APertura appartamenti reali del primo piano nobile della Villa Reale di Monza

Gli Appartamenti Reali

 

Con la proclamazione del Regno d’Italia Milano decade dal ruolo di capitale, e la Villa Reale di Monza diventa da subito luogo di villeggiatura privilegiato di Umberto di Savoia che vi soggiornerà dal 1862 al 1900, prima come Principe di Piemonte e poi come Re. Umberto, le­gato particolarmente alla villa da ricordi d’infanzia, inizia a tra­scorrervi lunghi periodi di svago e riposo preferendola presto alle altre sue residenze estive.

Umberto I “appassionato di Monza ogni anno vi profondeva spese e restauri e migliorie e lavori artistici sotto la fine direzione del suo Architetto Achille Majnoni d’Intignano, il quale rispettando allo scrupolo quanto v’era di originale opera del maestro Piermarini, modificò però qualche volta radicalmente certe sale e decorazioni e mobiglio”. Negli anni del suo regno infatti, prima l'architetto Tarantola con l’aiuto del Marchese di Villamarina e poi il Majnoni, operano una serie di trasformazioni mirate a conferire ai locali della Villa una sontuosa e ricercata comodità, ottenuta spesso a scapito del raffinato gusto estetico settecentesco.

L’uccisione di Umberto I, avvenuta proprio a Monza il 29 luglio 1900, pone fine alla contrastata e alterna esistenza di Villa Reale come dimora regale. Dopo i funerali la villa si chiude: “se ne andò la Regina dopo quel giorno, scomparve la corte, lo stuolo del servidorame, per anni ed anni fu il silenzio”.

 

La “Sala della Pendola”

Probabilmente questa era la sala d’aspetto per l’appartamento delle arciduchesse, diventato poi quello della regina Margherita. Anticipa il “Salotto della Regina” ed è collegata con la “Sala dei Ciambellani”, denominata poi semplicemente “Sala verso Corte”. Risente, come anche il resto degli Appartamenti privati, del gusto di Umberto che caratterizza i cambiamenti e i rifacimenti.

 

IL SALOTTO DELLA REGINA

Il salotto della regina presenta una tappezzeria di damasco cremisi con disegni portanti motivi floreali. Particolari sono le quattro porte a vetro poste agli angoli della sala; in qualsiasi momento la sovrana doveva avere totale percezione delle presenze all’interno dei suoi appartamenti. Le decorazioni dorate della volta ritraggono paesaggi ruineschi. I sopraporte in stile neobarocco rococò definiscono ulteriomente gli ingressi alla sala.

È stato da poco ricollocato il ritratto di Umberto I, datato 1901, opera di Eleuterio Pagliano.

Sul fondo della sala è presente una piccola porta d’ingresso collegata direttamente all’appartamento di re Umberto I per rendere più agevole e veloce l’acceso all’ambiente del sovrano.

La vita matrimoniale dei sovrani era caratterizzata da una sostanziale indifferenza. Umberto, ancor prima del fidanzamento con Mergherita, intretteneva rapporti amorosi con altre donne. In particolare, frequentava la duchessa Eugenia Litta Bolognini, che abitava nella omonima villa di Vedano, poco distante dalla reggia monzese. Il re era solito percorrere il sentiero che univa le due dimore, dopo l’aperitivo con la regina, per andare a cenare con la sua favorita. Umberto commise un imperdonabile errore diplomatico: chiese a suo padre Vittorio Emanuele II di fare della Litta  la dama di palazzo di Margherita a Milano; la futura regina reagì: seguì Umberto lungo il viale del Parco e, sotto un lampione non distante dalla casa della duchessa Eugenia, accertatasi di trovarsi in piena luce, sparò un colpo di pistola in aria. In realtà successe anche di peggio: una sera, entrando nella

camera da letto del marito, lo sorprese impegnato con la Litta. Decise quindi di andarsene e abbandonare il marito infedele, ma l’intervento del suocero, che le ricordò il suo ruolo, le fece cambiare idea.

