Veneranda Biblioteca Ambrosiana – MIlano

Lettura di nuovi Classici
          Il 2 dicembre nella Sala delle Accademie della Biblioteca Ambrosiana si è svolta la terza Lettura di Nuovi Classici dedicata a Meshal ha-Qadmoni (Le Favole del Saggio) di Yitzhaq Ibn Sahula, condotta da Pier Francesco Fumagalli, Chiara Ferrero, Myrna Chayo e commentata da Anna Linda Callow, che in esergo ai passi scelti e commentati ha voluto porre la citazione [337-340]:                        
                    « Non vi è intelligenza senza umiltà,
                    sono legate l’una all’altra
                    come la fiamma alla brace,
                    poiché l’umiltà è emanata dall’intelligenza
                    e l’intelligenza dall’umiltà. »
         
          Aveva 37 anni Ibn Sahula, medico e letterato di Guadalajara, quando compose l’opera. Collocata all’interno della corrente di letteratura sapienziale e novellistica, — iniziata con il Mivhar ha-peninim (“Scelta di perle”) e costellata di tanti capolavori, come il Sefer ha-ma‛asiyyòt di Nissim ibn Shahin o “Il principe e l’asceta””(Ben ha-melech we-ha-nazir) di Abraham ibn Hasdai o i Mishle shu‛alim (“Racconti di volpi” ispirati o tradotti da Esopo) o la Behinat olam (“Esame del mondo”)  o le “Lettere di animali” (Iggeret ba‛ale hayyim) o il Mishle Sandabar (“Novelle di Sandabar, o Sindbad), — è testimonianza diretta della fertile congiunzione tra la cultura ebraica con le altre culture dell’Europa medievale e con quei filoni greco, centroasiatico e prima ancora indiano, le cui radici affondano in secoli e millenni precedenti. Ruolo mediatore principale in questo scambio di culture e valori fu svolto dall’iraqeno ibn al-Muqaffa, autore dell’opera novellistica Kalila e Dimna, riflesso della tradizione indiana del Mahabharata alle origini della religiosità indù. 

          Con Meshal ha-Qadmoni si è chiusa la prima triade delle Letture di Nuovi Classici, apertasi con Kalila e Dimna. Al centro, incastonato, il Narek.

          Il prossimo incontro avverrà lunedì 13 gennaio 2014 e sarà con Yosef Albo sul Sefer ha-Iqqarim (“Libro dei Fondamenti”), commentato da Rav Giuseppe Laras.

          Si ripropone qui il programma integrale di tutti gli incontri, da gennaio a giugno 2014: Ambrosiana 2013-14 Lettura Nuovi Classici – Programma
          Non si immagini che l’amicizia sviluppatasi in Ambrosiana tra ebrei e cristiani per meglio conoscere, approfondire e giudicare le comuni radici, di vita e di cultura, sia solo la manifestazione di una profonda umanità recentemente e faticosamente raggiunta. È indubbio che l'amicizia e la collaborazione fraterna tra cristiani ed ebrei si è consolidata dopo la Dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, voluta dal Papa Giovanni XXIII nel 1962 e promulgata dal Papa Paolo VI l'8 dicembre 1965. Ma questo atteggiamento risale già al fondatore della Biblioteca Ambrosiana, il cardinale Federico Borromeo, ed è proseguito nei secoli fino al novecento e fino ad oggi. Oggi è proprio un rabbino, David Sciunnach, a sottolineare l’importanza dell’amicizia per i rapporti tra ebraismo e Chiesa cattolica nel Novecento tra il rabbino Alessandro Elishà da Fano e Papa Pio XI. E Rav David Elia Sciunnach, דוד אליה בן חיים יגאל עמנואל שונאק, lo fa utilizzando la documentazione esistente nella Biblioteca Ambrosiana. Ne ha ricavato un articolo apparso su L’Osservatore Romano del 9-10 dicembre 2013 in cui è rievocata l’amicizia intensa, commovente, che legò il Prefetto dell’Ambrosiana Achille Ratti (divenuto poi Papa Pio XI), al rabbino Elishà. E qui si riproduce l’Articolo_di_Rav_Sciunnach: una vera lezione di continuità storica per chi immagina un tempo passato scandito solo da tragiche fratture tra ebrei e cristiani e un tempo vicino fatto solo di inaspettata idilliaca vicinanza.   

