“Il Paesaggio dell’Alto Mantovano: arte, identità e territorio”

            

 

 

 

 

 Il  Paesaggio dell’Alto Mantovano: arte, identità e territorio

a cura di Gianfranco Ferlisi

Mantova, Casa del Mantegna

21 aprile – 15 luglio 2012

 

Nel territorio dell’Alto Mantovano ci fu un tempo felice in cui l’arte e, in specifico, la pittura assunsero una dimensione sovralocale. Si realizzò allora una stagione artistica straordinariamente emozionante, in cui la pittura di paesaggio illuminò e diede veste estetica a questi luoghi, tra i più suggestivi e irripetibili del nostro Paese. Ora, finalmente, è arrivato il tempo di dare testimonianza di questa "età dell'oro" con una mostra che permetta, con un taglio nuovo e con una scelta di oltre 170 opere,  una lettura compiuta di delle opere e dei protagonisti.

La rassegna intitolata “Il  Paesaggio dell’Alto Mantovano: arte, identità e territorio”, curata da Gianfranco Ferlisi e coordinata da Giovanni Cattabiani, si svolgerà a Mantova, alla Casa del Mantegna dal 20 aprile al 15 luglio, e possiede tutti i requisiti per diventare uno tra i più importanti eventi espositivi di questa stagione mantovana. A promuoverla è la Provincia di Mantova, che si fa interprete delle aspettative e del sostegno di tutta la comunità locale.

Il periodo a cui questa mostra intende dare riconoscimento è quello che si estende tra il 1859, all’indomani della battaglia di Solferino e San Martino e il 1983, fino dunque alle soglie della contemporaneità, soglia ritenuta opportuna per lasciare un margine di distacco critico di un venticinquennio.

Ciò che la mostra propone è un viaggio, una ricognizione nella produzione artistica che ha preso origine da questo territorio o che a questo territorio si lega: un percorso che si snoda attraverso l’opera di 46 artisti, seguendo come leit motif di fondo, appunto il paesaggio di questa particolare terra.

Il racconto visivo della rassegna prende avvio dalle prove post-risorgimentali di Carlo Ademollo (Firenze, 1824 – 1911) e Giuseppe Nodari (Castiglione delle Stiviere, 1841 – 1898). Attraversa, quindi, l’esperienza scapigliata di Virgilio Ripari (Asola, 1843 – Milano, 1902) e la pittura prospettica di Domenico Pesenti (Medole, 1843 – Mantova, 1918) per soffermarsi sul naturalismo divisionista e post scapigliato di Vindizio Nodari Pesenti (Medole 1879 – Mantova 1961), di Archimede Bresciani (Gazoldo,1881 – Milano, 1939), di Mario Lomini (Redondesco, 1887 – 1948).

Si apre, quindi, una riflessione all’insegna del dipingere in chiaro, sui sodalizi estetici tra Medole e Castiglione. Da Umberto Lilloni (Milano, 1898 – 1980) ad Angelo Del Bon (Milano, 1898 – Desio, 1952), da Giuseppe Angelo Facciotto (Cavriana, 1904 – Mantova 1945) a Oreste Marini (Castel Goffredo 1909 – Castiglione delle Stiviere 1992), da Carlo Malerba (Bastida Pancarana, 1896 – Milano, 1954) a Ezio Mutti (Castiglione delle Stiviere, 1906-1987) da Maddalena Nodari (Castel Goffredo, 1915 – Roma, 2004) a Giulio Perina (Villafranca, 1907 – Mantova, 1985) un'ampia selezione di opere cerca di estendere il panorama anche ad artisti meno famosi ma sempre significativi, illumina di nuova luce una stagione estetica già impregnata di luce. Quasi la metà dei dipinti presenti in mostra, infatti, è un doveroso omaggio al Chiarismo, una pittura che affida a un segno emotivo e mosso la vibrante luminosità che la natura sa sprigionare alla vista. Oltre settanta opere toccano dunque l’esperienza di pittori che, tra gli inizi degli anni Trenta e gli inizi degli anni Cinquanta,  si sono dedicati ad aggiornare l’orizzonte arcaista e post-metafico a cui si ispiravano tutti gli artisti più affermati del panorama nazionale.

