Carlo Cecchi all’Elfo Puccini in Abbastanza sbronzo da dire ti amo?-Milano

Sala Fassbinder | 28 febbraio – 11 marzo

(ore 21, domenica ore 16.30)

 

Abbastanza sbronzo da dire ti amo?

di Caryl Churchill

traduzione inedita di Giorgio Amitrano

con Carlo Cecchi e Tommaso Ragno

regia di Carlo Cecchi

 

Prodotto

di Mark Ravenhill

traduzione inedita di Giorgio Amitrano

con Carlo Cecchi e Barbara Ronchi

regia di Carlo Cecchi

 

produzione Teatro Stabile delle Marche

 

Doppio programma per Carlo Cecchi con due testi contemporanei inglesi: Prodotto di Mark Ravenhill, autore tra i più rappresentati della drammaturgia british che ha segnato la fine del millennio,  e Drunk Enough To Say I Love You?, commedia del 2006 inedita in Italia, di un'autrice meno nota sulle scene internazionali, Caryl Churchill.

 

Abbastanza sbronzo da dire ti amo? tratta del rapporto fra “a country” e “a man”, secondo l’indicazione dell’autrice. “The country” è gli Stati Uniti; “the man” è, a mio parere, un uomo europeo. O, più precisamente – essendo lo spettacolo recitato in italiano – un italiano.

“The country” ha il suo vicario teatrale che si chiama, non per nulla, Sam; l’altro si chiama Guy, ma penso che non abbia molta importanza. Fra i due nasce e si sviluppa un rapporto d’amore omosessuale: l’amato è, ovviamente, Sam (The country); l’amante è Guy.

Attraverso un dialogo ellittico, spezzettato, con battute che spesso si sospendono sul vuoto, lo schema della commedia erotico-sentimentale si allarga di continuo al discorso storico-politico, i cui frammenti, erraticamente, passano in rassegna la politica imperiale e imperialistica degli Stati Uniti nel mondo.

Le prodezze dell’amato, dal Vietnam al Guatemala, dal Cile all’Africa ecc. entusiasmano l’amante che si fa indottrinare dall’amato per collaborare con lui. Ma col procedere della vicenda amorosa e delle prodezze “storiche” della coppia, il turbine dell’entusiasmo geopolitico-etico-erotico dell’amante ha delle cadute. Arriva perfino ad accennare qualche timido atto di ribellione. E, alla fine, i fuochi della passione (“Bombardare il Vietnam, bombardare il Laos, bombardare, bombardare”), andranno irrimediabilmente a spegnersi.

 

In Prodotto di Mark Ravenhill, un regista cinematografico racconta a una star il film che intende fare; cerca di trasmettere tutto il suo entusiasmo, sperando di conquistarla al suo film: senza la star, si intuisce, i produttori non cacceranno the money.

La storia che il regista racconta è una di quelle ridicole fictions d’amore che l’industria hollywoodiana pretende di far passare come i nuovi miti moderni.

L’amato, contrariamente a quello di Abbastanza sbronzo… è un islamico, ossia uno di quegli individui che la protagonista, l’amante, non può che giudicare come un rappresentante del Male.

Si apre per la nostra eroina un conflitto corneliano fra amour e devoir. (L’islamico è pure bello e scopa benissimo.)

Attraverso crisi strazianti, dove ritornano i luoghi comuni dell’immaginario etico-consumistico occidentale, la nostra girl arriverà alla fine a un’apoteosi porno-eroica che la trasfigurerà.

 

Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33 (Milano) – Martedì/sabato 21.00, domenica 16.30 – Intero 30 €, ridotto giovani/anziani 16 €, martedì posto unico 20 € – Durata: 2 h con intervallo – Info e prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, biglietteria@elfo.org, www.elfo.org

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