Al
Biglietto: poltronissima € 30,00 – poltrona € 20,00
Orari: feriali e lunedì 21 maggio ore 20,45 – domenica ore 15,30
Artisti Associati presenta
ZUZZURRO&GASPARE
in
LA CENA DEI CRETINI
di Francis Veber
traduzione Filippo Ottoni
e con
Dario Biancone, Gianfranco Candia, Alessandra Schiavoni
scene e costumi Pamela Aicardi
luci Iuraj Saleri
regia
Andrea Brambilla
PERSONAGGI/INTERPRETI (in ordine di apparizione)
PIERRE: il padrone di casa – NINO FORMICOLA
CHRISTINE: sua moglie – ALESSANDRA SCHIAVONI
FRANCOIS: il cretino - ANDREA BRAMBILLA
LEBLANC: amico di Pierre – DARIO BIANCONE
MARLENE: spasimante di Pierre – ALESSANDRA SCHIAVONI
CHEVAL: impiegato all’Ufficio Imposte – GIANFRANCO CANDIA
Scritta dal francese Francis Veber negli anni Novanta, La cena dei cretini è una delle commedie più famose al mondo, diventata un cult dopo esser approdata al grande schermo nel 1998 per la regia dello stesso Veber (e recentemente ripresa nella versione americana con il titolo A cena con un cretino, regia di Jay Roach). A riportarla sulla scena oggi sono Zuzzurro e Gaspare alias Andrea Brambilla e Nino Formicola che festeggiano una lunga carriera, sia televisiva sia teatrale, che dura ormai da 35 anni.
La trama è semplice ma di grande impatto comico, come si addice alle migliori commedie. Ogni mercoledì sera un gruppo di amici, ricchi e annoiati, organizza per tradizione la cosiddetta "cena dei cretini", alla quale i partecipanti devono portare un personaggio creduto stupido e riderne sadicamente per tutta la serata. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Una sera il “cretino” di turno riesce, infatti, a ribaltare la situazione passando, per così dire, da vittima a carnefice; creando una serie di problemi al suo potenziale anfitrione, arriva quasi a mettergli in crisi il matrimonio, in un crescendo di errori, gags e malintesi veramente divertenti.
La cena dei cretini è un’esilarante commedia che coinvolge il pubblico in un turbinio di risate, di fronte alle paradossali situazioni che i protagonisti sono costretti a vivere, loro malgrado. La forza di questa commedia sta proprio nella semplicità e genuinità della risata che provoca, nella mancanza assoluta di volgarità e in quella punta di moralismo che non guasta. Si ride e si riflette senza accorgersene.