Sogno di una notte di mezza estate all’Elfo Puccini di Milano

Elfo Puccini Sala Shakespeare | 13 dicembre > 22 gennaio

 

Sogno di una notte di mezza estate

di William Shakespeare

traduzione Dario Del Corno

regia Elio De Capitani

con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Corinna Agustoni, Luca Toracca,

Sara Borsarelli, Clio Cipolletta/Carolina Cametti, Sarah Nicolucci, Vincenzo Giordano,

Loris Fabiani, Giuseppe Amato, Andrea Germani, Marco Bonadei, Federica Sandrini

scene Carlo Sala

costumi Ferdinando Bruni

musiche originali Mario Arcari, coro della notte Giovanna Marini

luci Nando Frigerio, suono Giuseppe Marzoli

produzione Teatridithalia

 

 

Il Sogno di una notte di mezza estate, lo spettacolo più famoso dell’Elfo, nella nuova veste presentata nel giugno 2010. In scena il nucleo “storico" degli Elfi, diretti da Elio De Capitani, insieme a un cast di volti giovani: una compagnia che “cambia nel corso del tempo, riuscendo però a restare fedele a un linguaggio teatrale personale pieno di forza e di gioco”.

 

Il testo di Shakespeare intreccia le peripezie d’amore di uomini e donne, elfi e fate, tra palazzi nobiliari e foreste incantate, distruggendo l’idea romantica dell’amore e facendo piazza pulita di luoghi comuni, senza per questo irridere ai sentimenti, ma dando conto della loro fragilità e della carica di irrazionalità e di follia. La regia di Elio De Capitani, con tocco leggero, riesce ad amalgamare felicemente la solarità della commedia dei quattro giovani amanti con le ombre d’inquietudine proiettate dal mondo degli spiriti guidati dall’imprevedibile folletto Puck. Il tutto corroborato dall’irresistibile comicità sprigionata dai personaggi degli artigiani, un gruppo squinternato di aspiranti attori che trovano in Bottom, interpretato dallo stesso De Capitani, il loro leader.

 

DALLA RASSEGNA STAMPA:

De Capitani seguendo la traduzione, facile all’orecchio, di Dario Del Corno, punta molto sulla contrapposizione tra saggezza e slancio, fra capacità di ordire l’inganno e l’ingenuità di subirlo. E punta moltissimo sul lato onirico del testo, mescolandone intelligentemente le suggestioni e ambientandolo in una scenografia che ne accentua la chiave favolistica. C’è una tangibile tenerezza nello smaliziato approccio di De Capitani e dei suoi attori al testo di Shakespeare, scelto quasi come spettacolo delle “svolte” per questo gruppo, cambiato nel corso del tempo, riuscendo però a restare fedele a un linguaggio teatrale personale pieno di forza e di gioco.

Maria Grazia Gregori, l’Unità, 14/7/97

 

Non si pensi a una scelta ammiccante, a concessioni in qualche modo commerciali, anche perché tutto ciò che impronta questa messinscena viene direttamente dalla memoria teatrale del gruppo; è un fatto tuttavia, che raramente una formazione così spiccatamente generazionale abbia realizzato uno spettacolo tanto rispettoso del modello originario: pur suggerendo i bei costumi di Ferdinando Bruni qualche richiamo a una disinvolta attualità – con gli abiti dei duchi che rimandano a un clima da operetta mitteleuropea – De Capitani non esita a calarsi in un’autentica féerie, traendone spunti elegantemente surreali soprattutto per le coreografiche presenze delle fate. Nell’elaborata stratificazione barocca del plot, dove il mondo degli elfi è il risvolto notturno, sfuggente della corte di Teseo, e la recita degli artigiani ne incarna il controcanto grottesco, ogni segmento appare in felice armonia con gli altri, per cui la tenerezza va di pari passo con lo sberleffo, e l’ironia ben si accorda con le componenti più esplicitamente misteriose e soprannaturali.                                                                        

Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore, 20/7/97

 

Dopo la regia dark degli anni Ottanta, De Capitani ce ne propone una più solare in cui ritornano però gli stessi personaggi, gente comune, normale. Così tra l’incanto e le risate, tra misura e esagerazione, tra il giusto e il troppo, questo magnifico Sogno ci parla anche dell’oggi, della nostra vita di oggi, di qui.

Luca Doninelli, Avvenire, 20/11/97

 

Il senso di felice sagra, impresso all’azione dalla scena tutta teli e sipari da circo, può rivelarsi ideale per esprimere i diversi piani del testo, usando à grande vitesse le armi del divertimento, dell’invenzione, della continua scoperta… Questo spettacolo è un pezzo di storia per un gruppo che recupera così il gusto per un filone autobiografico, stavolta per chiedersene il senso con l’autore.

Franco Quadri, la Repubblica, 7/1/99

 

 

 

Elfo Puccini, sala Shakespeare – Feriali 20.30, festivi 16.30 – Riposo: mercoledì 14 dicembre, dal 19 al 25 dicembre e domenica 1 gennaio – Intero 30.50 €, ridotto giovani/anziani 16 €, martedì posto unico 20 € Info e prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, biglietteria@elfo.org – www.elfo.org

31 dicembre da Sogno: spettacolo ore 20.30, a seguire cenone in teatro (foyer, bar e sala Fassbinder) – posto unico 120 €, advance tickets (acquisto entro il 15 dicembre) 95 €