– MERCUZIO NON VUOLE MORIRE – COMPAGNIA DELLA FORTEZZA DEL CARCERE DI VOLTERRA

Si è tenuta, alla presenza dell’assessore Del Corno, presso Palazzo Reale , la conferenza di presentazione dello spettacolo Mercuzio non vuole morire della Compagnia della Fortezza del Carcere di Volterra.

L’assessore Filippo Del Corno ha espresso  la sua gioia per il ritorno della Fortezza a Milano, dopo circa due anni di assenza, e si è complimentato con Armando Punzo regista e ideatore della  compagnia per il lavoro che svolge, da 25 anni, all’interno del Carcere di Volterra.

Emilio Russo, direttore artistico del Teatro Menotti, motiva la scelta di questo spettacolo per aprire la stagione, la quarta, del Menotti.
“Apriamo la stagione con uno spettacolo che è un manifesto: Mercuzio  che si ribella alla trama di Romeo e Giulietta e non vuole morire è la storia di chi si oppone a un copione già scritto, di chi non vuole accettare la situazione in cui è immerso. Potrebbe essere una metafora del mondo della cultura oggi: nonostante tutte le difficoltà, combattendo sempre sull’orlo di un precipizio, non vogliamo morire.”

Armando Punzo, regista e ideatore della compagnia della Fortezza,  ha espresso la sua gioia nel tornare a Milano, una città che ha accolto la compagnia sempre con grande entusiasmo. Poi ha raccontato come concepisce la sua esperienza di lavoro nel carcere, con i detenuti. Fuori dagli incasellamenti di Teatro-Carcere e del Teatro Sociale, la Compagnia della Fortezza mira a diventare un vero e proprio Teatro Stabile.

Perché il carcere? Per lavorare in carcere bisogna non pensare al carcere, rimuoverlo. Se il carcere continua a esistere nei pensieri  non potrebbe esserci creazione. Perché il carcere è soprattutto una nostra proiezione, un “luogo dell’anima”, non esiste veramente. Punzo non si è accostato al carcere con finalità educative o sociali, dice “non sono una dama di carità”, il caso lo ha portato a lavorare dentro quell’edificio, ma avrebbe potuto essere un altro condominio. Dalla finestra del suo ufficio Punzo vede due condomini: a sinistra la Fortezza e a destra un condominio “normale” con famiglie, nonni, bambini, dice che la scelta di lavorare con un condominio piuttosto che con l’altro sia stata quasi casuale. Come poi ci racconta Aniello Arena, Punzo teorizza che infondo tra chi sta in prigione e chi sta fuori non ci sia differenza: siamo tutti privati della nostra libertà. Naturalmente questa è una tematica che inizialmente faceva molto arrabbiare i detenuti, ma poi, come tante altre cose che all’inizio non capivano, anche questa idea è stata compresa e accettata.

Aniello Arena (attore storico della compagnia) dice che Punzo è un “capobranco”, e bisogna davvero essere carismatici per imporsi su questi uomini così segnati dalla loro storia. Punzo ci riesce e riesce addirittura a mettere in scena il classico dei classici Romeo e Giulietta. Nonostante i detenuti-attori in un primo momento fossero apertamente ostili a questa scelta, man mano che lo spettacolo prende vita, man mano che si trasforma, mettendo al centro della storia non più i due innamorati (due adolescenti ignari di tutto) ma Mercuzio, il poeta e il sognatore, la compagnia si ricrede e partecipa più attivamente alla creazione dello spettacolo.
Aniello dice ancora “Armando il personaggio te lo cuce nell’anima. Quando stai in difficoltà lui fa uscire il meglio, tira fuori quello che hai dentro”.

 finalmente a Milano il 5 e 6 ottobre 2013

Compagnia della Fortezza

MERCUZIO NON VUOLE MORIRE

La vera tragedia in Romeo e Giulietta

ideazione e regia Armando Punzo

Aniello Arena Nastro d'Argento 2013 come miglior attore protagonista per il film Reality di Matteo Garrone

 

La stagione del Teatro Menotti inizia con un grande evento-spettacolo di una compagnia che da anni manca dalle scene teatrali milanesi: la Compagnia della Fortezza, che proprio nel 2013 compie i 25 anni di attività.

 

Nata all’interno del Carcere di Volterra la Fortezza è la più antica e celebre compagnia di detenuti-attori d’Italia. Conosciuta nel mondo per la forza e l’originalità di spettacoli di grande impatto emotivo, ne fanno parte attori che sono ormai celebrità, tra tutti Aniello Arena, il pluripremiato protagonista di Reality di Matteo Garrone.