          Giovedì letterari
          Opere che illustrano ed esaltano l'editoria contemporanea trovano spazio, come di consueto, nei Giovedì letterari dell'Ambrosiana. 
          Giovedì 19 dicembre 2013 alle 18:00 nella Sala XXIII dell'Ambrosiana è stato presentato un recentissimo libro che contiene un inedito, fotoriprodotto, annotato e commentato, di Gabriele D’Annunzio:
                    Gabriele D'Annunzio
                    In Toscana. Appunti.
                    a cura di Ermanno Paccagnini
                    Edizioni Otto/Novecento – Collana Adularia Minima, pp. 168, 2013, ISBN/EAN 9788887734447          
          L'inedito è custodito nella Biblioteca cantonale di Coira. Si tratta di un quaderno contenente una raccolta di modi di dire toscani, che un D’Annunzio giovanissimo (16 anni), convittore nel Liceo Cicognini di Prato dal 1876 al 1881, aveva raccolto sotto il titolo: In Toscana. Interesse letterario è capire se abbia voluto seguire l'esempio di andare a «risciacquare i panni in Arno», mentre interesse bibliografico e archivistico è ricostruire la vicenda di questo cimelio. Il quadernetto finì nelle mani di un compagno di camerata di Gabriele D'Annunzio, Amerigo Antoniuzzi. Questi lo regalò a Luigi Staffetti e questi ancora lo passò in dono nel 1908 a Domenico Mosca, grande amico di Giovanni Pascoli. Fu Mosca a donarlo alla Biblioteca Cantonale di Coira. Dal 1908 quel quaderno, scritto senza nessuna sregolatezza, anzi, segnato da un evidente compiaciuto ordine, rimase lì, dimenticato da tutti. Oggi la riscoperta. Un motivo sufficiente per seguire direttamente in Ambrosiana la ricostruzione che può farne un fine curatore come Ermanno Paccagnini. A guidare l'incontro con il pubblico una presenza costante nei Giovedì Letterari dell'Ambrosiana: Armando Torno.
 



STUDI IN AMBROSIANA :


          Accademia Ambrosiana
          L'Accademia Ambrosiana, con la sua Classe di Studi Borromaici diretta dal Dottore dell'Ambrosiana Alberto Rocca, nella Collana di saggi e documenti di storia religiosa e civile della prima età moderna, Studia Borromaica, ha ora pubblicato il XXVII volume:
          Prima di Carlo Borromeo
          Lettere e Arti a Milano nel primo Cinquecento,
          a cura di Eraldo Bellini e Alessandro Rovetta, 
          Biblioteca Ambrosiana – Bulzoni Editore, novembre 2013, pp. 360.
          Questo volume di ricerca e studio sull'area culturale milanese si aggiunge all'analisi del milanese nel primo Cinquecento, già pubblicata, che aveva scandagliato le istituzioni, della religione e della società. Ora, a completamento, si aggiunge l'esame della produzione letteraria, compresa quella dedicata al teatro, e delle arti figurative. 
          In apertura del volume, dopo la prefazione del Direttore della Classe, trova posto uno scritto del Gran Cancelliere, Angelo Card. Scola, che nel suo Saluto anticipa una revisione delle Norme della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e anche delle importanti modifiche statutarie riguardanti la stessa Accademia ambrosiana: "Alle sette Classi originarie altre se ne potranno affiancare – per studi e ricerche afro-asiatiche, o euro-asiatiche, o latino-americane – con il contributo di nuovi Accademici e anche di Dottori aggregati, ai quali affidare particolari progetti scientifici, come quelli attualmente in corso per la pubblicazione delle opere di Sant'Ambrogio in lingua russa e in lingua cinese."