Ma la parte di territorio che si estende tra le rive meridionali del Garda e la pianura mantovana, chiusa ad est dal fiume Mincio e ad ovest dal Chiese,  un habitat suggestivo, dalle caratteristiche naturali e paesaggistiche di grande pregio, diventa anche, sempre negli stessi anni, una sorta di ritrovata Arcadia, rivisitata da una rasserenante pittura. L’anfiteatro delle colline moreniche, coi suoi dolci pendii, si modifica, si idealizza, diventa colore e poesia nelle tele di artisti come Arturo Cavicchini (Ostiglia, 1907 – Mantova, 1942), Alessandro Dal Prato (Roncoferraro, 1909 – Guidizzolo, 2002), Giuseppe Fierino Lucchini (Stradella di San Giorgio, 1907 – Casalmaggiore, 2001), Aldo Bergonzoni (Mantova, 1899 – Padova, 1976).

Infine la mostra estende la ricerca al decennio successivo al 1945, al tempo segnato dalla voglia di lasciarsi alle spalle il dramma appena concluso della Guerra. Anche qui i fermenti che, in campo artistico, orientano il Paese verso un’identità contemporanea, nel superamento di una visione bucolica  e felice della natura, cambiano l’orizzonte del fare pittura.

Da Franco Ferlenga (Castiglione delle Stiviere, 1916 – 2004) a Danilo Guidetti (Castiglione delle Stiviere, 1928 – 1990) la pittura di paesaggio consiste nell'andare oltre la rappresentazione della natura come spettacolo. Un ulteriore passaggio, dunque, cruciale perché  permette di approdare alle opere di quella generazione di artisti che si rende protagonista degli anni post sessantotto.

Le ultime emozioni di questo percorso artistico sfociano quindi in operazioni surreali, nella ricerca di interazione tra arte e linguaggio, tra l'opera d’arte sospesa tra significato e significante, in enigmatico scollamento (Renzo Margonari, Mantova, 1937), e tendenze postmodern, in cui l’originalità sottopone a variazione il materiale estetico già disponibile: Edoardo Bassoli (Suzzara, 1946), Franco Bassignani (Guidizzolo, 1942), Eristeo Banali (Mantova, 1950), Adriano Castelli (Asola, 1955) e Antonella Gandini (Valeggio sul Mincio, 1958).

Lo sguardo complessivo di questa rassegna su uno specifico squarcio di paesaggio tende dunque a spiegare come l’incalzare delle diverse vicende estetiche possa non solo influenzare lo sguardo degli uomini ma anche "ricreare" la natura che tale sguardo percorre ed interpreta: l’arte, in questo senso, è generatrice e nutrice e l'artista è colui che può esprimere nel tempo la medesima realtà con sensibilità  diversa, facendo del paesaggio una realtà culturale, che certo non si identifica con il substrato materiale, geografico e ambientale.

 

 


Il  Paesaggio dell’Alto Mantovano: arte, identità e territorio

 

Mantova, Casa del Mantegna, via Acerbi n. 47

21 aprile – 15 luglio 2012

 

Mostra a cura di: Gianfranco Ferlisi

Direzione e coordinamento: Giovanni Cattabiani

 

Inaugurazione: 20 aprile 2012 ore 18,00

 

Informazioni:
Tel. 0376 – 360506 – www.casadelmantegna.it – mail: casadelmantegna@provincia.mantova.it


orari:
dal 21 aprile al 3 giugno 2012

feriali e festivi: 10,00-13,00 – 15,00-18,00.

Chiuso il lunedì

 

dal 5 giugno al 15 luglio 2012

feriali e festivi: 10,00-12,00 – 17,00-19,00.

Chiuso il lunedì

 

Biglietti: ingresso gratuito

 

Info e prenotazioni mostra: +39.0376432432

 

Accompagna la mostra un ricco catalogo edito dalla Provincia.

(Visited 35 times, 1 visits today)