NUTRIRE IL CORPO E LO SPIRITO. IL SIGNIFICATO SIMBOLICO DEL CIBO NEL MONDO ANTICO

20 aprile – 31 dicembre 2011

 

Milano, Museo Archeologico

Corso Magenta 15

 

Dal 20 aprile 2011 il Museo Archeologico di Milano presenta un nuovo percorso espositivo dedicato al significato simbolico del cibo nel mondo antico, dal titolo Nutrire il corpo e lo spirito.

 

L’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dal Civico Museo Archeologico, in collaborazione con Palazzo Reale, ed è organizzato da Civita.

Realizzato grazie ai generosi prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Metaponto e del Museo Archeologico Regionale di Siracusa, il percorso tematico è allestito nella cripta cinquecentesca della Chiesa di S. Maurizio Maggiore, all’interno degli spazi espositivi del Museo Archeologico.

 

Se cibarsi è l’atto primario legato alla sopravvivenza, ed è segno tangibile per l’uomo della sua condizione mortale, non c’è da stupirsi che la scelta degli alimenti e le modalità del loro consumo rivestano in tutte le culture una forte valenza simbolica.

 

Nell’antichità la consapevolezza della totale dipendenza della sopravvivenza umana dalla natura, madre e dispensatrice di ogni cibo, è alla base di un incredibile numero di riti sacri e cerimonie propiziatorie, tramite le quali evocare a sé il favore della natura “madre” di ogni alimento e contemporaneamente “lavare” la colpa per aver sottratto, falciato, raccolto i frutti della terra. Per l’uomo che anticamente osservava con estrema attenzione la natura e i suoi fenomeni, i cicli vitali delle piante e dei raccolti erano specchio e

metafora della vita umana; il loro annuale rigenerarsi rappresentava il mistero e la speranza al tempo stesso di rinascita dopo la morte anche per l’uomo.

 

Ogni alimento determinante per la vita umana è quindi contraddistinto da un percorso materiale e da un significato simbolico e rituale. Se il pane rappresenta la forza misteriosa e inarrestabile della natura che dal seme fa germogliare la spiga, che diventa a sua volta, con il lavoro paziente dell’uomo, farina e nutrimento, il vino è nel mondo classico lo strumento potente che permette, tramite l’ebbrezza e l’espansione della coscienza, la comunicazione diretta con il divino. I due alimenti, così centrali per la cultura greca e romana, rivestono un ruolo fondamentale anche nel Cristianesimo.

 

Non solo i singoli alimenti, ma anche la condivisione dei momenti segnati dal consumo di cibo e bevande codificano le relazioni del vivere sociale, sancendo l’unione tra chi vi partecipa, ribadendo l’appartenenza ad un gruppo, sia esso un clan familiare o una comunità religiosa.

Nei comportamenti legati all’alimentazione si esprime il rapporto tra sfera umana e sfera divina, in quanto il cibo è ambito metaforico d’incontro tra l’umano e il trascendente. In questo senso il consumo o l’astensione da un cibo diventano prassi religiosa, legata a feste sacre, convinzioni filosofiche, riti e culti connessi ai momenti di passaggio nella vita: la nascita, il matrimonio e soprattutto la morte. Al valore simbolico del gesto si somma quindi il valore simbolico di quanto viene consumato; il cibo diviene presenza e appartenenza al dio.

La dieta – dal greco diaita, “ regola di vita” – è segno di una scelta nel modo di vivere; le proibizioni alimentari, tra le quali la più comune è quella riguardante la carne, sono espressione di una dimensione diversa nel vivere comune. La scelta di vietare il consumo di alcuni cibi non è mai casuale; in antico, come in età moderna essa dipende dalla chiara consapevolezza che taluni alimenti influiscono tanto sul corpo quanto sulla psiche dell’uomo. Comune quindi alle grandi religioni, alle scuole filosofiche e misteriosofiche, è la convinzione che il regime alimentare possa aiutare o ostacolare il progressivo avvicinamento al divino. Dal divieto di consumare carne, legato non solo ai suoi effetti sulla

mente, ma anche all’uccisione di un essere vivente, si arriva al digiuno come strumento di purificazione e di ascesi.

L’adesione a una scuola di pensiero, nel mondo antico, ma  ancora oggi in tante parti del mondo,  implica non un esercizio strettamente mentale, ma una disciplina globale di vita con l’adozione di comportamenti che diventano vincolo e prassi quotidiana. L’obiettivo della vera filosofia è infatti trasformare lo stile di vita degli adepti attraverso un serio impegno ascetico per oltrepassare il mondo delle apparenze ed entrare in rapporto con il divino, anche attraverso un comportamento alimentare in dissonanza con il resto del mondo. Per riprendere il titolo di un libro di Tussaint-Sannat, esiste una “storia naturale e morale dell’alimentazione”.

 

 

Il  Progetto  

Il progetto si articola in due percorsi paralleli, con una prima sezione dedicata a “Gli alimenti e il sacro” e una seconda sezione dedicata al tema “Nutrire corpo e spirito”.

