Amor Vincit

La mostra di Pieve, in seguito alla grande rassegna delle Scuderie del Quirinale di Roma legata al Vecellio, è una lente d’ingrandimento sulla pala d’Anversa, conservata al Museum voor Schone Kunsten, uno dei suoi capolavori giovanili più importanti e conosciuti, che ne rivela la sua iconografia più profonda, affrontando una serie di espliciti riferimenti presenti nel dipinto e riconducibili iconograficamente all’area mediterranea, con chiari rimandi a una situazione politico militare, affascinante e complessa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La pala celebrava la vittoria navale sui turchi del 1502 ottenuta da Jacopo Pesaro, ammiraglio della flotta pontificia.

La pala d’Anversa venne dipinta da un Tiziano Vecellio ancor giovane nel corso del primo decennio del 1500, per una serie di ragioni contestuali può essere datata attorno al 1512 e rappresenta il vescovo Jacopo Pesaro e Papa Alessandro VI davanti a San Pietro.   

Per quanto riguarda la sua impostazione a livello di composizione sono abbastanza evidenti i riferimenti ai suoi dipinti di quel periodo come San Marco in trono tra i Santi Cosma, Damiano, Rocco e Sebastiano, realizzato, dopo la pestilenza del 1510, per la chiesa di Santo Spirito in Isola, oggi conservata nella sagrestia della Salute, soprattutto per la pavimentazione a scacchi bianco rossi e per la posizione di San Marco seduto su un alto trono.

Se nell’impostazione di Papa Rodrigo che presenta a San Pietro il suo generale Jacopo, cavallerescamente inginocchiato e recante in pugno uno stendardo da parata rosso con stemma dei Borgia, così come l’elmo dalla lunga gronda posteriore disposto ai suoi piedi, d’un tipo comune in tutta l’Italia settentrionale tra la fine del XV e il XVI secolo, in questo contesto simbolo esplicito della vittoria militare ottenuta, il riferimento ad altre opere d’iconografia dogale, tra cui la pala di Vincenzo Catena realizzata per palazzo Ducale dal Doge Leonardo Loredan è abbastanza esplicito.

La pala d’Anversa rivela invece le sue più sorprendenti novità nei riferimenti iconografici classici legati al fregio in bassorilievo situato sul trono marmoreo ai piedi di San Pietro.

Autentico tour del force di pittura illusionistica, in quanto ambisce a restituirci l’effetto illusionistico del marmo bianco scolpito, la raffigurazione presente sulla base del trono dimostra che Tiziano conosceva molto bene le immagini di Satiri e Menadi incise sulle gemme d’epoca romana.

In realtà la scena del bassorilievo è un riferimento esplicito nel suo soggetto amoroso, la vittoria di Venere, al vescovado di Jacopo Pesaro a Paphos a Cipro, isola fondamentale, importantissima e nevralgica sia per la cristianità (Cipro è situata proprio di fronte alla Terra Santa) che per gli equilibri politico militari del Mediterraneo d’allora e di oggi, ricca di ville romane dove ancora oggi abbondano mosaici e sculture raffiguranti questo genere di soggetti.

La tradizione classica infatti tramanda che Venere sia nata proprio a Cipro, facendo capolino tra la spuma delle onde della splendida spiaggia sassosa di Petra tou Romiou, non lontana da Paphos, e da allora i riferimenti alla dea dell’amore sono stati abbondantissimi nell’arte romano-cipriota, sia in scultura che nelle pavimentazioni musive, a partire dall’epoca romana, ancora visibile nelle grandi ville di numerose famiglie patrizie, perennemente stanziate sull’isola o che amavano svernare in questo bellissimo luogo.

In questo contesto spiccatamente politico però il significato di Venere vincitrice viene incredibilmente trasceso dal suo significato pagano, diventando così un’allegoria di amore vincitore, quindi di Cristo vincitore, in riferimento alla situazione politica di quegli anni del Mar Mediterraneo sud orientale, e di Cipro in particolare, situato anche in prossimità delle coste ottomane e del califfato di Damasco.

Il soggetto pagano diventa quindi sorprendentemente un’allegoria della vittoria riportata nel 1502 dalla flotta cristiana capitanata da Jacopo Pesaro, contro le navi ottomane.  

La flotta dipinta sul mare azzurro verdastro situato sullo sfondo svela il senso profondo dell’opera. In memoria di quella del papa che, unita in lega alle navi della Serenissima Repubblica di San Marco e della Spagna vinceva gli ottomani nei pressi di Santa Maura, la greca Lefkada nella battaglia del 23 agosto del 1502, con grande merito, delle navi capitanate da Jacopo.

Merito di questa preziosissima mostra è quello di aver realmente recuperato i riferimenti iconografici legati a quest’incredibile tourbillon d’avvenimenti imprevisti.

 

Vladek Cwalinski

 

 

 

 

Tiziano – Venezia e il papa Borgia

Palazzo Cosmo, Pieve di Cadore

Fino al 6 ottobre 2013

Catalogo Alinari

 

 

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