IL MAESTRO AXELROD DIRIGE IL REQUIEM DI MOZART ALL'AUDITORIUM G.VERDI DI MILANO
Afterthought, commissionata per l’Orchestra di Santa Cecilia e Antonio Pappano, ha come sottotitolo About a shakespearean tragedy, che rimanda al Richard III shakespeariano “Ho iniziato a comporre questo brano lo scorso luglio (2005 n.d.r.), il giorno dell'attentato di Londra – spiega Battistelli -: personaggi senza volto si scontravano nella lotta per il potere, mi sembrava che la violenza avvolgesse il mondo come in una tragedia. Allora Afterthought vale per ripensamento, cioè a dire un approfondimento di quei temi misteriosi, violenti e sanguinari che avevo affrontato in Richard III di Shakespeare. Certamente ho cercato una struttura drammaturgica, e ci sono dei personaggi che si muovono nel vortice del suono, ma anche una risposta musicale alla congiura del silenzio che segue sempre una strage. All'inizio c'è un accordo che si ripete per trentotto volte: pensiamo al personaggio di Riccardo, alla sua ricerca monotematica del potere, e che perciò uccide tutta la sua famigli; trasposta nell'oggi, è la famiglia globale. La violenza, il vortice del suono, è la mattanza del cinghiale della tragedia di Shakespeare, o quella degli innocenti che vediamo intorno a noi… A una scrittura musicale materica – un'esplosione di colori che incrociano la scena di un teatro invisibile con contrasti forti, a volte lancinanti tra le varie sezioni dell'orchestra – contrappongo un canto conclusivo che ha il suo punto di arrivo in una quinta vuota tra violini e contrabbassi. È la prima delle consonanze, il segno, forse la speranza, di una ritrovata armonia. Insomma la musica parla? Assolutamente, la musica parla e a volte urla, contro la congiura del silenzio”.
Concerto per corno e orchestra n. 3 KV 447. Il corpus dei concerti per strumento solista e orchestra composti da Wolfgang Amadeus Mozart è costituto da un rilevante numero di composizioni: ventisette concerti per pianoforte, cinque per violino (K. 207, 211, 216, 218 e 219), quattro per corno, due per flauto (K. 313 e 314), uno per fagotto (K. 191) e uno per clarinetto (K. 622). È attestata anche la composizione di concerti per violoncello, oboe, tromba e corno di bassetto, i quali però sono andati perduti. Le partiture dei Concerti per corno si distinguono per la particolare eleganza e delicatezza della scrittura: il loro carattere di lieve semplicità mostra con quale virtuosismo Mozart abbia saputo trarre partito dalla natura dello strumento, con le sue particolarità sonore e le sue limitazioni. Un atteggiamento giocoso e positivo pervade questi brani, in particolare gli ultimi movimenti, che con il loro tempo in 6/8 alludono al legame dello strumento con la tradizione della caccia. Del resto, le fanfare delle battute di caccia rappresentano un topos linguistico per l’epoca, e infatti le ritroviamo anche in altri brani mozartiani. Per quanto riguarda la datazione del Concerto per corno n. 3, si ha qualche certezza soltanto in relazione alla Romance, il movimento centrale, del quale si sa che è stato scritto nel 1784; si presume che i movimenti estremi siano invece stati concepiti tra il 1786 e il 1787. Il Concerto ha un organico peculiare, nel quale i clarinetti e i fagotti prendono il posto che negli altri tre concerti per corno (come del resto anche nei concerti per violino, per flauto e per fagotto) è riservato agli oboi e ai corni. Il Concerto per corno e orchestra di Mozart è stato eseguito nella stagione 2004/2005 sotto la direzione di Claus Peter Flor e con il corno di Radovan Vlatkovic.
Il Requiem. Al conte Franz Walsegg piaceva scherzare. Alle sue serate musicali tutti i brani erano eseguiti su parti manoscritte anonime, in modo che gli ospiti potessero indovinare il nome del compositore. Quanti speravano di essere , cercavano di intuirlo dall'atteggiamento del conte, che però ridacchiava in maniera garbata e non apriva bocca. Nel febbraio 1791 la sua amata consorte morì: secondo un costume tipico del XVIII secolo, cercò di conciliare pietà e gioco, incaricando il suo rappresentante a Vienna di commissionare non solo un monumento di pietra al migliore scultore, ma anche una Messa da Requiem al compositore più in vista, chiedendogli, nel contempo, di mantenere il segreto e di cedere tutti i diritti sull'opera. Quando, dopo molte vicissitudini, ricevette finalmente la partitura, la copiò di proprio pugno e l'intitolò Requiem composto dal Conte Walsegg. Questo trucco innocente non ingannò nessuno: la vedova del compositore pubblicò il Requiem che aveva fatto eseguire a dispetto del contratto, prima ancora di quello del povero Walsegg. Nel giugno 1791 Mozart riceveva 60 ducati, o forse 100, per comporre un Requiem nei termini raccontati prima. La somma equivaleva a 300- 500 fiorini, una cifra buona se si pensa che il salario annuale che riceveva dall'Imperatore era di 800 fiorini, sufficienti per pagare l'affitto. Compose subito le parti vocali e stese le indicazioni per quelle strumentali sino al Rex tremendae. Ma fu subito interrotto dalla stesura de La Clemenza di Tito, dal viaggio a Praga per la prima del 6 settembre e, al ritorno a Vienna, dalla preparazione per la prima del Flauto magico del 30 settembre. Dal momento in cui ritornò al Requiem, un ultimo, fatale male sembrò abbattersi su di lui. Mozart portò a termine l'orchestrazione dei numeri d'apertura e stese una partitura approssimativa sino al Confutatis. Il Domine Jesu e l'Hostias sono stati scritti -forse prima- su fogli separati; le ultime note composte sono state quelle iniziali del Lacrimosa. Alle due del 4 dicembre alcuni amici si raccolsero attorno al suo letto per cantare tutto il Requiem con lui, con Mozart nella parte del contralto. Il mattino dopo, il compositore morì. Il Requiem fu ultimato da Franz Xavier Süssmayr (1766-1803), negli ultimi anni allievo e factotum di Mozart, bersaglio dei suoi scherzi, autore dei recitativi quando il tempo stringeva, cavaliere della moglie quando Mozart era altrove. I Mozart non sembravano prendere sul serio Süssmayr. In ogni caso, Süssmayr cominciò a lavorare in modo coscienzioso, trascrivendo il testo di Mozart e conservando, così, l'intera partitura autografa originale.
Largo Gustav Mahler
tel. 02.83389.401/2/3 (orario biglietteria: a martedì a domenica 14.30 – 19.00)
Giovedì 16 febbraio 2012 ore 20.30
Venerdì 17 febbraio 2012 ore 20.00
Domenica 19 febbraio 2012 ore 16.00
Biglietti
Euro 50,00/40,00/33,00/13,00