LUCIANO GASPARI E IL VETRO

Murano, Museo del Vetro

23 maggio –  (24 novembre 2009)

PROROGATA AL 2 FEBBRAIO 2010!

Confortata da un ampio successo di critica e pubblico – confermato da oltre settantacinquemila visitatori –  la mostra LUCIANO GASPARI E IL VETRO, aperta al Museo del Vetro dal 23 maggio 2009, è prorogata al 2 febbraio 2010!

Luciano Gaspari (Venezia, 1913 – 2007), pittore e designer attivo nel vivace ambiente artistico veneziano fin dagli anni Trenta, entra nel mondo della produzione vetraria subito dopo la seconda guerra mondiale, quando le migliori fabbriche muranesi cercano, nella collaborazione con artisti provenienti da ambiti diversi, stimoli e ispirazione di rinnovamento.

Nel 1947 inizia dunque a collaborare con le vetrerie Salviati & C., ove instaura con il maestro Livio Seguso un fruttuoso sodalizio che li condurrà alla realizzazione di opere celebri, caratterizzate da virtuosismo tecnico e da una straordinaria, originale ricerca coloristica e formale.

Questa mostra è la prima dedicata alla produzione vetraria di Gaspari in un museo e  presenta oltre settanta opere (dal 1955 al 1995) provenienti per la maggior parte da tre grandi nuclei collezionistici: quello delle fornaci Salviati & C  ora appartenente a un collezionista privato; quello dello Studio d’Arte Valmore di Vicenza che raccoglie vari pezzi unici direttamente commissionati all’artista; quello di Livio Seguso, con opere eseguite da lui stesso.

A cura di Elsa Dezuanni ed Ennio Pouchard, si realizza grazie al sostegno di FONDAMENTA. Catalogo GMV Libri con interventi dei curatori, di Aldo Bova e Mara Castellaro.

Luciano Gaspari è un pittore che entra in simbiosi con la produzione vetraria, studia le collezioni, verifica scientificamente le tecniche, instaura un rapporto profondo con grandi maestri quali Alfredo Barbini, Luciano Vistosi, Paolo Martinuzzi, Loredano Rosin, soprattutto Livio Seguso e, più tardi, Pino Signoretto. Diventato nel 1955 direttore artistico di Salviati, interpreta il ruolo con impegno e rigore instancabili.

Caratteristica del suo approccio è una totale padronanza e un uso innovativo delle tecniche tradizionali, la capacità di guardare al passato per inventare il futuro, ma anche di utilizzare con coraggio e fantasia le novità, o di “forzare” l’uso comune trasformando, ad esempio, semplici bottiglie in sculture. Si cimenta in produzioni seriali, in “pezzi unici”, in sculture, ma anche in oggetti come piatti (tra cui assolutamente straordinari quelli presentati alla Biennale del ’66), vasi, coppe, bottiglie: in ogni creazione la qualità dei colori, l’equilibrio tra luminosità, trasparenze, bagliori e ombre rivelano l’intensa relazione tra sensibilità e fantasia del pittore e perfetta comprensione delle potenzialità della materia vetro.

IMMAGINI per la stampa disponibili su www.museiciviciveneziani.it

Fondazione Musei Civici di Venezia, Comunicazione e Ufficio Stampa

Monica da Cortà Fumei con Riccardo Bon, Silvia Negretti, Alessandro Paolinelli 

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