 

Quasi 50 attori in scena per portare sul palco, ribaltandolo e tradendolo, il classico dei classici: Romeo e Giulietta di Shakespeare. Al centro della vicenda per questa volta non ci saranno i due innamorati, ma Mercuzio, che sfuggendo alla trama della tragedia si rifiuta di morire, si rifiuta di smettere di sognare.

 

 

Al pubblico dello spettacolo viene richiesto di portare due semplici oggetti che serviranno alla realizzazione di alcune scene collettive: un libro (che abbia un valore simbolico e rappresenti qualcosa di importante per la propria vita), un guanto rosso (di cotone, di lana o anche di gomma).

 

 

Romeo: Basta, basta, Mercuzio! Tu parli di nulla.

Mercuzio: Giusto, giusto io parlo dei sogni…

che sono figli di una mente vagabonda

pieni soltanto di vana fantasia,

che ha meno sostanza dell’aria

ed è più incostante del vento

che ora corteggia le gelide gole del nord

e poi furibondo fugge lontano

tornando al sud in cerca di calore.

È in questo preciso istante che muore Mercuzio. Tebaldo in seguito affonderà la spada nel corpo di un uomo, ormai svuotato del suo valore più grande: la capacità di sognare.

 

 

La Leggerezza! La Leggerezza! La Leggerezza pensosa! Urla gioioso Mercuzio ferito a morte per le strade della bella Verona. Nella morte di Mercuzio c’è la morte di un mondo, di una parte fondante e fondamentale senza la quale l’uomo scivola inevitabilmente verso la tragedia.

Gli artisti e i poeti vengono schiacciati e sacrificati in democrazia come sotto un qualsiasi totalitarismo. A nulla serve l’illusione della libertà d’espressione, quando sono tagliati “culturalmente” tutti i ponti verso chi dovrebbe essere il destinatario ultimo della libertà che solo la cultura può dare. Cambiano i tempi e le stagioni politiche, ma non cambia il rapporto di sudditanza che il potere instaura con i gli uomini di cultura non allineati. Sono troppi gli esempi che testimoniano questa consuetudine, di sudditanza dell’arte alla politica, tanto che ormai si è fatta regola.

Personaggi, solo personaggi frutto di una fantasia, per alcuni. Tutto ha inizio nello spazio del teatro. Spazio fuori dal tempo ordinario, tempo altro per Mercuzio, che vivendo e rivivendo la sua ineluttabile morte, giorno dopo giorno, replica dopo replica, ferito dalla banalità crudele del ruolo che gli è capitato, sfugge la trama della sua storia, svia l'incontro fatale, evoca altri luoghi. Come un attore finge la morte di Mercuzio, lui finge fino in fondo, per contrasto, il suo desiderio di vivere.

Mercuzio non sta al suo ruolo, alle azioni, alle parole previste per lui. Vuole far capire a tutti quanto è importante la sua entità, la sua forma spirituale. Lui è lui, ma attraverso lui è la poesia che si manifesta, un'altra possibilità che è nell'essere umano.

Lottare contro la negazione di questa possibilità è il senso della sua esistenza. L'evento che ha avuto inizio in quella parte della città detta reclusa è concepito come se fosse un bozzetto, un crogiuolo dove si rifà il mondo. Mercuzio, ferito a morte, riscrive la sua storia. Ogni azione sulla scena, come per incanto, si riverbera nello spazio circostante fino a contagiarlo, ogni pensiero produce azioni, evoca fantasmi, che prendono forma nei luoghi circostanti.

ARMANDO PUNZO

 TEATRO MENOTTI – via Ciro Menotti 11 – Milano

Orari spettacolo: sabato 5 ottobre ore 21.00 – domenica 6 ottobre ore 17.00

Orari biglietteria: dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00 – sabato dalle 16.00 alle 19.00

 

BIGLIETTERIA

Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11 – Milano tel. 02 36592544 – biglietteria@tieffeteatro.it www.tieffeteatro.it

 

PREZZI

Intero: 25,00 *

Ridotto >65 anni: 12,50 * (residenti a Milano)

Ridotto <25 anni: 15,00 * (residenti a Milano)

Ridotto <14 anni: 12,50

*prevendita 1,50 euro

 

ABBONAMENTO PRIME: 11 prime a 100 € con posto fisso

ABBONAMENTO POMERIGGIO: 6 spettacoli a 60 euro, vale sulle repliche di mercoledì e domenica

 

 

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