AL MUSEO MADRE DI NAPOLI MARIO GARCIA TORRES “LA LEZIONE DI BOETTI (ALLA RICERCA DEL ONE HOTEL, KABUL)”

MARIO GARCIA TORRES
“LA LEZIONE DI BOETTI
(ALLA RICERCA DEL ONE HOTEL, KABUL)”
21 giugno-30 settembre 2013
secondo piano
a cura di Andrea Viliani
(ciclo: MADRE Ipotesi)
La prima mostra in un’istituzione pubblica italiana dedicata all’artista
messicano Mario Garcia Torres (Monclova, 1975) presenterà il gruppo
integrale dei lavori prodotti dall’artista durante gli otto anni di ricerca
condotti sul One Hotel di Kabul (Afghanistan), luogo di residenza e
produzione artistica, dal 1971 al 1977, di Alighiero Boetti, uno dei massimi
artisti del XX secolo, di cui il MADRE ha organizzato un’estesa mostra
personale nel 2009.
Garcia Torres è da sempre interessato a investigare i meccanismi di
produzione del pensiero artistico e a esplorare i punti oscuri, non
ufficiali o non storicizzati, l’eredità più immateriale (legata a notizie, voci,
testimonianze dal vivo non riportate nella cronaca ufficiale) dell’arte
concettuale, dei suoi gesti, delle sue figure, delle sue pratiche. Mostre
personali gli sono state dedicate da alcuni dei più importanti musei e
centri d’arte del mondo, fra cui: Hirshhorn Museum,
Washington (2010);
Museo Nacional Centro de Arte Reína Sofia (2010); Fundació Joan Miró,
Barcellona (2009); Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, Berkeley
(2009); Jeu de Paume, Parigi (2009); Kunsthalle Zürich, Zurigo (2008);
Kadist Art Foundation, Parigi (2007); Stedelijk Museum Amsterdam
(2007). Garcia Torres ha inoltre partecipato ad alcune tra le più importanti
biennali e mostre periodiche d’arte contemporanea degli ultimi anni, fra
cui: dOCUMENTA(13), Kassel-Kabul (2012); Bienal de São Paulo, San Paolo
(2009); Taipei Biennial (2009); Yokohama Triennale (2008); 52a Biennale
di Venezia (2007); 2a Biennale di Mosca (2007); IX Baltic Triennial of
International Art, Vilnius (2005).
Più di trent’anni dopo che Boetti lasciò il One Hotel, ma anche dopo
l’invasione sovietica del 1979, la morte di Boetti nel 1994, una lunga
guerra civile, l’affermazione del regime talebano, l’invasione statunitense
prima, e delle forze ISAF poi, finalmente nel maggio 2010 Garcia Torres
entra lui stesso nel One Hotel, profondamente trasformato negli anni, in
una città dove il ricordo della permanenza dell’artista italiano era stato
completamente dimenticato. L’artista aveva nel frattempo condotto una
lunga ricerca preparatoria a distanza (prevalentemente su internet e
 
incontrando testimoni e amici di Boetti stesso). Raccogliendo con trent’anni
di ritardo
l’invito di Boetti a essere ospite del One Hotel, e sostituendosi
infine a esso come gestore dell’hotel stesso, Garcia Torres attiva un dialogo
“impossibile” fra persone, tempi e luoghi distanti
tra loro. I due artisti, pur
appartenendo a generazioni e con provenienze diverse, percorrono
infatti lo
stesso cammino, affrontano lo stesso viaggio e abitano infine le stesse stanze;
pur stranieri, sia fra loro sia rispetto al contesto afghano, entrambi decidono
di aprire e gestire, per un periodo di tempo, un luogo di accoglienza, di
ospitalità, una guest house a Kabul. In questo modo Garcia Torres lascia
spazio a un’evocazione più intima e personale della figura e della pratica
artistica di Boetti ma, soprattutto, evocando una natura dell’identità e del
fare artistico più sfuggenti, boettianamente doppi (secondo la definizione
di “Alighiero e Boetti” che l’artista stesso dava di sè), Garcia Torres si
pone in una continua oscillazione fra sè e l’altro, fra guest (ospite) e host
(ospitante), fra passato e presente, proponendoci un’esperienza basata
sulla
ridefinizione della concezione stessa di artista e opera. Sullo sfondo Garcia
Torres stesso ha risieduto, per lunghi periodi, dal 2010 al 2012, vivendo al
One Hotel in occasione della preparazione di questo progetto, presentato,
solo parzialmente fino a ora, in precedenti mostre personali presso il Museo
Nacional Centro de Arte Reína Sofia di Madrid, la Kunsthalle di Basilea
e dOCUMENTA(13), Kassel e Kabul. La mostra al MADRE raggrupperà
installazioni
video, lavori fax e postali, placche lignee e metalliche, scritte
a muro, cartoline e materiali grafici, insieme ad alcuni interventi inediti
concepiti appositamente per lo spazio espositivo. La mostra includerà
inoltre anche una quindicina di opere di Alighiero Boetti specialmente
selezionate dall’artista per la mostra, al termine della quale alcune opere di
entrambi gli artisti entreranno a far parte della collezione permanente del
museo, che così conferma la sua attenzione nei confronti delle più rilevanti
figure artistiche del XX secolo, come della scena emergente. A conclusione
della mostra verrà, inoltre, realizzato un libro d’artista, edito da Electa,
con materiali di ricerca e documentazione di tutte le opere in mostra, e
un saggio inedito di Carolyn Christov-Bakargiev, direttore artistico di
dOCUMENTA(13).
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