MOSTRA DI ROBERTO GIAVARINI A CURA DI VLADEK CWALINSKI ALLA GALLERIA FORNI DI BOLOGNA

ROBERTO GIAVARINI 
 C O D E X 
 
a cura di Vladek Cwalinski 
19 ottobre – 29 novembre 2013 
inaugurazione sabato 19 ottobre 
GALLERIA FORNI Via Farini, 26 – Bologna 
 
 
 
Codex è un’operazione concettuale vertiginosa, dell’intelletto prima ancora che tecnica, che 
ambisce, nel paragone con il Codex Aniciae Julianae, il principale modello di riferimento per 
gli erbari, sia occidentali che orientali, le cui illustrazioni sono all’origine della farmacologia e 
della pittura botanica, ad annullare più di 1500 anni di storia. 
 
Roberto Giavarini (Calcinate, Bergamo, 1973), uno dei giovani artisti più promettenti per la 
figurazione d’ambito internazionale, proponendo in copia dal vero alcune specie vegetali e 
animali presenti sul Codex, secondo criteri estetici attuali, contemporanei, ha realizzato più di 
una ventina di opere a tecnica mista su tavola incamottata, utilizzando elementi organici nella 
preparazione artigianale dei colori, come se questo codice miniato di capitale importanza 
dovesse venir compilato e illustrato oggi. 
 
 
Il risultato è una sorprendente carrellata di studi complessivi, allegorie comportamentali 
d’incredibile qualità pittorica delle diverse specie rappresentate, una vera e propria festa per 
gli occhi. 
 
Roberto Giavarini ha saputo innanzitutto cogliere il valore semantico di queste illustrazioni, 
trascendendone l’iconografia originaria e trasformandole in opere che danno una visione 
compiuta a ogni specie rappresentata. 
 
 
Il suo intento è dare una risposta originale al compito specifico e sempre attuale di quella 
pittura cosiddetta “realista” rispetto all’immagine fotografica classica o digitale. Ogni sua 
opera ci appare dunque in stretto rapporto di analogia, sia con la natura che con la storia 
iconografica del soggetto scelto. 
 
Ogni suo dipinto può dunque essere interpretato a diversi livelli semantici dei quali la pura 
verosimiglianza realistica è soltanto l’aspetto più immediato ma anche il più superficiale. In 
realtà ognuno di essi nasconde al suo interno tutta una serie di rimandi segreti, come una 
specie di codice intrinseco leggibile con diverse chiavi di lettura. 
 
Roberto Giavarini ha saputo dedurre dall’antico, grazie alla sua straordinaria capacità 
d’osservazione, tutta una serie di problematiche viventi nella contemporaneità, organizzandole 
in sistemi semantici complessi che surclassano la pura riproduzione meccanica e che 
costituiscono nel progetto Codex l’oggetto reale e profondo della sua poetica. 
 
(Estratto dal saggio storico critico in catalogo di Vladek Cwalinski)
 
BIOGRAFIA 
Roberto Giavarini nasce a Calcinate (BG) nel 1973. Interessato allo sviluppo di tecniche nuove, 
è continuamente alla ricerca di materiali e processi esecutivi innovativi. La sua ricerca parte 
dallo sviluppo di metodi antichi per arrivare all’utilizzo di materiali di nuova generazione. Nel 
2011 è invitato da Vladek Cwalinski nel comitato di studio presieduto da Vittorio Sgarbi ad 
esporre al Padiglione Lombardia della 54° Biennale di Venezia a Mantova, presso Palazzo Te. 
Vive e lavora a Chiuduno (BG). 
 
 
 
CODEX 
Il Codex Aniciae Julianae, noto anche come Dioscorides di Vienna o Codex Vindobonensis, 
ora conservato alla Österreichischen Nationalbibliothek di Vienna, è senza dubbio il 
manoscritto antico più prezioso conservato in Austria ed è stato incluso ormai da tempo nella 
lista dei beni ‘patrimonio dell’umanità’ dell’UNESCO. 
 
Il Codex raccoglie innanzitutto il De Materia Medica, trattato del medico, botanico e 
farmacista greco Pedanio Dioscoride (40 d. C. circa – 90 d. C. circa), il Carmen de viribus 
herbarum, poesia anonima sulle piante consacrate agli dei, i poemi Theriaca e Alexipharmaca 
di Nikandros di Colofone, sui rimedi contro il morso di animali velenosi, una parafrasi anonima 
degli Halieutika di Oppianos di Corico che tratta alcune specie di animali marini e una 
parafrasi degli Ornithiaca di Dionysos di Philadelphia, che descrive quarantasette specie di 
uccelli del Mediterraneo. 
 
Prodotto prima del 512 d. C. in ambito bizantino questo splendido codice fu donato dalla 
popolazione di Costantinopoli alla principessa Anicia Juliana, figlia di Flavius Anicius Olybrius, 
imperatore romano d’Oriente, come riconoscenza per il finanziamento della costruzione in 
città di una chiesa dedicata a Maria Theotòkos, Madre di Dio. Nel 1569 il Sacro Romano 
Imperatore Massimiliano II lo acquistò dal sultano turco Solimano per la biblioteca imperiale di 
Vienna, dov’è tuttora. 
 
orari 9-13 e 15,30 -19,30 – chiuso lunedì e festivi – ingresso libero 
 

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