L’uomo della sabbia Sala Fassbinder Elfo Puccini

Sala Fassbinder | 6 – 11 novembre (MAR-SAB 20.30 / DOM 15.30) 

 

MENOVENTI

L’uomo della sabbia Capriccio alla maniera di Hoffmann

di  Consuelo Battiston, Gianni Farina, Alessandro Miele

regia Gianni Farina
musiche Stefano De Ponti

luci e direzione tecnica Robert John Resteghini

con Tamara Balducci, Consuelo Battiston, Tolja Djokovic, Francesco Ferri,  Alessandro Miele, Mauro Milone

costumi Elisa Alberghi

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival delle Colline Torinesi, Programma Cultura dell’Unione Europea nell’ambito del Progetto Prospero

grazie a Marco Cavalcoli e Chiara Lagani, Santarcangelo dei Teatri/Santarcangelo 41, Teatro Fondamenta Nuove, Compostc/Valtorto, perAspera/Drammaturgie Possibili – Festival di Arti Contemporanee, tutti i partecipanti ai laboratori del progetto Ubiq



 

Cresciuti in tre zone diverse d’Italia, Consuelo Battiston (PN), Gianni Farina (RA) e Alessandro Miele (NA) hanno seguito differenti percorsi di formazione nelle loro terre d’origine. Dopo un'esperienza con il Teatro delle Albe per la realizzazione dello spettacolo Salmagundi, diretto da Marco Martinelli, hanno fondato nel 2005 la compagnia Menoventi. Il 2006 è l’anno del primo spettacolo autoprodotto: In Festa. Da allora si sono fatti rapidamente conoscere, fino a vincere il Premio Hystrio – Caste dei Mondi e il Premio Lo Straniero.

Osando mescolare tradizioni e riferimenti anche molto distanti, i tre fondatori di Menoventi si tengono lontani da atteggiamenti estetizzanti e, in controtendenza con i gruppi della loro generazione, non perdono mai di vista la centralità dell'attore e la relazione tra scena e pubblico.

 

«Partiamo da un testo – spiegano – dalle sue figure e dalle sue atmosfere. Un’esile trama da scarnificare ulteriormente. L’osso. Di meno. Il midollo, l’essenza. Il testo per noi è sempre un pre-testo. Qualcosa a monte da cui partire. La necessità è quella di riscrivere, di adattarlo ai bisogni del momento, di inglobarlo e bombardarlo di ulteriori riflessioni e riferimenti, di masticarlo insieme agli attori. Farlo nostro e noi farci suoi. È una sorta di matrimonio aperto a possibili tradimenti.  L’uomo della sabbia di E. T. A. Hoffmann (1776 -1822)  – padre dello smarrimento nel panorama della letteratura moderna  – è è il primo passo, la sua trama il primo filo del tessuto. Una lunga serie di altre suggestioni lo arricchiscono, ingrassano e completano».

Il risultato è un nuovo tessuto drammaturgico, che segue l'eco dell'autore tedesco in culture e tempi differenti, attraversando gli incubi del romanzo russo, le visioni di Villiers de l’Isle Adam e di Kafka, fino a generare oltreoceano le distorte realtà di Philip Dick e di David Lynch.

«Cercando di seguire questo filo rosso che affiora inatteso, abbiamo individuato alcune tematiche ricorrenti, alcune esemplari figure cardine che vorremmo rigenerare per dare origine ad una fiaba nera dello smarrimento.

E.T.A. Hoffmann, scrivendo L’uomo della Sabbia, fornisce a Freud alcuni elementi essenziali per elaborare il saggio dal titolo: Il Perturbante. L’ubiquità dell’ombra notturna che diviene comune denominatore di ogni situazione, il sogno come luogo della lotta contro se stessi, il doppio come avversario intangibile sono alcuni tasselli che compongono le atmosfere sospese e ipnotiche che ci affascinano di questo artista».

 

Dalla rassegna stampa:

I giovani Menoventi prendono ispirazione dal testo intitolato al leggendario e temuto uomo della sabbia per rivelare la precarietà della realtà che appare chiara ai nostri occhi, ma, improvvisamente, si rivela quanto mai sfumata e sfuggente. Pesanti sipari azzurro-grigi alzati e abbassati, ovvero parzialmente aperti, ritagliano brevi scene, monologhi e duetti, orchestrati da due eleganti e beffardi burattinai. Oggetto delle manovre della coppia – bonariamente luciferina – è il giovane Nataniele, confuso e stordito da una realtà in cui pare non riuscire più a raccapezzarsi e diviso fra l'amore per la fidanzata Clara e la passione per la misteriosa Olimpia.  Dialoghi iperrealistici, situazioni che si ripetono con minime variazioni come vecchi vinili stridenti, uomini e donne che parlano come fragili automi, un tempo sospeso ed esitante…

L'inatteso e l'incomprensibile diviene con i Menoventi – spensieratamente dissacranti – il bizzarro e l'inedito. Quasi un gioco, stravagante e divertente, eppure, come avviene spesso per i passatempi per l'infanzia, un mezzo privilegiato per indagare e tentare di decifrare l'enigmatica quotidianità in cui siamo immersi.                                                      

Laura Bevione, Hystrio

 

 

 

Durata: 75'- Prezzi: Intero euro 30.50 – Martedì biglietto unico euro 20 – ridotto <25 anni – >60 anni euro 16 – gruppi scuola euro 12

 

 

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