L’Istruttoria di Peter Weiss all’ELFO PUCCINI di MILANO

Elfo Puccini, sala Fassbinder | 13 > 25 marzo

(feriali ore 21, festivi ore 16.30)

 

L’istruttoria

di Peter Weiss

traduzione Giorgio Zampa

regia Gigi Dall’Aglio

 

con Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Gigi Dall’Aglio

Pino L’Abbadessa, Milena Metitieri, Tania Rocchetta

musiche Alessandro Nidi, esecuzione Davide Carmarino

costumi Nica Magnani

luci  Claudio Coloretti

produzione Fondazione Teatro Due

 

 

L’Istruttoria di Peter Weiss, uno dei più alti esempi di teatro documento che la drammaturgia contemporanea abbia prodotto, è lo spettacolo-cult di Fondazione Teatro Due, presentato da 28 anni ininterrottamente come rituale appuntamento con la memoria. Uno spettacolo che è stato visto da generazioni di spettatori (945 repliche per quasi 150.000 spettatori), che ha visto cambiare il pubblico, la sua coscienza, la storia politica e che ha visto crescere i suoi interpreti. Da 1984, infatti, sono gli stessi attori (caso unico in Europa e in Italia, più dell'Arlecchino di Strehler) a portare in scena questa testimonianza struggente.

Atto di denuncia contro i criminali nazisti dei campi di sterminio, questo testo venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito al processo celebrato a Francoforte tra il 1963 e il 1964. Qui, per la prima volta, la Repubblica Federale Tedesca affrontò in maniera impegnativa la questione delle responsabilità individuali, dirette, imputabili a esecutori di ogni grado, attivi nei recinti del lager di Auschwitz. Il processo ebbe dimensioni proporzionate alla sua importanza: nel corso di 183 giornate vennero ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1.500 sopravvissuti al lager. L'autore assistette a molte sedute del processo di Francoforte, trasformando in poesia i verbali di deposizione di torturatori e deportati. Vide i volti e le espressioni degli imputati e dei testimoni, assistette al tentativo di far rientrare negli schemi della giustizia umana crimini non solo senza precedenti, ma inconcepibili.

In un momento in cui si dimentica facilmente o si riscrive la storia secondo criteri arbitrari e spregiudicati, il teatro si dimostra in grado, con questo e altri spettacoli, di coniugare impegno civile e poesia, nel rispetto delle testimonianze e dei documenti.

Proprio questa “necessità” di ricordare, di soffrire e di emozionarsi, ha trovato irripetibili e commoventi episodi nelle repliche dello spettacolo a Tel Aviv in Israele, nell’anno 2010, e a Bucarest,  nelle terre di chi di questo dramma è stato anche vittima diretta.

 

 

Il dettato, che non usa nemmeno una parola non pronunciata al processo, è strutturato in undici episodi in forma di cantiche in versi liberi e in lacerti di prosa molto concisi. Sono domande e risposte articolate poeticamente secondo un crescendo di orrore, dalle quali emerge per gradi l’inconcepibile routine dei lager. La forza con cui Peter Weiss espone tutto ciò proviene dalla mancanza di enfasi. I brani degli interrogatori contengono brevi esposizioni di fatti e non c’è risvolto: non conosceremo neppure la sorte dei colpevoli, talvolta arroganti, talora viscidi. In carattere con tale tono anche il magnifico allestimento di Gigi Dall’Aglio è privo di ogni retorica.

L’ambiente è scuro e indefinito, un muro sghembo, in cui si aprono porte, funge talvolta da parete nera, quella delle fucilazioni, talvolta da lavagna dove viene tracciata qualche scritta, qualche slogan. Entrando, i 200 spettatori hanno sostato dietro alle specchiere dove gli attori si truccano, e qui un altoparlante a diffuso a mo’ d’introduzione per questa discesa agli inferi parole di Pasolini, in cui si parla di una sofferta presa di coscienza.

Elfo Puccini, sala Fassbinder – Martedì/sabato 21.00, domenica 16.30 – Intero 30 €, ridotto giovani/anziani 16 €, martedì posto unico 20 € – Durata: 2 h  – Info e prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, biglietteria@elfo.org, www.elfo.org

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