 

LA CAMERA DA LETTO DELLA REGINA

Le pareti della camera da letto sono impreziosite da tappezzerie da poco ripristinate su disegno originale e realizzate su tessuto ignifugo, dalle tonalità del verde con decorazioni e disegni floreali. È presente un camino in marmo in stile Seicento con fondale di mattonelle a fiori.  Le volte sono decorate con dorature e putti leggermente rilevati.


SALA DA BAGNO DELLA REGINA

La sala da bagno della regina è un ambiente ricavato da due sale in precedenza utilizzate come studio. Nella prima sala di servizio è presente gabinetto e latrina mentre nel successivo il bagno. I tessuti delle tappezzerie a strisce bicrome blu e bianche sono stati recentemente restaurati e realizzati con materiale ignifugo. È presente alle pareti un rivestimento in marmo “fior di pesco” tipico delle zone della Carnia. In un angolo trova posto un camino in marmo bianco recante il diadema di Casa Savoia. I pavimenti lignei dei due ambienti sono quasi sicuramente realizzati dalla celebre officina neoclassica dell’ebanista Giuseppe Maggiolini. L’artista artigiano di Parabiago realizza due preziosi intarsi, il più famoso dei quali rappresenta la testa della Medusa.


GUARDAROBA DELLA REGINA

Le pareti, rifinite da delicate tappezzerie di colore celeste, realizzate in materiali ignifughi sul modello originario, incorniciano una delle sale guadaroba della regina. Sono presenti mascherine di color oro,  tracce dell’antico impianto di riscaldamento collegato a caldaie sotterranee, alimentate a legna. Qui è stato da poco ricollocato il trumeau, in noce, composto da un corpo inferiore a tre cassetti, più uno in fascia.
Sul piano fa bella mostra un vano a scomparsa che nasconde il secretaire con tre cassettini interni. Sulla fascia che divide il corpo superiore da quello inferiore si trovano due piccoli ripiani estraibili per mezzo di tiretti. Vi è poi l’alzata a due sportelli, sormontati da un medaglione con cristallo inciso. All’interno sono collocati sei cassetti disposti in doppia fila sormontati da uno sportello centrale e da sette vani a giorno, alcuni sagomati ad arco. L'arredo, che si trovava nella residenza reale di Strà, venne portato alla Reggia di Monza su richiesta della regina Margherita e collocato nel boudoir.

Uscendo da questo ambiente, si incrocia la scala dai quali si scendeva al piano terreno, dove altri sei locali erano adibiti a guardaroba e sauna.

 

LA SALA DEL TRONO DI UMBERTO I

Era la sala di ricevimento del re. La volta è decorata con stucchi in stile barocco, con al centro, inserito in cornice, un piccolo affresco rappresentante “Apollo tra le nubi”. Il disegno del parquet  riprende semplificato lo stucco della volta. La boiserie presenta nello zoccolo riquadri dorati con cornici a rilievo.

Delle tre porte, una, monumentale, presenta una cimasa e fogliami in cui s'impone un mascherone di gusto seicentesco; nell'ovale superiore era situato forse un dipinto o uno stemma sabaudo. Il camino è a marmi policromi in stile seicentesco con fondale di

mattonelle a fiori ed è caratterizzato da un parascintille in bronzo dorato e traforato in stile “Luigi XV”.

 

 

STUDIO

La tappezzeria d’epoca della sala è di seta a ghirlande di fiori su fondo crème, in stile “Luigi XVI”. La boiserie laccata grigio perla è l’unica originale negli appartamenti rispetto all’epoca umbertina; il tono grigio azzurro caratterizza anche le porte e le soprapporte, come pure la volta a stucchi. La decorazione è a motivi “rocaille”, mentre il camino è in stile barocco. Le decorazioni del pavimento ligneo si specchiano in quelle della volta.

