 33 – Milano – Dal 14 al 19 gennaio – Feriali ore 21:00 (domenica ore16:00) – Prezzi: intero € 30.50 – ridotti € 27 e € 16 Martedì € 20 – Info e prenotazioni: 02/0066.06.06 – www.elfo.org

 

(Visited 36 times, 1 visits today)