Presentato a Milano il libro Giudici di frontiera – interviste in terra di mafia


6c8643b5-42ae-48d1-a7da-f4a975725147_copertina

Un libro di Roberto Mistretta che ripercorre le complesse dinamiche della mafia, attraverso le dichiarazioni di sei magistrati

Lo scorso sabato 22 ottobre 2011 in una semplice ma accogliente cornice, rappresentata dal salone dell'Associazione Culturale Mediterraneo, il giornalista e scrittore siciliano Roberto Mistretta ha presentato il suo ultimo libro “GIUDICI DI FRONTIERA”, Salvatore Sciascia Editore – prezzo 16 euro. La presentazione è stata introdotta dal presidente dell'Associazione stessa Franco Mancuso, consigliere comunale nella giunta milanese, che molto attivamente cura  e sovrintende a tutte le  attività culturali e non, dimostrando un innato attaccamento per la terra dalla quale proviene.

In  questo libro l'autore, in maniera scorrevole ed avvincente, presenta la storia di sei magistrati, che lavorano o hanno lavorato presso la Procura di Caltanissetta, e lo fa in modo molto intimo non come quello che si legge nelle cronache. Si parla delle vite di uomini che sono stati minacciati di morte, che hanno vissuto e vivono rinunciando a quella che dovrebbe essere la normale vita di un uomo: unica colpa essere convinti  servitori dello stato. Nel testo  i pensieri di  Sergio Lari, Ottavio Sferlazza, Onelio Dodero, Giovanbattista Tona, Domenico Gozzo e Antonino Patti, si raccontano  trent'anni di storie mafiose.

La  prefazione del libro è stata affidata a  Giancarlo De Cataldo e la sua prima presentazione  si è avuta venerdì 29 luglio presso lo Spazio liberambiente, spiaggia di Valdesi, Mondello  (Palermo). Da lì in poi si sono succedute varie tappe per promuoverlo e conta di raggiungere anche alcune località estere, soprattutto con lo scopo di diffondere un messagio antimafia, basato sulle testimonianze di chi la combatte in prima linea. De Cataldo di questo libro, tra le altre cose scrive: “non solo la mafia non è affatto alle corde, non solo si dimostra pronta a reagire colpo su colpo all'azione dello Stato, non solo è capace di progettare attentati, di piazzare bombe sottto il naso degli inquirenti, di lanciare “avvertimenti” ai coraggiosi poliziotti la cui identità dovrebe essere quanto meno riservata…non solo. E in grado, questa mafia, di condizionare pesantemente la nostra vita quotidiana e, dunque, l'essenza stessa della nostra democrazia.”

Alla presentazione del libro, in veste di testimonial straordinario, la piacevole figura di Nando Dalla Chiesa, appartenente per fede politica al PD., uno che ama impegnarsi con la moralità che lo contraddistinque, per la libertà e la giustizia, credendo profondamente nella democrazia. Date le sue particolari esperienze professionali e personali, ha caratterizzato la serata calamitando l'attenzione della platea nell'esporre i contenuti del libro. Dalla Chiesa  ha avuto parole di plauso per l'autore e si è soffermato a sottolineare diversi aspetti del libro e dei suoi personaggi, invitando alla riflessione e facendo memoria su alcuni fatti storici. Ha inoltre espresso rispetto per il lavoro  di questi “giudici di frontiera” che fanno il loro lavoro. E' inevitabile, aggiungeva, come facendo bene il loro lavoro facciano pure rumore, perchè anche il lavoro delle formiche, per quanto piccole, viene notato.  A volte, precisava, c'è anche un modo di silenzioso di far rumore con la propria presenza in piazza, che è la cosa che più spaventa la Mafia. Le parole di Dalla Chiesa  assumevano un particolare significato, infatti chi meglio di lui può dire come vive le sue giornate un familiare di un servitore dello stato, come ce ne sono tanti oltre ai sei raccontati in questo testo? Di essi Nando Dalla Chiesa ha detto: “Ci sono figli che sono cresciuti maledicendo di essere in quella famiglia, chiedendosi il perchè sono capitati in quel “film”. Una frase dalla quale si capisce tutta la sofferenza generata, involontariamente, da questi uomini che hanno deciso di servire lo stato con tutte le loro forze, non riuscendo più a farne a meno anche quando sono in gioco le vite dei loro cari.  

Molto pregnate anche il discorso del sindaco di Mussomeli, Salvatore Calà, che ha elogiato sia l'autore che Nando dalla Chiesa, ricordando come egli sia titolare di due corsi all'Università, uno dei quali, unico in Italia, è “Sociologia della criminalità organizzata”, che rappresenta un altro modo di  combattere la mafia, attraverso la formazione ai giovani studenti. Il Sindaco ha voluto anche esprimere il suo ringraziamento al presidente dell'Associazione Mediterraneo, Franco Mancuso,  per  la promozione di queste attività culturali di grande valore, promettendo un contributo finanziario non appena ultimato il bilancio del suo comune, nel quale è stato creato  l'Assessorato dei mussomelesi nel mondo. Annunciava poi, con orgoglio, che suo comune è affidatario di un bene terriero sottratto alla Mafia, un modo pratico di dare uno schiaffio al fenomeno mafioso, diffusosi e rafforzatosi in Sicilia a partire dalle complesse dinamiche innescatesi a seguito del  patto scellerato degli americani  con la mafia, nel periodo della 2^ guerra mondiale.

Doveroso un accenno all'Associazione Culturale Mediterraneo costituitasi, senza fine di lucro, diversi anni orsono, dopo alcune esperienze di incontri conviviali spontanei di un gruppo di amici, motivati dall’amore per la propria terra natale. Tra i suoi molteplici scopi associativi quello di  rafforzare l’amicizia tra le genti e favorire l'integrazione della cultura natale con quella locale. Iniziata la sua attività con amici provenienti da Mussomeli, un caratteristico e popoloso centro tra  le Madonie situato nel nisseno siciliano, ha aperto progressivamente a tutte le popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo, da cui appunto trae il suo nome.

 

di Sebastiano Di Mauro

 

30 ottobre 2011

link:http://2duerighe.com/macondo-divagazioni-letterarie/2367-presentato-a-milano-il-libro-giudici-di-frontiera-interviste-in-terra-di-mafia.html
 

(Visited 25 times, 1 visits today)