Angelo Baccanico con “Ombre e Fuochi”all’Holiday Inn Naples,a cura di Maurizio Vitiello.

Nell’accogliente spazio dell’Holiday Inn Naples, Via D. Aulisio – Centro Direzionale is. E6 Napoli, sabato 24 marzo 2012, alle ore 18.30, è stata  inaugurata la mostra, curata dal critico d’arte Maurizio Vitiello,  intitolata “Ombre e Fuochi”,  con opere dell’artista Angelo Baccanico. Vengono proposte pitture di un’espressività in cui si rincorrono motivi certi di un’inquietudine contemporanea.  Alle ore 19.00 interventi di Pino Cotarelli, Nando Romeo, Antonino Scialdone e  Carlo Spina, moderati da Maurizio Vitiello.

Sino a giovedì 31 maggio 2012.

 

Breve bioscheda

 

Angelo Baccanico è nato a Boscoreale (Napoli) il 16 settembre 1940, vive e opera a Napoli al Centro Direzionale. Ha seguito gli studi a Napoli e ha insegnato materie artistiche. Ha partecipato a rassegne e a collettive, ha realizzato varie personali in tutt’Italia e all’estero. Alcune delle sue opere sono in collezioni private italiane ed estere. Hanno scritto e/o commentato: Monzurro, Piero Girace, Guido Della Martora, Genny Bruzzano, Guido Pavese, Bruno De Stefano, Franco Lista, Pino Cotarelli, Nando Romeo, Maurizio Vitiello e altri.

 

Scheda della mostra “Ombre e Fuochi”, a cura di Maurizio Vitiello

 

Le ombre che sottili animano il campo visivo e i fuochi che occupano spinti chiasmi risultano, essenzialmente, macchie guizzanti e respiri palpitanti, tra incroci simbolisti, contaminazioni immaginative, ibridazioni vincolanti; insomma, nella pittura onesta di Angelo Baccanico si rincorrono motivi certi di un’inquietudine.

Il forte talento intellettuale di protagonisti della vita culturale italiana porta sempre verità chiare e trasparenti e la pittura di Angelo Baccanico è diretta, senza mediazioni; talvolta, appare multifocale, poiché si vedono, in differenziati piani-sequenza, frames consecutivi di teorie descrittive parallele.

Esistono e si rincorrono ombre in fuga, quasi smaterializzazioni di silhouettes, accennate con tagli rapidi di occhi e di sguardi in un paesaggio, per metà mitico e per metà gioiosamente epico, su cui vola una mano divina a difendere il terreno, i territorio, il bene comune e una sorgente di fuoco attende lontano il suo momento per poter far sentire la sua voce confusa tra vomitanti ruggiti e bagliori accecanti, se mai dovesse un giorno risvegliarsi il vulcano; il Vesuvio, che si staglia tra griglie, per il momento, raccoglie e respira solo febbricitanti, sottili ritmi e tacite frenesie.

Angelo Baccanico assicura soggetti che hanno voglia di conquistare lo spazio, anzi tentano di sedurlo, di coprirlo, di invaderlo e questa costante si ritrova nella dinamica, dichiarata ed estrema, di incursioni figurative, ma anche gli approcci, sempre paralleli, di carattere e tono informale testimoniano, in contrasto, penetranti ed effusive micro/macro-tessiture.

Angelo Baccanico imposta la redazione delle sue opere con variegati impasti cromatici, talvolta accesi, anche per favorire l’assunzione icastica della scena e controbilanciare la segnica presenza dei protagonisti che l’animano.

Il nostro vivere, con tutte le problematiche quotidiane e le opacità di bilancio, può essere controllato ed esaminato grazie ad una profonda presa di coscienza, corroborata anche dal vaglio di ciò che si sedimenta o che s’intende sedimentare.

Il “focus” dell’azione pittorica di Angelo Baccanico, che prende spunto da vene intimistiche e da riflessioni, cala, poi, il suo interesse sulla rappresentazione di alterne vicende umane; in fondo, l’artista ha sempre cercato di estroflettere immagini forti, in cui frammenti e cromie potessero partecipare e fissare visioni d’insieme consistenti.

Si riesce, così, a captare la volontà dell’artista di significare con tratti, determinati da gesti precisi, un controllato ventaglio di motivi e di conformazioni visive.

L’artista assegna a una personalissima scala di colori, regolata da reticoli di segmenti, che vibrano tra torsioni dinamiche, pensieri alti e ci riassumono l’uomo che riattraversando i miti oltrepassa la storia.

Il suo itinerario pittorico, sostanziato da suggestioni e visioni simboliste, nelle quali si percepiscono accadimenti possibili o prossimi futuri tracciati da figure semioniriche, da ombre danzanti e da presenze variegate, raccoglie e assembla, seguendo palpitanti visioni, un esercizio cadenzato di tocchi e di determinazioni di sostegno; così, l’artista con redazioni pittoriche caricate assume una posizione propria, agganciata, comunque, a solchi di ambiti simbolici.

La pittura di Angelo Baccanico snoda sequenze e inquadrature di un universo raccolto da risposte di uno specchio intimo, che guarda anche al mondo, alla nostra terra toccata dalla mani dell’uomo, al nostro territorio sfregiato, al nostro orizzonte futuro.

Le fratte stesure, premiate da rossi infuocati o da blu notte, aprono nuove frontiere di un percorso sensibile.

Angelo Baccanico cura l’assoluto divenire con coniugazioni cromatiche acconce e sagoma e rifila campi leggendari dell’origine per meglio intendere i profili del futuro.

 

Maurizio Vitiello

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