 

LA CAMERA DA LETTO DEL RE

La camera é divisa in due ambienti da due plinti su cui poggiano una colonna e una semicolonna con capitello addossata a pilastri; il fusto scanalato delle colonne è caratterizzato da ghirlande di fiori dorate. La tappezzeria é di seta celeste ornata da gallone doppio di seta crème: manca la mantovana nella parte superiore. Nello zoccolo, la boiserie si presenta a riquadri dorati, mentre sulle porte, sui due pilastri laterali e sulla trabeazione si inscrivono motivi “rocaille” dorati, così come nei due soffitti, con medaglioni femminili agli angoli. Le due soprapporte presentano, sotto un padiglione dorato, l'antico stemma sabaudo.  Il camino è in stile barocco con parascintille in bronzo dorato.

Nell’alcova è collocato il letto del re, “con fusto in legno a contorni festonati in stile Luigi XV con cimasa da capo a conchiglia, tutto dorato, avente imbottitura e coperto in stoffa seta celeste … con ricchi ornati di gallone seta crème a ricamo in stile … una sopraccoperta … di stoffa seta celeste … a contorno festonato con ornati di gallone dello stile … con suo copricuscino simile”. Il letto è Accompagnato da sei poltrone a braccioli di legno festonato e laccato bianco con intagli in stile “Luigi XV” e ricoperte di stoffa celeste ornata da gallone.

 

GABINETTI (SALA DA BAGNO) UMBERTO I

La tappezzeria della sala è in velluto a fiori color ocra; gli ornati floreali non sono propriamente liberty ma appartengono a quella fase ispirata ai modelli inglesi e alle decorazioni di origine gotico-preraffaellita, che precorre, e, se si vuole, inaugura il vero e proprio liberty. Il pavimento e lo zoccolo della parete sono a mattonelle policrome a fiori con inserti di marmo giallo di Siena. Le formelle dette “riggìole” furono realizzate dalle Scuole Officine di Napoli su disegno di Filippo Palazzi nel 1882 e apposte quale rivestimento nel bagno nel 1896., per un prezzo di una lira e cinquanta centesimi per ciascuna piastrella. La vasca incassata in una pedana a due scalini presenta una nicchia a trompe-l’oeil d’alabastro. Il corpo del sovrano, dopo la sua uccisione del 29 luglio 1900, fu conservato qui per circa una settimana. Il lavabo monumentale è in legno laccato bianco in stile “Luigi XV”. Anche il camino di questa stanza è barocco, con parascintille in bronzo traforato e dorato.

IL GUARDAROBA DI UMBERTO I

Nel primo dei due ambienti guardaroba è presente tappezzeria di damasco cremisi con l’immagine di un’aquila spiegata che porta lo scudo di Savoia antica. La volta è decorata con stucchi.

Particolare è il grande armadio a cinque battenti fisso alla parete, laccato pastello con decorazioni “rocaille”, così pure porte e soprapporte. Le ultime due ante dell'armadio servono da porta di passaggio ad una scaletta interna che scende al piano terreno.

 

 

ARMERIA

La volta della stanza è a stucchi con ghirlande di fiori sulla cornice perimetrale. Una grande vetrina di mogano liscio, in cui il re custodiva la sua ricchissima collezione di armi, occupa interamente due pareti della sala. Il grande bancone di mogano a cassetti raccoglieva invece tutte le munizioni.

Le preziose armi di Umberto I subirono una lenta dispersione e finrono in altre proprietà della Real Casa dopo la dismissione della Villa.

La caccia era sicuramente lo sport preferito dal re: il parco era la sua riserva di caccia e l’Armeria conservava certamente i cimeli delle sue battute.

Un’altra passione di Umberto erano i cavalli, che montava di frequente proprio nel parco della reggia di Monza.

 

LA BIBLIOTECA DI UMBERTO I E MARGHERITA DI SAVOIA

Realizzata dall’unione di due sale, un tempo chiamate “etrusca” e “celeste”, la splendida biblioteca in mogano, su due livelli, era un tempo luogo comune agli appartamenti dei due sovrani.
Il re teneva molto a questo ambiente: “Sua Maestà dice di aver speso 100 mila lire nella sala della Biblioteca di Monza”, annotava nel diario Paulucci delle Roncole, aiutante di campo del sovrano.

 

 

 

 

 

 

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