 
          Leonardo da Vinci – Il Codice Atlantico
          Con la Conferenza Stampa di martedì 10 dicembre 2013 nella Sala XXIII della Veneranda Biblioteca Ambrosiana alle ore 11,30 è stata inaugurata la XVIII Mostra dei fogli originali del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, che rimarranno esposti sino a febbraio 2014 nella Sala Federiciana dell'Ambrosiana e nella Sacrestia del Bramante presso S. Maria delle Grazie, di fianco al Cenacolo. La XVIII mostra ha per tema: "De Ludo geometrico" – la matematica e la geometria di Leonardo. Filo conduttore di questa mostra è uno dei temi più affascinanti di tutta la ricerca scientifica: la quadratura del cerchio. Solo nel 1610, con la pubblicazione dell'Elementorum curvilineorum libri tres di Giovanni Battista della Porta (1535-1615) si avrà una sistemazione della materia. Eppure riflessioni, tentativi, approssimazioni, contenute nel De ludo geometrico di Leonardo, e rimaste sino allora inedite, non solo non furono superate, ma rivelarono, anche successivamente, tutta la loro fecondità. I calcoli leonardeschi e i suoi esercizi matemati­ci sono contenuti nei fogli del Codice Atlantico in vere e proprie sezioni di ricerca matematica, condotta dalla costruzione e trasformazione delle figu­re geometriche a quelli sulla quadratura del cerchio. In mostra anche alcune pagine tratte da manoscritti di geometria e matema­tica quattrocenteschi e cinquecenteschi che Leonardo conservava tra le sue carte, ancora contenute nel Codice Atlantico. Oltre ai meravigliosi e stupefacenti fogli di Leonardo, in Appendice alla mostra sono presentati anche manoscritti e libri a stampa di geometria e algebra del tempo di Leonardo, tutti appartenenti alla Biblioteca Ambro­siana: da Piero della Francesca a Luca Pacioli, dagli Elementi di Euclide ai manoscritti di Giorgio Valla, dall'Algebra di al-Khawarizmi tradotta da Gerardo da Cremona a Leonardo Fibonacci.
          Alle Lettrici e ai Lettori  è riservata la visione in edizione digitale di una parte del De_ludo_geometrico di Leonardo. Nel Catalogo della mostra sono contenute le singole schede esplicative di ogni singolo foglio a cura di Furio Rinaldi, che firma anche l'Introduzione di tutto il Catalogo.



          Saggio del Prefetto dell'Ambrosiana su tolleranza e libertà religiosa 
In occasione del Convegno dell'UGCI (Unione Giuristi Cattolici Italiani), "Frontiere della libertà religiosa", tenutosi nella Sala delle Accademie della Veneranda Biblioteca Ambrosiana il 6-8 dicembre 2013, il Prefetto dell'Ambrosiana Franco Buzzi ha svolto una relazione che sintetizza i contenuti del suo saggio pubblicato proprio in occasione del Convegno: 
          Franco Buzzi, 
          Tolleranza e libertà religiosa in età moderna
          Centro Ambrosiano, Milano 2013, pp. 172
          Il saggio – qui la Copertina – l'Indice – e la Sintesi della Relazione al Convegno – ricostruisce con metodo rigoroso la dialettica sviluppatasi tra diritto naturale e religione naturale, determinatasi in età contemporanea in Europa e diversamente reimpostata nel trapasso sull'altra costa dell'Atlantico, l'America del Nord. La semplificazione del concetto di cristianesimo, operata dall'umanesimo, portò con sé la svalorizzazione della questione della verità. Dalla insignificanza dei contenuti derivò inesorabilmente la loro relativizzazione prima e la riduzione poi, con il razionalismo e l’illuminismo, della religione cristiana a religione naturale. Buzzi parla esplicitamente di cristianesimo svuotato, di cristianesimo senza Cristo. Per cui non dovrebbe stupire se la tolleranza, guadagnata sacrificando la richiesta di verità, possa anche arrivare a confliggere con la sfera della libertà di coscienza. La costruzione di uno Stato aconfessionale, storiograficamente ricostruita, ha finito con l'emarginare il portato di ogni tradizione religiosa positiva, che pure poteva e può ancora intervenire a costituire la bontà  della vita all’interno della società. Da qui, quasi come una risposta tesa a risanare questo limite, Buzzi legge la linea di dialogo emersa tra intellettuali della levatura di Ernst-Wolfgang Böckenförde, Josef Ratzinger (Papa Benedetto XVI), Jürgen Habermas e, ultimamente, anche da parte di Angelo Scola.
          

