La natura tradotta
Il percorso poetico di Salvatore Esposito (Gallipoli, 1937) a partire dalla frequentazione dei corsi di Mauro Reggiani all’Accademia di Brera, si orienterà ben presto verso una vera e propria distillazione del dato puramente naturale attraverso un cifrario che ne mantiene la forma flessuosa, quasi organica, e la orienta in composizioni complesse, come una sorta di reticoli dal timbro cromatico spesso acceso, tipicamente mediterraneo.
Se da un lato si deve giustamente parlare, come si è fatto, di “astrattismo lirico”, in linea con quanto nel corso degli anni Sessanta avveniva sia in Europa che negli Stati Uniti, occorre però non dimenticarsi che tali retinature che organizzano sensazioni articolate, mantengono un’attinenza viscerale, sorgiva alla natura d’origine con la quale quest’artista mantiene un intenso rapporto empatico e alla quale sente di appartenere.
Vladek Cwalinski
Salvatore Esposito tra anni sessanta e settanta
Galleria Schubert
via Fontana 11
Milano