BPCO: una patologia diffusa ma poco “riconosciuta”medicina,bpco,

In occasione della Giornata Mondiale della BPCO, un Convegno per mettere in luce le criticità dei pazienti

e trovare insieme le soluzioni

 

Promuovere un confronto e un dibattito con i pazienti, la comunità medico-scientifica, gli operatori sanitari e le Istituzioni, finalizzato all’ottimizzazione dei percorsi di diagnosi e terapia delle malattie respiratorie e in particolare della BPCO – Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, per trovare le strategie più idonee a migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari, riducendo anche l’impatto socio-economico. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo dell’VIII^ Conferenza Nazionale BPCO dal titolo “Affrontare insieme le sfide per essere più forti, tenutasi oggi a Roma, in occasione della XII^ Giornata Mondiale BPCO, organizzata dall’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus, grazie al sostegno di Boehringer Ingelheim Italia e Pfizer.

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva è una delle principali cause di mortalità e invalidità nel mondo con significative ripercussioni fisiche ed emotive per chi ne soffre. I suoi sintomi comprendono tosse, escreato e dispnea sotto sforzo. Con il progredire della malattia, la funzionalità respiratoria diminuisce e lo svolgimento di attività fisiche può subire conseguenti gravi limitazioni, che impediscono ai pazienti di condurre una vita piena, lo svolgimento delle attività quotidiane e la partecipazione alle normali attività familiari e sociali.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  (OMS) ci sono 65 milioni di persone che convivono con la BPCO, ed è probabile che questo dato sia sottostimato, in quanto la patologia, spesso, non è riconosciuta come tale e quindi non diagnosticata.

“Per la BPCO, da un lato è importante sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle sofferenze dei pazienti e dei loro familiari, perché ottengano il giusto riconoscimento e ricevano una maggiore solidarietà sociale – ha dichiarato Francesco Tempesta, Presidente dell’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus – dall’altro, è essenziale proporre nuovi schemi di gestione della malattia al fine di garantire la continuità assistenziale, mettendo al centro della cura il paziente e integrando le competenze tra medicina di base e specialistica. E’, tuttavia, fondamentale che in questo percorso tutte le parti interessate siano unite e collaborino per far sì che il paziente possa vivere meglio la propria condizione”.

Da qui l’iniziativa, nel corso della conferenza, di proporre un Audit per far emergere e portare alla luce le principali criticità che si trovano ad affrontare quotidianamente i pazienti con BPCO, per trovare insieme una soluzione.

“Tra le più importanti – prosegue Rosanna Franchi, Segretario dell’Associazione – vorrei ricordare il mancato riconoscimento della BPCO come malattia cronica ed invalidante. Durante il convegno, infatti, è stata organizzata una raccolta di firme, che verranno inoltrate al Ministro della Salute insieme a una lettera formale dove si richiede il riconoscimento, anche ai pazienti con BPCO, del diritto all’esenzione dei costi delle prestazioni sanitarie. Altro problema sono le liste d’attesa per poter effettuare esami diagnostici o interventi chirurgici, che rallenta la frequenza dei controlli e causa un allungamento dei tempi di diagnosi e inizio della terapia”.

Nel nostro Paese, inoltre, esistono evidenti disomogeneità a livello regionale per quanto riguarda la continuità assistenziale, come interventi di riabilitazione e assistenza domiciliare.

“Non dimentichiamo, poi, che chi soffre di BPCO, può sviluppare timori, ansia, frustrazione, senso di isolamento e depressione – aggiunge Fausta Franchi, Vicepresidente della Onlus – per questo noi stimoliamo i pazienti ad uscire di casa, a muoversi e non restare soli. Ma ciò diventa difficile per chi, ad esempio, deve ricorrere a una ossigenoterapia continuativa, in quanto non esiste la possibilità (neppure in grandi città come Roma) di ricaricare le bombole portatili (chiamate stroller), che hanno un’autonomia di poche ore e che sono caratterizzate da attacchi non omologati tra lo stroller e la bombola. Allo stesso tempo è assai complicato muoversi con mezzi di trasporto come treni o aerei”.

Un’ulteriore problematica della BPCO è rappresentata dalle comorbilità, ossia dall’associazione con altre condizioni patologiche croniche, soprattutto di tipo cardiovascolare e metabolico.

“Da uno studio pubblicato di recente sulla rivista Multidisciplinary Respiratory Medicine – afferma il Professor Claudio Sanguinetti, già Direttore dell’Unità Complessa di Pneumologia del San Filippo Neri di Roma e membro dell’esecutivo di AIMAR (Associazione scientifica Interdisciplinare per lo studio delle malattie respiratorie) – sull’incidenza delle comorbilità nella BPCO nell’ambito di alcuni Ospedali romani, si è visto che in oltre il 90% dei pazienti esiste sempre un’altra patologia associata, prevalentemente nell’ambito cardiovascolare (aritmie, ipertensione, cardiopatia ischemica) o metabolico (diabete di tipo II o obesità), oltre ad alterazioni muscolo-scheletriche (osteoporosi). In questo contesto il tema della sicurezza dei farmaci ha un ruolo fondamentale e a questo proposito una parola importante arriva da TiospirTM, uno studio pubblicato di recente sul New England Journal of Medicine sul tiotropio bromuro, il capostipite dei broncodilatatori anticolinergici a lunga durata di azione, condotto su oltre 17000 pazienti, anche cardiopatici – continua Sanguinetti – che ne ha confermato il positivo profilo di efficacia e sicurezza”.  

E’ assai importante che la BPCO sia gestita in modo multidisciplinare, creando una stretta relazione tra pneumologo, cardiologo, diabetologo, oltre a un supporto psicologico, in quanto si è visto che un’alta percentuale di pazienti manifesta anche sindromi depressive.

Per migliorare la qualità vita di chi soffre di BPCO è importante che la diagnosi e l’intervento con farmaci adeguati siano precoci. Per questo diventa fondamentale attivare un processo costante di informazione nei confronti dei pazienti, affinchè prendano consapevolezza della propria malattia e delle cause, modificando anche il proprio stile di vita, come l’eliminazione di una delle principali cause, quali il fumo. I pazienti con BPCO possono trarre beneficio, inoltre, da programmi di allenamento all’esercizio fisico.

Per quanto riguarda i trattamenti farmacologici, devono essere prescritti in base alle necessità del singolo paziente. Tra questi ricordiamo broncodilatatori, corticosteroidi inalatori o inibitori della fosfodiesterasi 4. La terapia di gestione con broncodilatatori a lunga durata d’azione, farmaci in grado anche di ridurre il rischio delle riacutizzazioni, è consigliata nella BPCO di grado da moderato a grave.

Per ulteriori informazioni consultare il sito http://www.pazientibpco.it/ o chiamare il numero verde 800 961 922.

Per ulteriori informazioni ai giornalisti:

Associazione Italiana Pazienti BPCO

Email: franchima2@gmail.com

Sito: www.pazientibpco.it

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