 
PROIEZIONE AD ORIENTE DELL'AMBROSIANA :

In Russia.
                  Ad un anno dalla presentazione presso il Rettorato dell’Università Ortodossa San Tichon di Mosca nel Novembre 2012 dei primi due volumi dell’Opera Omnia di Sant’Ambrogio in edizione bilingue con testo latino a fronte, realizzata in collaborazione tra la Biblioteca Ambrosiana di Milano e l’Università San Tichon di Mosca – qui il Prefetto dell'Ambrosiana a Mosca, Franco Buzzi con i primi due volumi di Ambrogio – si è aperto uno scenario di relazioni inedito, che ha permesso la visita del cardinale Scola a Mosca, seguito dal Direttore della Classe di Slavistica dell'Accademia Ambrosiana, Francesco Braschi. Così è stato presentato in quella Università il terzo volume. Il 12 novembre, però, l'arcivescovo di Milano poteva anche incontrare in "visita di cortesia" il Patriarca di Mosca, Kirill, preparata dal nunzio apostolico a Mosca, Ivan Jurkovic. Contemporaneamente il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, incontrava papa Bergoglio, presentandogli il libro "Verbo di Dio e parola dell'uomo" con interventi del filologo russo Serghei Averintsev. Questo sfondo di relazioni è essenziale per un ordine mondiale che, promuovendo gli studi, approfondisca la reciproca conoscenza tra i popoli e tra gli stati e impedisca altre guerre. Eloquente, a questo proposito, il ruolo esercitato dal Vaticano e da Mosca per allontanare un intervento americano in Siria e procedere alla distruzione negoziata dell'arsenale chimico siriano. Su questo sfondo la proiezione dell'Ambrosiana e dei suoi studi si consolida sia per la continuazione a ritmo serrato della pubblicazione degli altri venti volumi nei prossimi dieci anni, sia per una cura fraterna da riservare alla comunità ortodossa presente numerosa a Milano e con questa, insieme, approfondire conoscenze e studi con le comunità islamiche. E, infine, per varare il prossimo gennaio 2014 una nuova iniziativa di studi di Alta Formazione.
                     Su tali presupposti poggia la nuova iniziativa di Scuola pratica di traduzione dal russo all'italiano:
promossa dalla Classe di Slavistica dell'Accademia Ambrosiana è concepita come seminario avanzato per studenti di lingua, linguistica, cultura e letteratura russa della Laurea magistrale e del Dottorato per una formazione professionale come traduttori di saggistica, prosa letteraria e poesia russe. In questa operazione culturale saranno coinvolti tutti gli Accademici della Classe di Slavistica. Venti incontri di due ore ciascuno (il giovedi dalle 18.00 aile 20.00) da febbraio 2014 a marzo 2015 (con una pausa da giugno a settembre 2014) presso la Biblioteca Ambrosiana. 
 
In Cina.
                 
Contatti ed accordi tra l'Accademia Ambrosiana e l'Institute of Sino-Christian Studies (= ISCS) di Hong Kong si susseguono dopo l'assiduo lavoro che la Classe di Studi sull'Estremo Oriente ha svolto e continua a svolgere. L'ISCS ha curato la pubblicizzazione tra gli atenei cinesi della possibilità di richiedere una o più conferenze a tema ambrosiano. Così il Dottore dell'Ambrosiana e Direttore della Classe di Slavistica, Francesco Braschi, è stato incluso nel "Guest Professor Program" dell'ISCS ed ha aperto le sue prime Lectures sulla figura e l'opera di S. Ambrogio. Ha iniziato da Shanghai, il 19 novembre, alla Tongji University, proseguendo il 20 nell'East-China Normal University: "Overcoming the Arian crisis: Christ as true man and true God as the very center of Ambrose's theology". E poi il 25 e il 26 novembre nella Zhejiang University 
del grande centro urbano Hangzhou"From the Tribunal to the Altar: Ambrose of Milan's election in late fourth-century Church in Milan"; e "Ambrose as a bishop: guidelines of his pastoral and Church governance action".
          In Cina, in quelle Università, esiste un Dipartimento di Filosofia Antica e ci sono anche gli elementi base del dibattito filosofico e teologico del IV secolo. Al Dottor Braschi, presente in Cina come studioso di Ambrogio, ha aperto le porte della Cina Pier Francesco Fumagalli, Vice Prefetto dell’Ambrosiana e Direttore della Classe di Studi sul Vicino Oriente. Pier Francesco Fumagalli, fedele alle intenzioni del fondatore dell’Ambrosiana, Federico Borromeo, ha da tempo coltivato e incrementato gli studi sull’Estremo Oriente, divenendo docente di lingua e cultura cinese in Italia, nell’Università Cattolica, e, in Cina, professore associato nell’Università Zhejiang di Hangzhou. Ora il Dottore F. Braschi, assistito da P.F. Fumagalli, collabora con il Prof. Chen Yuehua della Zhejiang University di Hangzhou, per stendere un progetto editoriale per le opere prioritarie ambrosiane da editare in Cina.
               A maggio e giugno 2013 Chen Yuehua era stato ospitato presso l'Ambrosiana per uno stage di studio. Era possibile osservarne l'assiduità e la concentrazione, perché studiava negli spazi della Segreteria Accademica in Ambrosiana, contigui con quelli in cui si concepisce ed elabora la Newsletter: saggiava la possibilità della traduzione e pubblicazione di sue opere in lingua cinese. Ora quel progetto è avviato. Chen sa che entro il 2014 può portare a termine la traduzione cinese del De officiis ministrorum di Ambrogio, avendo già al suo attivo la traduzione in cinese del De consolatione philosophiae di Boezio, caposaldo nella storia del pernsiero occidentale per la transizione dalla filosofia antica alla filosofia medievale. 
 

