Lo Zodiaco Illuminista. I mesi di Giuseppe Bacigalupo a Palazzo Spinola – Genova

17 dicembre 2010 – 20 marzo 2011

In considerazione del notevole interesse suscitato nei visitatori dalle opere di Giuseppe Bacigalupo esposte in occasione della recente mostra “Paolo Francesco Spinola un aristocratico tra Rivoluzione e Restaurazione”, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola propone dal 17 dicembre 2010 al 20 marzo 2011 un nuovo evento espositivo attraverso il quale si intende offrire al pubblico un approfondimento della conoscenza del pittore presentando per la prima volta un’importante serie raffigurante i Dodici mesi con i segni dello zodiaco realizzata nell’ultimo decennio del XVIII, serie che proprio per il suo valore è stata dichiarata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali di notevole interesse culturale.

            Si vuole così offrire una nuova occasione per cogliere l’importanza della produzione di Bacigalupo all’interno del panorama figurativo ligure tra la fine del Settecento e i primi anni del secolo seguente e per illustrare in particolare i contenuti simbolici e storico-culturali presenti nei  soggetti rappresentati dall’artista genovese. Giuseppe Bacigalupo fu infatti uno degli artisti più ricercati dalla nobiltà genovese, per la quale realizzò molti quadri da stanza, tra cui le fonti ricordano una serie dedicata proprio alla rappresentazione dei mesi. Il gusto raffinato e le profonde conoscenze letterarie, maturate a stretto contatto con l’aristocrazia locale e consolidate grazie al prolungato soggiorno romano, sono testimonianza di un gusto ormai pienamente proiettato verso una sensibilità consapevole degli esiti figurativi che connotavano il neoclassicismo romano.

            Una cultura espressa anche attraverso la raffigurazione di soggetti particolarmente significativi e rari, quale il ciclo dei mesi, nei quali l’autore, rappresentando la natura secondo il trascorrere delle stagioni, ha saputo riproporre le sue tipiche atmosfere classiche abbinate però a una veritiera raffigurazione dei lavori che impegnavano i contadini nelle campagne, mestieri analizzati con una cura scientifica a cui non fu forse estranea l’attenzione riposta alla fine del XVIII secolo dal governo genovese all’utilizzo del territorio agrario.

I dodici Mesi dell’anno con i segni zodiacali

 

            Nel Saggio sulla vita e le opere di Giuseppe Bacigalupo pittore paesista pubblicato a Genova nel 1827, venne ricordato dalla figlia Rosa che Bacigalupo eseguì, oltre a numerosi paesaggi con soggetti mitologici e a dipinti raffiguranti le Stagioni, anche una serie dedicata ai dodici Mesi, identificabile con quella qui esposta di collezione privata, per la quale viene avanzata una datazione intorno alla metà degli anni Novanta del Settecento.

            La serie dedicata ai Mesi costituisce una notevole testimonianza della produzione pittorica di Bacigalupo, il quale in queste opere palesa una profonda conoscenza della cultura illuminista sviluppatasi a Genova negli ultimi decenni del XVIII secolo, resa possibile grazie ai suoi legami con l’élite culturale genovese e, verosimilmente, con Giovan Maria Piccone. Questo padre scolopo, vissuto tra il 1772 e il 1836, deve essere annoverato tra le personalità di spicco della intellighenzia nella Liguria negli anni tra l’ Ancien Regime e la Restaurazione, in particolare per gli studi di agronomia concepiti nell’ottica di un rilancio delle “patrie” manifatture e delle materie prime presenti sul territorio. E non è un caso che in alcuni mesi di Bacigalupo sia evidente il riferimento a usi agro-pastorali coevi documentabili proprio in terra ligure.

            Il tema iconografico dei Mesi è un caso unico nell’opera di Bacigalupo e alquanto raro nella produzione artistica ligure del XVIII secolo. Fu però un soggetto che ottenne una certa fortuna nell’ambiente genovese durante il secolo precedente, soprattutto ad opera di artisti nordici. Si ricorda in particolare la serie dei Mesi realizzata da Jan Wildens a Genova nel 1614 conservata presso i Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso.

            In ciascuna tavola sono rappresentate le attività a cui i contadini si dedicano durante l’anno, ambientate dal pittore in un’atmosfera che dona dignità a ogni singolo lavoro esaltando la felicità della vita campestre.

 

 

Giuseppe Bacigalupo

 

            Proveniente da una famiglia contadina della Val Fontanabuona, Giuseppe Bacigalupo (Pian dei Preti, Tribogna 1744 – Genova 1821), studiò scuola di nudo presso l’Accademia Ligustica di Genova sino al 1771. Grazie all’aiuto finanziario del nobile Giacomo Gentile, l’artista compì un lungo soggiorno di studio a Roma tra il 1772 e il 1777, dove scoprì la propria vocazione di pittore di paesaggio. Nel 1778 Bacigalupo rientrò a Genova stabilendosi nel palazzo del suo mecenate Giacomo Gentile e in breve tempo si affermò tra i maestri più richiesti ricevendo commissioni dalle più importanti famiglie della città, tra cui i Durazzo, i Cattaneo, i De Mari e gli Spinola, nonché dalla borghesia locale e da una clientela straniera proveniente dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Spagna e dalla Danimarca. Bacigalupo nel 1792 fu ammesso tra gli Accademici di Merito dell’Accademia Ligustica, istituzione presso la quale tra il 1806 e il 1808 diresse la scuola di Ornato. Dopo il 1810 la progressiva cecità lo costrinse ad abbandonare la professione, assistito dalla figlia Rosa, sua prima biografa.

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