Le due sezioni si sviluppano su due percorsi paralleli e per questo interscambiabili, lungo le due file di nicchie ricavate nei lati lunghi della cripta; nelle vetrine alloggiate nelle singole nicchie vengono esposti prevalentemente i materiali delle collezioni archeologiche milanesi, mentre lo spazio centrale della sala in corrispondenza di ogni nicchia è destinato all’esposizione dei materiali ottenuti in prestito da altri istituti museali, con particolare attenzione per le opere che necessitano di una visione su più lati o di una particolare illuminazione. Il percorso espositivo è diacronico, comprendendo cioè l’antichità fino alle soglie del Medioevo, dal mondo egizio a quello greco, etrusco, romano, cristiano e indiano, partendo dalla documentazione offerta dal materiale delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, ma ampliandola con prestiti da altri musei.

Nella sezione dedicata a “Gli alimenti e il sacro” vengono presi in considerazione i seguenti cibi: pane e cereali, vino, carne, pesce, soprattutto nei loro risvolti simbolici, mitici e rituali e il rapporto tra cibo e società; nella sezione “Nutrire corpo e spirito” vengono invece trattati i seguenti temi: “Cibo degli dei, cibo per gli dei”, “Cibo dei morti, cibo per i morti”, “Cibo e filosofia” “Oriente”.

Sezione I. Gli alimenti e il sacro

1. Il pane: dal grano di Demetra al pane eucaristico

Dopo una breve introduzione sull’evoluzione nella coltivazione dei cereali si arriva a trattare dei miti di fondazione della cerealicoltura (Demetra, Trittolemo ecc.) che sanciscono la nascita di riti propiziatori per la buona crescita e il giusto consumo delle messi. Il grande valore del pane nella cultura cristiana.

2. Il vino: dalla vite di Dioniso al vino eucaristico

Tema è la potenza, e quindi la pericolosità da controllare e irreggimentare, del vino per i suoi effetti terapeutici e per la sua funzione di strumento tramite il quale raggiungere l’enthousiasmòs (dal greco letteralmente “il dio dentro”), ossia la possessione da parte del divino e il contatto diretto con esso; dal mondo pagano al mondo cristiano trattando del vino che è sangue di Cristo nella liturgia cristiana.

3. Cibo e società

Il banchetto come momento di condivisione del cibo e del vino con tutte le sue importanti implicazioni di carattere sociale e politico.

4. La carne: dal crudo al cotto

La carne come alimento elitario che gli uomini contendono agli dei; dal furto del fuoco da parte di Prometeo alle varie cotture della carne, per bollitura, arrostimento ecc., con le relative valenze simboliche.

5. Il pesce: dalla pesca di pesci alla “pesca” di anime

Il consumo del pesce nel mondo antico: prescrizioni e divieti. La simbologia cristiana nella “pesca” di anime.

 

Sezione II. Nutrire corpo e spirito

6. Cibo degli dei, cibo per gli dei

Dai cibi esclusivamente destinati alle divinità, quali ambrosia e nettare, cui si lega l’immortalità delle creature divine, si arriverà a trattare  del sacrificio degli animali e delle sue implicazioni.

7. Cibo dei morti, cibo per i morti

Sezione dedicata ai cibi che secondo le credenze antiche (specie presso i Greci e i Romani) erano specificamente destinati ai defunti in quanto conferivano loro l’oblio necessario per vivere nell’Ade: melagrana, asfodelo ecc. Ma vengono trattati anche i cibi donati ai defunti dai loro congiunti ancora in vita: le offerte sulle tombe.

8. Cibo, salute e filosofia

Gli alimenti, le loro potenzialità terapeutiche e il loro uso in medicina.

Le prescrizioni alimentari, i divieti di consumare taluni cibi nelle teorie filosofiche e salvifiche dalla concezione orfico-pitagorica all’influsso che in generale la filosofia greca esercitò sull’alimentazione vegetariana. L’astinenza e il digiuno nel Cristianesimo e nel mondo indiano.

9. Oriente

Il tema trattato riguarda ascesi e digiuno nel mondo indiano, le prescrizioni alimentari e l’approccio buddhista.

 

Curatori del progetto:

Donatella Caporusso (Conservatore Responsabile Civiche Raccolte Archeologiche di Milano)

Anna Provenzali (Conservatore Civiche Raccolte Archeologiche di Milano)

Claudia Lambrugo (Università degli Studi di Milano)

Sabrina Ceruti (Università degli Studi di Milano)

Nuova Choròs (Maria Teresa Donati,  Sara Masseroli, Thea Tibiletti)

 

INFORMAZIONI                  www.comune.milano.it/museoarcheologico

                                                  t. 02 884.45208 (ingresso museo)

                                                  t.  02 884.65720 (Direzione museo – da lunedì a venerdì orari ufficio)

 

 

 

 

 

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