PROIEZIONE AD OCCIDENTE DELL'AMBROSIANA :

In U.S.A.
               Il Prefetto dell'Ambrosiana Franco Buzzi il 28 ottobre 2013 è stato ricevuto nell'Università di Villanova, il più ​​grande ed antico ateneo cattolico dello Stato della Pennsylvania negli Stati Uniti, a Radnor Township, a nord-ovest di Filadelfia. Qui, dopo il cordiale incontro e uno scambio di doni, è stata annunciata dalle autorità accademiche la traduzione in inglese delle opere del Prefetto Franco Buzzi. Qui, sul sito ufficiale dell'Università americana, il resoconto della visita del Prefetto Franco Buzzi in America

               Il Direttore della Biblioteca Ambrosiana, Dottor Federico Gallo, a novembre 2013, si è recato in visita presso la cattolica University of Notre Dame di South Bend, nell'Indiana, fondata nel 1842, e presso la Newberry Library di Chicago, una delle collezioni più importanti al mondo sulla storia della stampa e delle arti del libro. Ha svolto due Lectures per docenti e dottorandi, ricostruendo la consistenza della biblioteca di S. Maria Incoronata nel XV secolo e prospettando le ricerche che possono aprirsi per i secoli XV-XVIII e presentando la figura di Onofrio Steccuti de’ Visdomini e la sua Rhetorica (ms. Ambr. B 161 sup.). Nel corso del suo soggiorno in America e dei suoi incontri istituzionali ha potuto così pianificare ulteriori incontri e scambi di periodi di studio per i dottorandi, registrando un crescente interesse degli accademici americani per l'italianistica. Un'apertura, questa, certamente fruttuosa, cui non mancherà di corrispondere proprio la Classe di Studi di Italianistica operante nell'Accademia Ambrosiana e diretta dal Dottore Professor Marco Ballarini. 
 



RADICAMENTO IN EUROPA DELL'AMBROSIANA :

Ungheria   
               Nel cuore dell'Europa, in Ungheria, nella sua capitale, Budapest, lacerata per tante vicende storiche dal medioevo al novecento, ma sempre così legata all'Italia, e a Milano in un modo singolare e intenso, l'Ambrosiana ha voluto e saputo esprimere il suo richiamo. Nasce così la mostra 

"Artisti, Poeti e Intellettuali del Rinascimento sulle Rive del Danubio"
(4 Dicembre 2013 – 2 Febbraio 2014)
               Presentata in modo intenso e appassionato dalla Direttrice Csilla E. Csorba, Direttrice del Museo Letterario di Petôfi, la Mostra sigilla un legame tra Budapest e Milano, che, fattosi strettissimo nel Rinascimento, diventerà indissolubile durante le fasi del Risorgimento ungherese e italiano, fino a sperimentare insieme nel Novecento – comunità milanese e comunità ungherese a Milano – i limiti opposti dalle dittature politiche alla celebrazione degli eroi dell'arte. La relazione di Csilla E. Csorba è chiarissima in proposito, rievocando le vicissitudini dell'ultima statua arrivata nel "Cortile degli Spiriti Magni" dell'Ambrosiana, la statua dedicata al poeta nazionale ungherese Petôfi e voluta in Ambrosiana dalla stessa comunità ungherese. Qui la Sintesi della Relazione di Csilla E. Csorba Radicata nel cuore dell'Europa, l'Ambrosiana è stata salutata, così, con commozione dal console ungherese, che ha ringraziato il Prefetto dell'Ambrosiana per l'ospitalità continua offerta a tutta la comunità ungherese, e con continuità, nella Chiesa di San Sepolcro, storicamente annessa all'Ambrosiana.
               Una sintetica Guida alla Mostra è qui offerta in versione pdf e in versione digitale


VISITA, COLLOQUIO E SOSTA IN AMBROSIANA 
del Presidente della Commissione Europea,
José Manuel Durão Barroso,  l'8 dicembre 2013


               Il Presidente della Commissione Europea Manuel Barroso ha voluto far visita all'Ambrosiana e lì sostare.
               Una visita esemplare non solo per la rappresentatività istituzionale che un Presidente della Commissione Europea ricopre, ma anche per i sentimenti che la sua persona ha saputo esprimere, di ammirazione e di sorpresa, e quelli che non ha saputo trattenere, di nostalgia per i suoi studi.

               Manuel Barroso, da giovane, aveva iniziato un suo percorso accademico presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Lisbona e presso il dipartimento di scienze politiche dell'Università di Ginevra. Si era particolarmente dedicato allo studio dell'opera di Denis de Rougemont, alla cui iniziativa va fatta risalire la rivista Cadmos, strumento di punta del federalismo europeo. Oggi quegli studi, come anche il pensiero di de Rougemont, possono sembrar lontani, ma la prospettiva federale degli stati d'Europa non può certo essere liquidata come una prospettiva secondaria rispetto alle spinte e agli strattoni che forze a loro esterne assestano oggi ai singoli stati europei per farli decidere sul come e sul dove collocarsi. Strattonati e forzati fino a precipitare sull'orlo del precipizio di una guerra civile. L'ultima esperienza ucraina è molto eloquente.

                Ma la storia ha respiri lunghi. E l'aria sono i suoi studi accademici.
                Barroso è stato anche visiting professor alla Georgetown University e direttore del dipartimento di relazioni internazionali dell'università Lusíada di Lisbona. Poi l'interruzione: fu nominato Presidente della Commissione Europea con l'approvazione del Parlamento europeo il 22 luglio 2004.

               L'8 dicembre 2013, entrato in Ambrosiana, dopo aver visitato la Pinacoteca, la Biblioteca e l'Accademia, decide di rilasciare una lunga intervista. Spente le luci di ripresa, chiusi i microfoni, chiede di entrare in Sala Lettura. Cammina dentro, sceglie uno dei tavoli. Accende la luce di postazione di quel tavolo e sul leggio apre e muove le prime pagine di un antico Codice. E si ferma. Sottovoce, non trattiene: "…questo era il mio posto!".     
               Anche al cuore di chi occupa direttamente il gradino più alto del "potere" nell'istituzione Europa, l'stituzione Ambrosiana non poteva non far risuonare irresistibile il richiamo al "sapere"

               Immagini Barroso Buzzi

               



UN AUGURIO IN CONCERTO.

Nota in margine al Concerto di Gala del 18 dicembre 2013 a Milano all'Auditorium Verdi, 
organizzato dal Keren Kayemeth LeIsrael Italia Onlus,
eseguito dall'Orchestra Sinfonica Nazionale Ucraina di Kiev
e dal Coro Nazionale Accademico Ucraino di Kiev "Dumka",
e introdotto da Madelyn Renée, celebre soprano americano, di Boston, oggi stabilmente a Milano.

In programma G. Verdi: dal Nabucco, Sinfonia e "Va Pensiero" Coro
                            A. Finzi: Il Salmo per Coro e Orchestra. Calmo e sereno. Con Impeto.     
       L. Van Beethoven: Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra.


I Lettori della Newsletter della Veneranda Biblioteca Ambrosiana ricorderanno che in un precedente Comunicato era stata data ampia diffusione all'evento, perché la natura di questa iniziativa si coniuga con lo spirito degli studi e dei programmi d'incontro, come la Lettura di Nuovi Classici, che la Veneranda Biblioteca Ambrosiana promuove. Per aver contribuito alla divulgazione di questo evento, l'Ambrosiana, nella persona di Pier Francesco Fumagalli, è stata ricordata esplicitamente, tra gli altri, da Madelyne Renée. Poi il Concerto. Un insieme di centoquaranta musicisti. Ognuno, e tutti insieme, magistrali. Li ha diretti il M° Nicola Giuliani, che, dopo prolungati applausi, ha donato al pubblico, per il bis, il Sanctus dalla Messa di Requiem di Verdi, augurando esplicitamente dal podio, rivolto al pubblico, un buon Natale.      
               Tante le suggestioni e le emozioni, percepibili, nella Sala gremita e rapita. L'interpretazione struggente dei brani dal Nabucco ha riportato tutti alla sofferta nostalgia del popolo ebraico per la sua terra, con i crescendo travolgenti. Più chiaro, allora, si faceva il significato della scelta del KKLeI (Keren Kayemeth LeIsrael): amare la propria terra non nel sentimentalismo che nulla dona, ma nell'operosità di strappare al deserto, palmo a palmo, ogni zolla arida e ogni pugno di sabbia, e piantare, piantare alberi. E irrigare. L'albero, nella cultura ebraica ha il valore simbolico della continuità della vita. Piantarlo significa dedicarlo al ricordo della vita memorabile di chi abbiamo amato e vogliamo continuare a ricordare. Questo il significato che anche il Rabbino Giuseppe Laras si era prefisso, lanciando la proposta di una foresta in Israele per il suo amico personale il Cardinale di Milano Carlo Maria Martini.  Una proposta, questa, più volte ripresa dalla Newsletter dell'Ambrosiana e divulgata.    
               Sconvolgente, per la drammaticità dei contrasti, tra coro e orchestra prima, tra settori strumentali nell'orchestra poi e, infine, tra i piani tonali evocati e i tempi emotivi rappresentati, "Il Salmo" per Coro e Orchestra di Aldo Finzi, musicista ebreo, ucciso perché ebreo. Era il 1945. 48 anni e già una gloria della Milano musicale. Sempre i Salmi si sono accompagnati alla musica. Le loro parole, prima ancora di suscitare musica, esprimono musica. E il ricordo è andato ad uno degli ultimi incontri in Ambrosiana, a quello fatto sul Narek, così nutrito di riferimenti ai Salmi, quando dal pubblico fu posta una domanda con una premessa: "Ogni verso che ci avete letto merita di essere trasposto in musica". Fu l'operazione di Finzi, simbolica: scelse, senza un apparente ordine, le parole dai Salmi che più gli dettavano lo sconcerto dell'essere l'Io così temerario dal voler servire Dio. Ora "Il Salmo" di Aldo Finzi può essere ascoltato in rete, diretto proprio da Nicola Giuliani ed eseguito dalla National Symphony Orchestre of Ukraine: https://itunes.apple.com/it/album/aldo-finzi-inni-alla-notte/id260609583
               Infine la Nona Sinfonia di Beethoven per soli, coro e orchestra. Concertazione raffinatissima. Suoni e timbri orchestrali purissimi. E l'entrata dei soli: primo il basso, perentorio e superbo, poi il tenore a dominare coro e orchestra e le voci femminili a sostenere, commosse, contralto e soprano, l'intero mondo di note. E l'inno alla gioia, vibrante oltre ogni consumo che può averne fatto la politica, prendendolo a inno dell'Europa. Non era difficile immaginare e credere che tutta l'orchestra e il coro e i solisti, e tutti ucraini, proprio dinanzi alle parole e alle note di quell'Inno, non abbiano pensato che nello stesso giorno del concerto, 17 dicembre 2013, l'Ucraina, lacerata nella piazza di Kiev, da mesi, sulla richiesta di ingresso nell'Europa politica, sceglieva di firmare con la Russia la sua resa economica. E nello stesso giorno il simbolo delle giornate dell'opposizione, il campione del mondo dei pesi massimi, l'ucraino Vitaly Klitschko, campione del mondo dei pesi massimi del WBC (World Boxing Council) – 45 vittorie su 47 incontri -, decideva di rinunciare al titolo per dedicarsi completamente alla politica. Klitschko è il simbolo delle proteste europeiste ucraine. Il WBC ha congelato le sue dimissioni, dichiarandolo campione emerito, per permettergli di riprendere in qualsiasi momento e sfidare qualsiasi altro pugile dovesse ottenere la cintura di campione. Due coincidenze che ricordavano come l'Ucraina, il 17 dicembre 2013, stesse sfidando la storia. L'Orchestra Sinfonica Nazionale Ucraina di Kiev e il Coro Nazionale Accademico Ucraino di Kiev "Dumka", lo stesso giorno,  sfidavano l'invocazione più possente politicamente e più ardita esteticamente che la musica abbia scritto per scuotere le coscienze e portarle sul cammino della pace.


 

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